World Manufacturing Forum 2024: in anteprima lo studio su come sarà l’industria nel 2030 e le conclusioni più interessanti

di Piero Macrì ♦︎ Industria Italiana all’evento sul futuro del manifatturiero mondiale: può offrire in anteprima ai suoi lettori lo studio e le conclusioni più interessanti su un settore definito Vuca, cioè volatile, incerto, complesso e ambiguo. Nel 2030 Cina leader nell’industria clean tech (500 miliardi) rispetto a UE (95 mld) e USA (99 mld). Gli investimenti in digital transformation per la manifattura raddoppieranno a 3.620 miliardi. E i dispositivi connessi saranno 40 miliardi. “New perspectives for the future of Manufacturing: Outlook 2030”: le dieci raccomandazioni. Parlano Marco Taisch e Diego Andreis

V.U.C.A ovvero Volatile, Incerto, Complesso e Ambiguo. È con questo termine che la World Manufacturing Foundation definisce il mercato con cui le imprese del manifatturiero si stanno oggi confrontando. Instabilità geopolitica, riconfigurazione delle supply chain, stagnazione economica, aumento dei costi delle materie prime, politiche industriali europee condizionate dal green deal. Uno scenario ad alta variabilità che incide inevitabilmente sulla produzione e che spinge a una più profonda trasformazione digitale per sviluppare capacità di resilienza, flessibilità e adattamento. «Il manifatturiero del 2030 sarà radicalmente diverso da come lo conosciamo oggi. L’industria sta attraversando una fase di trasformazione senza precedenti in un contesto complesso ed incerto», afferma Diego Andreis, presidente della World Manufacturing Foundation. «In un mondo in cui i cambiamenti nelle dinamiche geopolitiche, economiche e sociali sono sempre più improvvisi la capacità di un’impresa di anticipare questi shock diventa strategica. La scelta di traguardare le analisi del Report Wmf al 2030 ha quindi l’intento di offrire alle imprese degli spunti di riflessione e delle possibili azioni di mitigazione degli imprevisti, dando così gli strumenti per affrontare questi cambiamenti con un atteggiamento proattivo e anticipatorio» aggiunge Marco Taisch, scientific chairman del Wmf.

Industria Italiana anticipa i risultati del report “New perspectives for the future of Manufacturing: Outlook 2030” (QUI SI PUO’ SCARICARE IN ANTEPRIMA LO STUDIO) e le 10 raccomandazioni chiave che saranno presentati nel corso del World Manufacturing Forum 2024, l’evento della World Manufacturing Foundation che quest’anno si svolge presso il Mind Milano Innovation District (14-15 ottobre). Quale, dunque, il futuro del manifatturiero, che si gioca essenzialmente sulla capacità di sviluppare un mercato sostenibile? La considerazione di fondo che emerge dal rapporto è che le aziende a prova di futuro saranno quelle in grado di cogliere le sfide e le opportunità offerte dai nuovi modelli di business e operativi digitali.







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Tre sono comunque le previsioni che ci hanno sorpreso e che riteniamo più interessanti evidenziare:

Il report “New perspectives for the future of Manufacturing: Outlook 2030” punta a offrire alle imprese degli spunti di riflessione e delle possibili azioni di mitigazione degli imprevisti.

1) Nonostante le imprese europee, sotto la spinta del green deal, siano incentivate a sviluppare e investire in prodotti e servizi clean tech, le proiezioni del Wmf prevedono che sarà la Cina ad avere la quota di mercato maggiore nello sviluppo di tecnologie dell’energia pulita. Nel 2030 si stima infatti che il mercato clean tech del gigante asiatico possa raggiungere un valore monster di 500 miliardi di dollari contro i 95 dell’Europa e i 99 degli Stati Uniti. Insomma, la recente diminuzione dell’import di prodotti dalla Cina è buona cosa ma non è sufficiente: resta molto da fare per ridurre la dipendenza europea dalle tecnologie dell’energia pulita e dai veicoli elettrici.

