Idrogeno, aerospazio e rinnovabili: le nuove opportunità per i big italiani delle valvole industriali

di Laura Magna ♦︎ Il 40% delle valvole europee per il settore Oil&Gas è prodotto in Italia. Pietro Fiorentini, Valvitalia, Orion, Flowserve e Cameron sono i principali player di un mercato da 3 miliardi. Per Osservatorio Ivs-Prometeia il 90% del fatturato è concentrato nella provincia di Bergamo. Nonostante il calo durante la pandemia il settore è in ripresa: rinnovabili, idrogeno e aerospazio sono la chiave per il futuro. Ce ne parla Federico Ferrari di Prometeia

Vale 3 miliardi di euro ed è un’industria resiliente e innovativa, con una forte concentrazione su Bergamo. Parliamo dell’industria delle valvole per l’Oil&Gas che nel mese di maggio è stata al centro della quinta edizione di Ivs – Industrial Valve Summit, il più importante evento internazionale dedicato alle tecnologie delle valvole industriali e alle soluzioni di flow control. Nel corso dell’evento, promosso da Confindustria Bergamo e Promoberg, è stato presentato l’Osservatorio Ivs-Prometeia “The Oil&Gas Valve Industry in Italy” 2024, studio che ha fotografato lo stato dell’arte del comparto italiano di riferimento, settore d’eccellenza del Made in Italy e leader a livello europeo.

«Il settore delle valvole è un mondo eterogeneo – dice a Industria Italiana Federico Ferrari, senior specialist di Prometeia – e comprende oggetti banali come le valvole per i rubinetti casalinghi fino alle valvole per Oil&Gas che sono enormi, tailor made e con un elevato grado di tecnologiche. A questa nicchia appartengono 140 su 800 imprese italiane di un settore che nel suo complesso vale 10,6 miliardi al 2022». Le valvole progettate per consentire un flusso regolare e ininterrotto di liquidi e gas hanno funzioni diverse (per esempio, quella di far fluire le sostanze in due o più direzioni, di regolare i flussi o la pressione, di deviare o orientare un flusso). E devono essere costruite con materiali che sopportano la corrosione o le elevate temperature, l’alta pressione e la bassa pressione, come l’acciaio inox o il ferro forgiato. Inoltre hanno dimensioni importanti e pesi che variano da una ventina di chili fino alle 100 tonnellate. Un mondo industriale e altamente hi-tech oltre che in trasformazione, perché nel medio termine l’industria del petrolio è destinata a perdere forza.







In questa nicchia, quasi 4 valvole per l’Oil&Gas su 10 prodotte in Europa sono state realizzate in Italia: e il nostro Paese mantiene la leadership del ranking settoriale UE, con oltre 8 punti di vantaggio sulla Germania e oltre 30 sul terzo in classifica (Francia). I numeri sono realizzati all’interno di ecosistema di 139 imprese (oltre il 90% del fatturato è realizzato in un raggio di 100 Km dalla provincia di Bergamo), che occupano oltre 10.000 addetti (in crescita rispetto ai 9.300 del 2021).

Pietro Fiorentini, Valvitalia, Orion, Flowserve, Cameron: i signori italiani delle valvole mondiali

Federico Ferrari, senior specialist di Prometeia. (Fonte: LinkedIn)

