Transizione 5.0, Cna: a Padova e Rovigo oltre 900 mln di investimenti potenziali tra 2024 e 2025

«Speriamo che l’apertura della piattaforma alla vigilia della settimana di Ferragosto non precluda l’accesso agli incentivi», dichiara Luca Montagnin, presidente di Cna Padova e Rovigo

Con Transizione 5.0 e il ritorno a crediti d’imposta rilevanti le province di Padova e Rovigo potrebbero vedere investimenti complessivi per non meno di 900 milioni di euro nel biennio 2024/2025 (poco meno di 800 dei quali per la provincia di Padova e oltre 100 circa per quella di Rovigo), per una quota di agevolazione pari ad almeno 380 milioni di euro complessivi (anche qui in circa 300 mln per Padova e 80 per Rovigo). Si tratta di quasi 4 volte i valori che l’Ufficio Studi di Cna ha indicato per il 2023 e pari a circa 250 milioni di euro per le province di Padova e Rovigo (con la prima provincia che vale circa 200 milioni e la seconda 50 milioni).

La stima dell’Ufficio di Cna Padova e Rovigo, basata sulle dinamiche di utilizzo del credito di imposta “Industria 4.0” rilevabili dai dati Mef delle dichiarazioni fiscali delle imprese e sulle richieste di contributo “Nuova Sabatini”, indicava nel 2021 (credito di imposta del 50%) un volume di investimenti “digitali ed interconnessi” di poco inferiore ai 470 milioni di euro, per una agevolazione alle imprese di circa 230 milioni di euro (spalmata in 3 anni). Nel 2022 era in discesa, di poco inferiore ai 400 milioni, probabilmente per effetto delle tensioni geopolitiche ma anche per la rimodulazione del credito d’imposta al 40% (poco più di 160 milioni di euro il valore dell’incentivo).







Le imprese che intendono accedere agli incentivi dovranno districarsi tra analisi di prefattibilità, certificazioni energetiche, perizie asseverate e relazioni tecniche, gestione del portale di invio delle documentazione. Per tutto questo Cna Padova e Rovigo ha messo in campo InnovaHub, una struttura dedicata ad accompagnare le imprese nella gestione “senza pensieri” di tutto il processo.

«Finalmente è operativo il piano Transizione 5.0, che prevede anche importanti crediti di imposta per la realizzazione di impianti da energie rinnovabili» dichiara Luca Montagnin, presidente di Cna Padova e Rovigo. «Si tratta di una misura che le micro e piccole imprese attendevano da tempo per contrastare gli effetti degli aumenti dei prezzi dell’energia. Molto positivo che il Ministero abbia accolto il suggerimento delle associazioni delle imprese di aumentare il prezzo per kW ammissibile per gli impianti fotovoltaici, allineandolo maggiormente ai valori di mercato: chiediamo però di vigilare affinché non si riproduca nei prossimi mesi l’effetto “Superbonus 110%”, con aumento ingiustificato dei costi degli impianti. Speriamo che l’apertura della piattaforma alla vigilia della settimana dell’anno in cui la maggior parte delle imprese chiude per qualche giorno di meritato riposo non precluda l’accesso agli incentivi a tutte quelle aziende che in questi mesi hanno iniziato ad attivarsi con pre analisi di fattibilità e preventivi dei fornitori».

Nel biennio 2024-2025 le imprese potranno utilizzare gli incentivi del piano Transizione 5.0, sotto forma di credito d’imposta, per attivare investimenti di digitalizzazione ed efficientamento dei loro processi produttivi, riducendo i consumi energetici e orientando le stesse verso la sostenibilità e lo sviluppo green, ma anche implementando le competenze del personale con nuove attività formative.

Il Piano è finanziato con 6,3 miliardi di euro dal ri-orientamento delle risorse PNRR, che si sommano al piano Transizione 4.0 finanziato per 6,4 miliardi di euro di risorse nazionali. Mentre quest’ultimo continuerà a incentivare l’acquisto di beni e software 4.0, il 5.0 invece introdurrà nuove misure per tutti gli investimenti in beni e attività che genereranno risparmi energetici o apporteranno efficienza energetica.

Le risorse sono suddivise in 3,8 miliardi di euro per l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali 4.0, 1,8 miliardi per impianti per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, 630 milioni di euro per la formazione del personale in competenze digitali e green. Il credito d’imposta è variabile a seconda del valore dei progetti di investimento e della riduzione di consumi ottenuta grazie ad essi: nella fascia più “gettonata” dalle Pmi, quella di progetti fino a 2,5 milioni di euro, si va dal 35% di credito d’imposta per una riduzione dei consumi aziendali globali di almeno il 3%, al 45% se si supera la soglia del 10%. Il vantaggio può anche essere più ampio nel caso di realizzazione di impianti fotovoltaici con celle ad alta o altissima efficienza, che possono far valorizzare l’impianto fino al 140% del suo costo effettivo.














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