2) Automazione, digitalizzazione di processi, sistemi interconnessi in logica Industrial Iot, robotica, intelligenza artificiale. L’attuale dimensione globale degli investimenti del manifatturiero in trasformazione digitale è di 1,38 trilioni di dollari, con proiezioni che indicano un aumento a 3,62 trilioni nei prossimi cinque anni.

3) Il numero di dispositivi IoT nel mondo manifatturiero raddoppierà dagli attuali 20,1 miliardi a oltre 39,6 miliardi. Una crescita impetuosa che consentirà di creare una digitalizzazione e una interconnessione sempre più spinta dell’ambiente di produzione.

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Dati che dimostrano l’inarrestabile percorso verso una dimensione smart manufacturing e che si rivelano un’opportunità unica per i big del software (per esempio Sap, Oracle, Ibm Salesforce, Dassault Systèmes, Autodesk, Ptc), per i giganti di hardware e Big Data (per esempio Lenovo, Hpe, Dell) e dell’automazione (Siemens, Bosch Rexroth, Schneider Electric), per gli hyperscaler (Aws, Google, Microsoft) e per i system integrator (big internazionali per esempio come Accenture, Deloitte, Kpmg ma anche realtà italiane del calibro di Lutech, Engineering, Reply), che con le loro competenze ed ecosistema di partner potranno contribuire allo sviluppo di soluzioni tecnologicamente avanzate per la manifattura del nuovo decennio.

Dal 2023 – con gli annunci di Ursula Von der Layen – sono calate le importazioni UE di beni dalla Cina. Fonte: elaborazioni Wmf da Statista.

 

L’evento della World Manufacturing Foundation si svolge presso il Mind Milano Innovation District (14-15 ottobre).

Nel corso della due giorni del Forum, oltre 20 speakers provenienti da tutto il mondo (vedi scheda finale) si confronteranno sui punti critici che influenzeranno, positivamente e negativamente, l’evoluzione verso la nuova impresa manifatturiera e rinnovati modelli operativi e di business, e su come affrontare al meglio le grandi sfide da qui al 2030.

Il mercato della trasformazione digitale sostenuto da investimenti Industrial Iot. Nel giro di dieci anni saranno oltre 40 miliardi i dispositivi manifatturieri connessi

Diego Andreis, presidente della World Manufacturing Foundation.

L’accesso limitato alle risorse e alle materie prime, l’aumento dei prezzi dell’energia e le normative per la riduzione dell’uso di energia hanno messo il manifatturiero sotto pressione. Prodotti più qualitativi e più verdi con meno risorse e meno dipendenza dalle materie prime. Il cambiamento della domanda richiede investimenti in nuove tecnologie. L’accelerazione della trasformazione digitale del manifatturiero, come già anticipato, è impressionante: investimenti a oltre 3,6 trilioni di dollari da qui al 2030 e raddoppio dei dispositivi IoT, oltre 40 miliardi, nel giro di dieci anni. Macchine sensorizzate e processi di fabbrica connessi che comunicano in tempo reale. L’IIoT migliora la visibilità e il controllo sui processi produttivi, consentendo il monitoraggio in tempo reale, l’analisi predittiva e una gestione più efficiente delle risorse. Ciò si traduce in una riduzione dei tempi di fermo macchina, una maggiore efficienza, dando vita a sistemi di produzione più agili che possono adattarsi rapidamente alla domanda o alle interruzioni della catena di fornitura. Innovazione che non può prescindere dall’intelligenza artificiale, tecnologia chiave per migliorare i processi decisionali nella produzione, dalla progettazione e prototipazione alla produzione e al controllo qualità. Come si afferma nel World Manufacturing Report, “l’IA può ottimizzare i processi produttivi, abilitare la manutenzione predittiva e migliorare la gestione della catena di fornitura. E può anche dare vita a fabbriche intelligenti, ottimizzando in modo continuativo, secondo una logica lean, i sistemi di produzione”.