Industria Italiana ha intervistato Federico Ferrari, senior specialist di Prometeia per fare un viaggio all’interno di un settore forse poco noto ai più, ma che rappresenta un’eccellenza italiana nel mondo. E che comprende realtà come Pietro Fiorentini, azienda fondata a Bologna nel 1940 e che nel 2022 ha fatturato quasi 500 milioni di euro (+8% sul 2021). Al centro della produzione c’è un’ampia gamma di soluzioni tecnologicamente avanzate lungo l’intera filiera del gas naturale: dalla componentistica e i servizi per le reti di trasporto e distribuzione, fino a una serie di soluzioni ingegnerizzate che comprendono valvole, misuratori multifasici, impianti di processo, cabine e gruppi di riduzione e misura. Oltre alla sede principale di Arcugnano (Vicenza), il Gruppo Pietro Fiorentini conta una quarantina di altre sedi, produttive e commerciali, tra Italia ed estero, e impiega circa 2.800 lavoratori nel mondo, con un network di distribuzione che raggiunge oltre 100 paesi in tutti i continenti. Flowserve, fondata nel 1997 dalla fusione di due imprese leader nel settore della movimentazione e del controllo dei fluidi – BW/IP e Durco International. Il retaggio della Flowserve data 1872, anno in cui è stata fondata la Byron Jackson, una delle società che è diventata parte del gruppo BW/IP. Si trova a Mezzago, nella provincia di Monza Brianza, la sede italiana di questa multinazionale Usa, che opera nel settore dell’Oil&Gas con la produzione e commercializzazione di valvole a sfera e attuatori di potenza fluida, a gas e idraulici. E ancora, Cameron Italy, che produce valvole in due sedi, a Colico, nel lecchese e in Lombardia anche a Voghera (Pavia), e che è stato acquisito nel 2015 dall’americana Schlumberger, prima società al mondo per servizi petroliferi. Ha segnato una crescita importante nel 2023, Valvitalia (181 milioni di euro, in crescita del 36% rispetto all’esercizio 2022). La multinazionale italiana con sede nel pavese, è specializzata nella progettazione, produzione e distribuzione di valvole, attuatori, raccordi e sistemi gas per l’industria energetica, e di soluzioni antincendio per i settori navale, ferroviario e infrastrutturale. Ha oltre settanta anni di storia Orion Valves, nata a Trieste nel secondo dopoguerra, per arrivare oggi a un fatturato di 80 milioni di euro di fatturato e 170 dipendenti. Nel 1996, dopo un periodo di difficoltà, Orion Valves è stata acquisita dalla famiglia Farina, e oggi ha due stabilimenti nella zona industriale di Trieste, oltre a una sede di produzione in Arabia Saudita: le sue valvole vengono acquistate da grandi oil company come Shell, Total, Aramco, British Petroleum.

Ferrari (Prometeia): un’industria legata a doppia mandata a quella dell’Oil&Gas

L’industria delle valvole è inevitabilmente «legata a doppio filo a quella dell’Oil&Gas e dunque in particolare agli investimenti che vengono fatti dagli estrattori – dice Ferrari Ferrari di Prometeia – 9 valvole su dieci vengono acquistate infatti per nuovi impianti di estrazione e nove su dieci vengono esportate».

Con quasi il 40% della produzione in Europa, l’Italia è il leader indiscusso delle valvole nel Vecchio Continente. (Fonte: Osservatorio IVS-Prometeia).

Sia gli investimenti dell’Oil&Gas sia l’export hanno segnato numeri brillanti. E dunque le prospettive sono positive anche se i valvolieri – stando all’analisi dei bilanci 2022 (ultimi disponibili) hanno mostrato un recupero ancora parziale rispetto al 2019. «Nonostante la crescita del 12% rispetto al fatturato 2021, resta un gap di 10 punti percentuali rispetto al pre-Covid – dice Ferari – ma è un andamento che, se guardiamo agli indicatori anticipatori sul 2023 e sul 2024, prelude a uno scenario favorevole. Nel 2023 il capex delle aziende dell’Oil&Gas è aumentato significativamente (vedremo più avanti in dettaglio i numeri, ndr), ma questo dato per avere un impatto sul settore dei fornitori ha bisogno di almeno 12 mesi di tempo. Quindi vedremo l’effetto nel corso di quest’anno. Inoltre, le esportazioni sono andate molto bene con un incremento del 5,7% in valore nel 2023 rispetto al 2022, a fronte di un commercio internazionale che è cresciuto dell’1,5%».

