In occasione della settima edizione del Forum sul Benessere Digitale organizzato dall’Ocse a Roma – il Digital Well-being Hub, Cisco e Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo, hanno proposto la prima indagine trasversale sulla complessa relazione tra tecnologie digitali e benessere individuale. Oggi l’IA e la tecnologia stanno trasformando rapidamente il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci connettiamo; fino ad ora, però, non si era mai avuta una piena comprensione dell’impatto complessivo della trasformazione digitale sul nostro benessere.
L’esperienza quotidiana del digitale: il pezzo mancante del puzzle del benessere
Le ricerche condotte fin ora indicano che il 40% degli adulti dei paesi Ocse non hanno le competenze digitali di base, il che potenzialmente impedisce loro di esplorare in modo sicuro gli ambienti digitali, di comprendere il tema della privacy digitale e le implicazioni per la salute mentale delle attività online. Lo scenario si fa anche più complesso se si tiene conto del fatto che oltre la metà dei lavoratori di questi paesi temono che i dati raccolti nelle applicazioni di Intelligenza Artificiale possano distorcere le decisioni che li riguardano.
Questo quadro, tuttavia, è ancora incompleto. Manca la comprensione di come questi fattori incidono sull’esperienza quotidiana delle persone: in che modo non avere competenze digitali potrebbe limitare le opportunità di lavoro? Le incertezze sulla tecnologia potrebbero spingere a non interagire in modo responsabile sui social media? Come potrebbero ostacolare l’accesso alla formazione online, a servizi sanitari o impedire l’impegno civico?
«Il benessere digitale non è univoco: è sfaccettato e interconnesso, serve una comprensione olistica per vivere in modo responsabile nell’era dell’AI, e in quello che verrà poi” spiega Guy Diedrich, svp and chief innovation officer di Cisco. “Non abbiamo, però, mai esaminato in modo completo l’impatto della tecnologia sul nostro benessere considerando vari aspetti della vita di ogni giorno, come l’educazione, la salute, il lavoro. Le informazioni che raccoglieremo dal Digital Well-Being Hub aiuteranno le persone ad avere una relazione più sana con la tecnologia e a creare un futuro digitale più sostenibile, sicuro e inclusivo. Capendo come la tecnologia influisce sul nostro stare bene potremo liberare il suo pieno potenziale».
Unire i puntini nella vita digitale
Il Digital Well-being Hub lanciato da Cisco e da Ocse ha l’obiettivo di approfondire la relazione tra tutti questi aspetti, con una vista olistica sul benessere digitale che crei connessioni tra fattori quali la soddisfazione per la propria vita, la salute mentale, strumenti e etica dell’IA, competenze digitali, sicurezza informatica, impegno civico, coscienza climatica e connessioni sociali. I contributi dati dai visitatori dell’Hub alimenteranno un progetto di ricerca pioneristico che andrà oltre l’aspetto tecnologico per individuare quegli elementi in grado di migliorare la qualità della vita digitale di tutti.
«Il Digital Well-Being Hub mostra come tecnologie evolute possono aiutare a creare comunità più sane e vivere meglio – e siamo solo all’inizio» ha dichiarato Fran Katsoudas, evp and chief people, policy and purpose officer di Cisco. «Connettere i popoli del mondo attraverso esperienze condivise è una visione che ci dà speranza, ma contiene anche un importante appello a cui dare seguito: dobbiamo fare qualcosa per 2,6 miliardi di individui che ancora non hanno accesso a internet. Significa che un terzo degli abitanti del pianeta, per la gran parte nei paesi più poveri, non può partecipare e non sarà rappresentato. Impegnarci per ridurre questo divario è il primo e più importante passo per favorire il benessere globale delle persone nell’era digitale».
Creare il primo Osservatorio del Benessere Digitale
Questo studio rivoluzionario, il primo a racchiudere in una vista unificata le diverse dimensioni del benessere, si confronta con le contraddizioni del mondo digitale. Lì dove la tecnologia digitale è accessibile, anche economicamente, e disponibile – e le persone dispongono delle giuste competenze – può migliorare il benessere economico e trasformare il modo in cui lavoriamo, viviamo, ci connettiamo. L’Intelligenza Artificiale, per esempio, può aumentare la produttività e migliorare le condizioni di lavoro; ma può anche mostrare dei bias nei confronti di donne e minoranze. Gli effetti della tecnologia sugli aspetti sociali, ambientali e relazionali del benessere sono meno evidenti “a occhio nudo”; un uso eccessivo o problematico del digitale può aumentare rischi e impatti negativi.
In parte piattaforma di crowdsourcing, in parte strumento di ricerca
Il Digital Well-being Hub si basa sul Well-being Framework dell’Ocse. Cattura dati in tempo reale legati al benessere delle persone, ai comportamenti digitali e alle disuguaglianze nell’uso della tecnologia. I visitatori dell’hub possono anche esplorare e interagire con le conoscenze attuali dell’Ocse ull’impatto della tecnologia e confrontare i dati a livello nazionale.
«Attraverso il Digital Well-being Hub, ascolteremo direttamente le persone per comprendere meglio l’interazione tra tecnologia e vita, che può informare nuove decisioni e politiche e stimolare l’azione per migliorare i risultati per le persone», ha dichiarato Romina Boarini, direttore del Centro Ocse per il Benessere, l’Inclusione, la Sostenibilità e le Pari Opportunità (Wise). «Fino al 14% delle persone che vive nei paesi Ocse si sente sola, un fenomeno che potrebbe essere esacerbato dall’uso di strumenti digitali. Grazie alla nostra collaborazione con Cisco, esploreremo le conseguenze inattese di un uso eccessivo o problematico del digitale e capiremo come le persone vivono nel mondo digitale. I risultati dello studio ci aiuteranno a plasmare le politiche al riguardo, per un futuro più equo e inclusivo».
Com’è la vita digitale per te?
Nei prossimi mesi, Cisco e l’Ocse invitano le persone di tutto il mondo a contribuire con le loro esperienze attraverso l’Hub. Una volta raccolto un numero sufficiente di risposte, l’Ocse analizzerà e sintetizzerà le esperienze delle persone (i dati soggettivi) con le ricerche Ocse esistenti (dati oggettivi) per fornire una visione olistica del benessere digitale, che sarà presentata nel 2025.