Green economy, prodotti e servizi clean tech allineati a principi di economia circolare. È la Cina ad essere in pole position

Marco Taisch, scientific chairman del World Manufacturing Foundation.

La sfida per le imprese italiane? Sviluppare e investtire in prodotti e servizi clean tech che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. In questo scenario, come già anticipato, si prevede che la Cina sarà la prima nella corsa per mantenere la maggiore quota di mercato. Comunque sia, secondo il Wmf, le aziende che tracciano un percorso evolutivo coerente con il green deal avranno la possibilità di trarre un vantaggio significativo rispetto ai loro concorrenti. Transizione green, quindi, come acceleratore al cambiamento delle strategie di business, sempre più focalizzate sull’ottimizzazione energetica, sulla riduzione degli gli sprechi e dell’impronta di carbonio. “Le aziende manifatturiere stanno modificando i modelli di business e operativi per integrare i principi dell’economia circolare, enfatizzando la progettazione di prodotti per la durata, la riparabilità e la riciclabilità”, si legge nel report. Insomma, entro il 2030, la sostenibilità diventerà il pilastro fondamentale delle industrie manifatturiere, non solo come requisito di conformità ma come valore integrato in ogni aspetto delle operazioni. In questo scenario, i produttori danno priorità alla sostenibilità dalla fase iniziale di progettazione fino alla fine del ciclo di vita del loro prodotto. I principi dell’eco-design guidano quindi la creazione di prodotti durevoli, ad alta efficienza energetica, progettati per lo smontaggio, la riparazione e il riciclaggio. Le materie prime vengono scelte in base alla loro impronta ambientale, con una forte preferenza per le risorse rinnovabili, riciclate o bio-based. Secondo il Wmf, “L’adozione di pratiche di economia circolare è fondamentale per una produzione sostenibile. I rifiuti vengono minimizzati attraverso filiere a circuito chiuso, dove i sottoprodotti e i prodotti a fine vita vengono riutilizzati e riciclati nei processi produttivi”.

La dimensione di mercato delle tecnologie pulite. A dominare è ancora una volta la Cina. Fonte: elaborazioni Wmf da Statista.

Dati e intelligenza artificiale, come creare gli anticorpi per minimizzare gli impatti di un mercato V.U.C.A, volatile, incerto, complesso e ambiguo

Nell’attuale scenario, i dati diventano la risorsa più preziosa nella produzione, con l’IA a guidare ogni aspetto della produzione, dalla progettazione e sviluppo del prodotto alla produzione, dalla logistica al servizio clienti. “L’IA è al centro di tutte le operazioni produttive, si afferma nel report. Sistemi avanzati di IA gestiscono e ottimizzano le linee di produzione con un intervento minimo umano, prendendo decisioni in tempo reale. Analizzano enormi quantità di dati provenienti da sensori integrati in macchinari, linee di produzione e catene di fornitura, prevedendo potenziali problemi prima che si verifichino e regolando automaticamente i processi per mantenere prestazioni ottimali”. Insomma, la progettazione dei prodotti è rivoluzionata dall’analisi dei dati, con sistemi di IA in grado di elaborare le preferenze dei consumatori, le tendenze del mercato e i dati sulle prestazioni per creare progetti innovativi e perfettamente adattati alle esigenze dei consumatori. Approccio basato sui dati che consente la personalizzazione di massa, in cui i prodotti possono essere personalizzati su larga scala senza sacrificare l’efficienza della produzione o aumentare i costi. Supporto fondamentale alla creazione di nuovi prodotti, la simulazione in digital twin ovvero simulare e ottimizzare i progetti di prodotto prima che raggiungano la fase di produzione, riducendo il tempo e i costi associati alla prototipazione.

Dalla combinazione dell’IA tradizionale e generativa nasceranno soluzioni e strumenti che consentiranno il passaggio a una supply chain adattativa e autonoma

Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia.