Il rimbalzo delle esportazioni è stato trainato dai mercati mediorientali (rappresentano quasi il 19% sul totale dell’export italiano) ed asiatici. Meno performanti le vendite in Europa Occidentale e, soprattutto, Europa Orientale, frenata dagli strascichi delle sanzioni dirette alla Russia. Sono inoltre cresciuti gli investimenti delle imprese che operano nel settore energetico, con incrementi nel settore nell’upstream, nel downstream e nei servizi di trasporto.

I primi quattro mercati hanno rappresentato oltre il 38% del valore totale delle esportazioni di valvole italiane per l’Oil&Gas: gli Stati Uniti hanno cristallizzato la loro posizione al vertice della classifica delle principali destinazioni, seguiti dalla Germania (8,8%), che ha superato la Cina (7,9%) per conquistare il secondo posto nella classifica.

Le ottime prospettive delle valvole nel 2024 e oltre e le nuove applicazioni oltre il petrolio

«L’industria ha mostrato di essere resiliente – prosegue Ferrari – e sono buone anche le prospettive per il 2024 in un contesto che, con un prezzo del petrolio ancora elevato, dovrebbe sostenere gli investimenti nell’Oil&Gas e quindi in attività estrattiva. Nello studio di Prometeia abbiamo dedicato un focus agli investimenti nel settore dell’Oil&Gas: anche in questo caso basandoci sui bilanci delle più importanti compagnie estrattive, abbiamo rilevato un capex 2023 in forte crescita, i che dovrebbe riflettersi sulle prospettive 2024».

Oltre il 90% del fatturato del settore è generato entro un raggio di 100 km dalla provincia di Bergamo, dove più di 100 imprese sono coinvolte nella produzione di valvole per l’Oil&Gas, contribuendo a consolidare la Lombardia come leader nel panorama manifatturiero italiano. (Fonte: Osservatorio IVS-Prometeia).

Se nel breve le prospettive sono ottime, bisogna tener conto di un fattore secolare che in un orizzonte medio-lungo avrà un effetto di segno opposto.

«Oltre il 2025 – precisa Ferrari – i produttori di valvole per l’O&G potrebbero trovare opportunità di crescita anche in uno scenario di consumo di idrocarburi in calo. Esistono enormi opportunità per i produttori di diversificare le proprie fonti di reddito e ridurre la dipendenza dagli idrocarburi. Opportunità che vanno dal Carbon Capture and Storage (Ccus), i sistemi di cattura e immagazzinamento del carbonio; all’industria dell’idrogeno a quella spaziale». Per quanto riguarda la cattura del carbonio, gli investimenti, secondo Prometeia, su progetti “in costruzione” e “pianificati”, potrebbe crescere fino a 19 volte su scala globale entro il 2030, rispetto al 2023. Enorme il potenziale anche dell’industria dell’idrogeno, la cui capacità, basata solo sui progetti in costruzione e al punto Fid (Final Investment Decision), potrebbe toccare quota a 3,7 milioni di tonnellate entro il 2030, 10 volte rispetto al 2023.  E infine l’aerospazio. «Il numero di razzi lanciati in orbita potrebbe crescere di 3,2 volte entro la fine del decennio, portando a una maggiore domanda di componenti per sistemi (come le valvole del carburante) utilizzati nel supporto a terra», spiega Ferrari.

«Tutti questi settori hanno prospettive di crescita che non sono neanche paragonabili a quelle dell’O&G; mentre l’Oil&Gas, anche stando agli scenari meno green, va verso un appiattimento della produzione di petrolio a causa della ricomposizione del mix energetico energetiche. I settori nuovi presentano ovviamente delle sfide: per esempio, l’idrogeno è molto più corrosivo del petrolio e nella costruzione delle nuove valvole per quell’industria se ne dovrà tener conto». Ma le nostre industrie sono in grado di vincere la partita.

I numeri dell’Osservatorio di Prometeia: le valvole italiane valgono il 40% di quelle europee e hanno il loro centro a Bergamo

Vediamo più nel dettaglio i numeri di questa industria, come li disegna l’Osservatorio IVS-Prometeia “The Oil&Gas Valve Industry in Italy” 2024.

Con una quota del 39,6% della produzione complessiva europea, l’industria italiana delle valvole per l’Oil&Gas è un colosso, leader in segmenti tra cui valvole a sfera e a tappo, valvole a farfalla, valvole a saracinesca, nonché parti e componenti. La regione Lombardia domina il settore, rappresentando quasi due terzi della produzione nazionale di valvole, con Bergamo che funge da hub cruciale.

Con una quota del 39,6% della produzione complessiva europea, l’industria italiana delle valvole per l’Oil&Gas è un colosso, leader in segmenti tra cui valvole a sfera e a tappo, valvole a farfalla, valvole a saracinesca, nonché parti e componenti. (Fonte: Osservatorio IVS-Prometeia).

Oltre il 90% del fatturato del settore è generato entro un raggio di 100 km dalla provincia di Bergamo, dove più di 100 imprese sono coinvolte nella produzione di valvole per l’Oil&Gas, contribuendo (con circa 1,4 miliardi di euro di ricavi complessivi, pari al 47% del fatturato nazionale del settore, quasi 5.000 persone impiegate e il 4,2% della produzione industriale totale della regione) a consolidare la Lombardia come leader nel panorama manifatturiero italiano.

Il distretto delle valvole per l’Oil&Gas di Bergamo prospera grazie a una catena di fornitura specializzata che comprende 25 aziende impegnate nella produzione di prodotti finiti, con un fatturato totale di 444 milioni di euro (al 2022). Inoltre, 79 aziende sono coinvolte in varie altre fasi della catena di fornitura, che impiega oltre 5200 persone con un fatturato totale di oltre 1,5 miliardi di euro. A partire dal 2022, guarnizioni e sistemi di tenuta, insieme alle valvole, rappresentano il fulcro della produzione di valvole per l’Oil&Gas di Bergamo, con quote rispettive del 35% e del 29% del fatturato complessivo. Seguono attuatori e componenti, che contribuiscono per il 20% al panorama produttivo.

Gli investimenti dell’Oil&Gas tengono il passo e fanno vedere rosa sulla domanda di valvole

Dopo un forte calo nel 2020, la ripresa degli investimenti globali nel settore dell’Oil&Gas è proseguita a ritmi piuttosto modesti, e solo dal 2022 in poi ha riagganciato i livelli pre-pandemia. Inevitabilmente, a causa del ritardo temporale (di circa un anno) con cui le decisioni di investimento delle aziende upstream/downstream si traducono in ordini di componenti, i risultati del 2022 dei produttori italiani di valvole per l’Oil&Gas portano i segni delle difficoltà degli anni precedenti. Complessivamente, la ripresa a doppia cifra dei ricavi osservata nel 2022 non è stata abbastanza forte da compensare l’impatto del calo del 2020-2021. Rispetto ai risultati del 2019, infatti, persiste un differenziale negativo di circa 10 punti percentuali.

Dopo un forte calo nel 2020, la ripresa degli investimenti globali nel settore dell’Oil&Gas è proseguita a ritmi piuttosto modesti, e solo dal 2022 in poi ha riagganciato i livelli pre-pandemia. (Fonte: Osservatorio IVS-Prometeia).

Gli aumenti dei prezzi dell’energia osservati nel 2022 hanno innescato un forte aumento sia dei ricavi che delle spese in conto capitale dell’industria dell’O&G, che, a loro volta, dovrebbero aver sostenuto un enorme aumento degli ordini sia per le attrezzature upstream che downstream. A causa del ritardo che si verifica tra gli sviluppi di Ricavi/Capex dell’O&G e gli ordini di attrezzature, l’impatto dell’aumento della spesa del 2022 sarà evidente nei bilanci dei produttori di valvole per l’O&G a partire dal 2023.