Intelligenza artificiale per supportare le aziende nell’essere agili e flessibili di fronte ai problemi che può avere una catena di fornitura, sia nei contesti locali che globali, gestire il cambiamento delle abitudini dei consumatori, sempre più orientati all’acquisto di prodotti sostenibili, promuovere una fornitura sostenibile e la distribuzione di prodotti in tutto il mondo. Sfide che si traducono nell’avere dati sempre più precisi per una visione di quello che succede in un preciso momento, con informazioni real time che possano aiutare a prendere decisioni. Tre i fondamentali passaggi evolutivi con cui si confrontano imprese e supply chain manager: digitalizzazione, per un migliore accesso ai dati, visibilità e controllo sull’intera supply chain; adattativo, grazie all’utilizzo dell’analisi predittiva e di assistenti generativi che offrono insight e raccomandazioni intelligenti; infine, l’ultimo passaggio, quello che proietta le aziende nell’autonomous supply chain, con miglioramenti tecnologici, procedurali e dati che spingono la filiera in uno scenario di autonomia. Questa transizione avverrà gradualmente, ma in ultima analisi consentirà alle supply chain di operare autonomamente con un intervento umano minimo, e una conseguente ulteriore efficienza, adattabilità e reattività.

Guida pratica alla trasformazione digitale manifatturiera. Le 10 raccomandazioni della World Manufacturing Foundation per rendere le aziende manifatturiere e le loro catene di fornitura future-proof di fronte a uno scenario volatile, incerto, complesso e ambiguo

1 – Abbracciare il cambiamento per superare le sfide della produzione in un mondo ad alta instabilità
In un mondo manifatturiero in rapida evoluzione, resistere al cambiamento è come nuotare controcorrente. E’ quindi necessario affrontare le sfide emergenti della produzione in modo proattivo e con mente aperta, adattarsi alle nuove tecnologie ed esplorare nuovi mercati e bisogni dei consumatori. In questo scenario il progresso tecnologico può offrire mezzi vitali per aiutare nella transizione al cambiamento. I suggerimenti? 1- Sviluppare agilità, adattabilità e resilienza dei team aziendali e della forza lavoro per rispondere rapidamente ed efficacemente ai cambiamenti delle circostanze, comprese le situazioni impreviste. 2 – Integrare le tecnologie di business intelligence e analisi dei dati che possono aiutare a ridurre l’incertezza, aumentare l’adattabilità e migliorare la resilienza. 3 – Creare una cultura di leadership e di forza lavoro capace di confrontarsi con un mercato V.U.C.A, Volatile, Incerto, Complesso e Ambiguo.

2 – Business intelligence e analisi dei dati supportate dall’intelligenza artificiale per creare un modello adattativo sull’intera catena del valore manifatturiero
La transizione al modello aziendale adattivo, un modello operativo basato sulla disponibilità di informazioni e tecnologie di elaborazione delle informazioni in grado di supportare decisioni basate sui dati, rende necessario introdurre nuove competenze legate alla definizione, implementazione e applicazione di modelli ricchi di dati coerenti con gli obiettivi aziendali e con la possibilità di intravedere nuove tendenze all’interno dei dati e delle informazioni disponibili. Per l’implementazione del modello aziendale adattivo è necessario progettare una precisa strategia tecnologica. Costruire una cultura basata sui dati è un prerequisito per sfruttare le opportunità della rivoluzione dell’intelligenza artificiale nel settore manifatturiero. Le imprese devono valutare attentamente che tipo di dati sono necessari per supportare i loro obiettivi, come raccoglierli e come possono essere analizzati per creare valore lungo l’intera filiera.

3 – Transizione green e digitale: rendere l’innovazione trasversale a tutti dipartimenti aziendali e alla forza lavoro
È necessario indagare in nuove strategie di business e operative, sperimentare nuovi design di prodotti e processi e tecnologie di produzione avanzate. Le indicazioni del Wmf? 1 – Sviluppare competenze per l’innovazione come creatività, adattabilità, pensiero imprenditoriale e lavoro transdisciplinare nei team aziendali e nella forza lavoro. 2 – Perseguire l’innovazione tecnologica e il cambiamento organizzativo per esplorare nuovi modelli di business e operativi. 3 – Promuovere una cultura dell’innovazione che abbraccia le opportunità offerte dalla trasformazione digitale.

4 – Pianificare una strategia di innovazione in parallelo alle attività di produzione ordinaria
Sviluppare un meccanismo che consenta l’integrazione di strategie agili e resilienti che si allineano alle esigenze quotidiane per affrontare le sfide di un mercato ad alta variabilità. Secondo il Wmf, “Reagire alle tendenze attuali non è più sufficiente: le aziende devono anticipare e plasmare proattivamente il futuro attraverso una pianificazione strategica. Dare priorità alla visione a lungo termine rispetto ai guadagni a breve termine, permetterà alle aziende di posizionarsi all’avanguardia dell’innovazione, garantendo resilienza e crescita sostenibile in un settore in continua evoluzione”.

Ecco com’è cambiata la percentuale degli occupati nel manifatturiero negli ultimi vent’anni (dal 2000 al 2021). Fonte: elaborazioni Wmf da Statista.

5 – Investire nel risk management per identificare potenziali minacce e sviluppare piani di contingenza
Per Wmf, sfruttando l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati è possibile migliorare significativamente le capacità di gestione del rischio. Un sistema basato sull’IA può infatti sviluppare una capacità previsionale e garantire l’attivazione di azioni di mitigazione del rischio. Fondamentale è sviluppare una mappa del rischio per monitorare gli indicatori relativi alla propria attività. Una volta identificati i potenziali indicatori di minacce o interruzioni, il passo successivo è sviluppare piani di contingenza, delineando procedure precise per rispondere a varie interruzioni, garantendo che la produzione possa continuare o essere rapidamente ripristinata.

6 – Analizzare e monitorare i processi individuando i miglioramenti che permettano di acquisire nuova competitività
Nuovi player entrano nel mercato con idee innovative e approcci produttivi più flessibili. La concorrenza può fornire una qualità comparabile ma a prezzi più bassi e con tempi di consegna più rapidi. In risposta a queste sfide, un’azienda manifatturiera deve esplorare strategie che le permettano di confrontarsi con la nuova concorrenza. Le indicazioni del Wmf? 1 – Sviluppare competenze per analizzare i processi aziendali e individuarne i possibili miglioramenti. 2 – Individuare le tecnologie che possono portare ai risultati attesi. 3 – Diffondere il valore delle best practice e promuoverne i vantaggi tra tutte le business unit dell’impresa

7 – Vedere la sostenibilità come un’opportunità e non una sfida
Le aziende manifatturiere sembrano affrontare una sfida impossibile: soddisfare la domanda dei consumatori e navigare con successo nel panorama competitivo globale, il tutto aderendo alle pratiche di sostenibilità. Sfide che però rappresentano anche una significativa opportunità per creare vantaggi competitivi basati su design di prodotti sostenibili e basso carbon footprint. Come si afferma nel report, “La produzione industriale odierna a livello globale presenta ancora un significativo potenziale per ridurre il consumo energetico in unione con le inefficienze per migliorare la produttività. In molti casi, cercare di migliorare l’efficienza energetica di un processo porta anche a notevoli guadagni di produttività”. Inoltre, l’utilizzo della tecnologia per identificare opportunità di miglioramento dei processi produttivi e delle catene di fornitura, riduce il consumo complessivo di risorse, aumenta la trasparenza della supply chain.

L’incredibile crescita del mercato della digital transformation. Fonte: elaborazioni Wmf da Statista.