I prezzi del petrolio sono stati sotto pressione al ribasso nel 2023, perdendo quasi il 20% in termini di dollari, a causa dell’indebolimento dell’attività economica globale, della produzione record degli Stati Uniti e delle esportazioni costanti dalla Russia. Questi fattori hanno compensato l’impatto dell’aumento del rischio geopolitico e della minore produzione da parte dell’Opec+. Anche i mercati globali del gas hanno assistito a un aggiustamento verso l’equilibrio. Non sorprende che il calo del 15,7% dei prezzi del petrolio osservato nel 2023 abbia portato a un simile calo (-16,2%) dei ricavi upstream dell’O&G e a un calo più pronunciato dei margini (-23%). Tuttavia, il margine Ebitda è rimasto robusto al 31,3%, quasi 5 punti percentuali sopra i livelli del 2019. Ciò che conta di più è che le aziende upstream dell’O&G hanno aumentato le spese in conto capitale di circa il 19% nel 2023, principalmente a causa dell’aumento dell’attività (e dell’aumento dei costi dei materiali e del lavoro). Stimiamo che la crescita dei Capex dell’O&G possa estendersi per tutto il 2024 (+6,8%), sebbene a un tasso meno pronunciato rispetto al 2023 (+18%), prima di mostrare una lieve correzione nel 2025 (-4%). Tutto il resto invariato, ci aspettiamo che i Capex upstream dell’O&G si confermino a livelli costantemente elevati nei prossimi due anni, quasi il 30% sopra i livelli pre-pandemia, fornendo un solido supporto per la domanda di valvole e attrezzature per l’O&G.

Affrontare le possibili incertezze e guardare al futuro, oltre il petrolio

l’imperativo per i produttori di valvole per l’O&G è cogliere le opportunità di crescita nel settore energetico in continua evoluzione.

Ci sono alcuni rischi all’orizzonte. «La pandemia ha innescato una significativa razionalizzazione dell’industria della raffinazione delle regioni occidentali e questa tendenza difficilmente si invertirà in futuro poiché il settore della mobilità europeo (e nordamericano) si muove verso l’elettrificazione – spiega Ferrari – Non sorprende che le future aggiunte di capacità (in quella che appare l’ultima ondata di aggiunte di raffineria nella storia) siano principalmente localizzate a est di Suez. Le prospettive appaiono più promettenti per i servizi di trasporto dell’energia, soprattutto del gas. Si prevede infatti che una nuova ondata di capacità di liquefazione entrerà in funzione entro la fine del decennio. Anche la capacità di rigassificazione dovrebbe espandersi, sebbene a un tasso di crescita inferiore. Ulteriori opportunità potrebbero derivare dalla realizzazione di nuovi gasdotti». Ma guardando avanti, l’imperativo per i produttori di valvole per l’O&G è cogliere le opportunità di crescita nel settore energetico in continua evoluzione. «Sebbene non ci sia consenso su quando esattamente la domanda di petrolio raggiungerà il picco, la maggior parte delle previsioni suggerisce che potrebbe accadere entro il 2030 man mano che le fonti di energia rinnovabile diventano più competitive e le tecnologie di trasporto si evolvono. Il ritmo complessivo delle attività upstream potrebbe rallentare nel tempo, ma ci sarà ancora domanda di prodotti per supportare le operazioni in corso, la manutenzione e l’ottimizzazione delle infrastrutture esistenti. Inoltre, poiché l’industria cerca di estrarre petrolio in modo più efficiente e sostenibile, potrebbero esserci opportunità per i produttori di valvole per l’O&G di fornire prodotti specializzati mirati a migliorare le prestazioni operative, aumentare la sicurezza e ridurre l’impatto ambientale».

(Ripubblicazione dell’articolo del 4 giugno 2024)














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