8 – Manifattura additiva, la stampa 3D per supportare la transizione digital-green
Le nuove tecnologie offrono l’opportunità di supportare una transizione verso sistemi di produzione intelligenti. Un esempio è la stampa 3D. Definizione dei vincoli del problema, generative design, ottimizzazione topologica, stampa ed eventuale trattamento di finitura con macchina utensile. La somma di tutti questi processi realizza prodotti qualitativamente analoghi alla manifattura tradizionale, in grado di rispettare i vincoli di progetto, ma con il vantaggio di avere geometrie innovative, di dimensione e peso più contenute, riducendo costi e tempi di progettazione. Non solo, con la stampa 3D le aziende possono disporre di supply chain distribuite con una produzione decentralizzata, conferendo la realizzazione just in time e on demand di parti e componenti a un ecosistema di partner presenti a livello globale.

9 – Formazione, up-skilling e re-skilling per acquisire competenze strategiche nelle tecnologie digitali
La forza lavoro è responsabile del successo di un’azienda quanto lo sono le tecnologie.
È quindi importantecolmare le lacune di competenze generali che si evidenziano nel settore manifatturiero, che è guidato da una rapidissima evoluzione della tecnologia e dall’ulteriore complessità da rapidi cambiamenti di mercato. Pertanto, le aziende devono tenere il passo fornendo servizi di up-skilling e re-skilling ai propri dipendenti. Abilità tecniche dovranno essere rafforzate soprattutto negli ambiti tecnologici più promettenti come big data, intelligenza artificiale, industrial iot, cloud, manifattura additiva. Infine, attenzione alle soft skill, che diventeranno sempre più importanti per affrontare turbolenze di mercato, incertezze e complessità, nonché adattabilità a nuovi cambiamenti

10 – Ripensare le supply chain: la creazione di catene di fornitura legate a obiettivi di sostenibilità
Le aziende manifatturiere tenderanno a creare prodotti sostenibili a basso impatto ambientale. Ci sarà una domanda di materiali e componenti diversi da quelli finora utilizzati e questo si tradurrà in riconfigurazione delle attuali forniture. Insomma, la sostenibilità è un’occasione per ripensare le supply chain. I prodotti che si produrranno nel medio e lungo termine potranno avere una minore dipendenza dalle catene di fornitura globali; i punti strategici di approvvigionamento tenderanno a modificarsi nel tempo ed emergeranno nuovi fornitori per una produzione e distribuzione di prossimità. Per Wmf è fondamentale mantenere un dialogo aperto e strette relazioni in termini di coopetizione con i fornitori, i partner e le altre parti interessate lungo tutta la catena di approvvigionamento. La comunicazione tempestiva e la collaborazione possono aiutare a risolvere rapidamente i problemi e a mitigare gli impatti delle interruzioni.

Aziende, esperti del settore e del mondo accademico. Ecco i relatori al World Manufacturing Forum 2024.

Simone Marchetti, Business Development Manager, Digital Supply Chain Solutions di Oracle Italia.

Diego Andreis (presidente World Manufacturing Foundation), Francesco Buzzella (presidente di Confindustria Lombardia), Marco Taisch (scientific chairman della World Manufacturing Foundation), Marco Alparone (vice President and councilor for budget and finance di Regione Lombardia), Dean Bartles (ceo e presidente Mtdg), Ian Cronin (Community Curator, Centre for Advanced Manufacturing and Supply Chains World Economic Forum), Eric Enselme (executive fellow World Economic Forum), Jose Roberto Favilla (Ibm), Julian Hesse (Bosch Rexroth), Cynthia Hutchison (ceo Us center for advanced manufacturing), Simon Jacobson (Gartner), Vinesh Naharaj (Pwc), Vanya Manolova (Schneider Electric), Simone Marchetti (Oracle), Ana Paula Nishio (Unido), Cristina Oyon (Spri), Olaf Pannenbaecker (Effra), David Romero (scientific vice chairman Wmf), Agustin Saenz (Tecnalia), Zhe Shi (Foxconn), Johan Stahre (Chalmers University of tecnhnology), Luca Torelli (EssilorLuxottica), Vanessa Wainwright (Abodoo), Jason Wang (Smart Factory Institute), Jeff Winter (Cesmii), Thorsten Wuest (University of South Carolina).














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