Lavori sotto tensione: così gli “stuntman” di Terna assicurano il funzionamento della rete elettrica

di Roberto Fondo ♦︎ Terna è tra le poche società in Europa dotata di un centro di addestramento specifico per i lavori sotto tensione. Si trova a Viverone (Biella), e ospita anche tre laboratori elettrici. L’addestramento avviene su un’infrastruttura che simula gli interventi che si andranno poi a eseguire concretamente. Un gruppo di 150 operatori esperti si occupa di effettuare la manutenzione sotto tensione, per prevenire guasti e disservizi. Le ispezioni aeree dei tralicci con elicotteri e droni

Terna è la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale italiana (Rtn) dell’elettricità in alta e altissima tensione ed è il più grande operatore indipendente di reti per la trasmissione di energia elettrica (Tso) in Europa. Ha un ruolo istituzionale, di servizio pubblico, indispensabile per assicurare l’energia elettrica al Paese e permettere il funzionamento dell’intero sistema elettrico nazionale: porta avanti le attività di pianificazione, sviluppo e manutenzione della rete, oltre a garantire 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, l’equilibrio tra domanda e offerta dell’elettricità attraverso l’esercizio del sistema elettrico. Con circa 75.000 km di linee in alta e altissima tensione, oltre 900 stazioni su tutto il territorio nazionale e 30 interconnessioni con l’estero può contare su un patrimonio di circa 6.000 professionisti.

I Lavori Sotto Tensione (Lst)

I lavori sotto tensione rappresentano un’attività altamente qualificata di Terna. Gli interventi sotto tensione consentono di eseguire particolari azioni sull’infrastruttura elettrica mantenendo gli impianti in servizio: è una tecnica che Terna adotta da anni per garantire la sicurezza, la continuità, la qualità e la massima efficienza della rete elettrica di trasmissione nazionale. Grazie al continuo studio e allo sviluppo delle metodologie, alla formazione professionale di eccellenza dedicata alle sue risorse e all’utilizzo di attrezzature e strumenti ad hoc, Terna, con i suoi 165 operatori abilitati e 50 tecnici esperti, realizza una media di 1.800 interventi l’anno, con picchi anche di 3.000, sui circa 75 mila km di rete, realizzando un beneficio economico annuale per il sistema Paese stimato tra i 60 e i 90 milioni di euro.







Il centro di formazione di Viverone (Biella)

In questi anni Terna ha acquisito un livello di expertise tra i più accreditati in Europa e figura tra i leader mondiali nel settore per competenza e professionalità. L’azienda, inoltre, è tra le poche società in Europa a essersi dotata di un centro di addestramento specifico per i lavori sotto tensione e tra le prime al mondo ad aver istituito un proprio laboratorio accreditato secondo la IEC/ISO 17025 per eseguire le prove di verifica sulle attrezzature e sui Personal Protective Equipment utilizzate durante le attività.

Lavori sotto tensione al centro di addestramento di Viverone. Terna è tra le poche società in Europa a essersi dotata di un centro di addestramento specifico per i lavori sotto tensione.

In particolare, la sede Terna di Viverone (Biella) in Piemonte, ospita uno dei tre laboratori elettrici (gli altri due sono a Civitavecchia, nel Comune di Roma, e a Frattamaggiore, nel Comune di Napoli) e un campo di addestramento per la formazione – in piena sicurezza, in ambiente controllato e con procedure collaudate da anni di esperienza. Un centro unico in Italia, tecnologicamente avanzato, una vera e propria scuola di elevata formazione: i tecnici di Terna sono, infatti, gli unici in Italia che possono lavorare in modalità sotto tensione (Lst), con specifica autorizzazione ministeriale, su linee elettriche ad alta e altissima tensione.

Gli stuntmen della rete elettrica

Gli operatori sotto tensione sono gli stuntmen della rete elettrica nazionale ma, contrariamente alle apparenze, la loro non è una vita spericolata perché sono formati per gestire e controllare il pericolo in sicurezza. Sono operatori – una squadra di 165 uomini – che svolgono la loro attività sotto tensione, vale a dire lungo i fili o sopra i grandi tralicci che trasportano l’elettricità ad alta e altissima tensione della rete nazionale di trasmissione gestita da Terna. Lavorano senza interrompere il flusso, senza che vi siano interruzioni di corrente, per prevenire i guasti e assicurare la migliore qualità di erogazione del servizio. Non potrebbero farlo senza una rigorosa ed esigente attività di formazione che consente loro di muoversi con agilità e in sicurezza anche a 60 metri da terra, l’equivalente di un grattacielo di 20 piani.

Per avere un’idea del tipo di lavoro altamente specializzato si può azzardare il paragone della lampadina: qualsiasi bulbo preleva corrente a 230 V (il trasformatore la riduce poi a pochi volt necessari per il funzionamento) dalla rete di distribuzione a bassa tensione. Nel caso della rete di trasporto di Terna la tensione si muove in un range tra 132 e 380 kV, mille volte superiore.

I tecnici di Terna Lavorano senza interrompere il flusso, senza che vi siano interruzioni di corrente, per prevenire i guasti e assicurare la migliore qualità di erogazione del servizio.

Nel centro di Viverone l’addestramento avviene su un’infrastruttura che simula gli interventi che si andranno poi a eseguire concretamente. È un luogo con una lunga storia perché all’origine, ai primi del ‘900, era una centrale idroelettrica di pompaggio. Il centro è incorniciato dalle montagne e, intorno al vecchio bacino di monte, il lago di Bertignano, c’è il campo scuola dove i futuri operatori sotto tensione avvolti in tute conduttrici rendono l’operatore un tutt’uno con l’infrastruttura elettrica, si addestrano e si arrampicano a grandi altezze sotto la guida del personale docente. Questi ultimi prima di poter insegnare come si eseguono i lavori sotto tensione sono sottoposti ad un iter di certificazione delle conoscenze tecniche che dovranno trasferire che si affiancano alle necessarie competenze nel campo della formazione con al termine un esame finale per poter essere certificati secondo la IEC/ISO 17034. È così che si supera la paura e si acquista confidenza con un mestiere che ha alte tecnicalità e protocolli ferrei. Le tappe successive consentono di acquisire ulteriori competenze sempre più specializzate come quella di poter operare su “cestello con braccio isolante” o diventare “preposto”, una figura assimilabile a quella di capo-cantiere nell’edilizia.

Ciò che più conta è l’esperienza: non è un caso che nella squadra dei 150 operatori sotto tensione l’età vari dai 25 agli oltre 60 anni. È un punto di forza dell’attività perché si crea un mix tra la forza fisica dei più giovani e il trasferimento di conoscenza reso disponibile dai più anziani. La forza fisica serve, per esempio, a muovere aste isolanti lunghe anche 4,5 metri; l’esperienza è quella dei preposti che, da terra, osservano le operazioni e controllano l’attività di chi opera sui sostegni (i pali) o lungo i conduttori dentro carrelli di alluminio che si muovono nel vuoto.

I lavori sotto tensione non servono a risolvere i guasti ma a prevenirli con un’attività di manutenzione volta ad assicurare il perfetto stato della rete ed a evitare così i disservizi.

Gli operatori quando operano sui sostegni sono tutti vestiti di arancione per rendere più visibili i movimenti, mentre di rosso sono colorati gli elementi isolanti. È fondamentale, ad esempio, non avvicinare il corpo più di 2 metri da un 380 kV e per questo si utilizzano aste in fibra di vetro riempite di schiuma poliuretanica, ognuna delle quali viene sottoposta a verifica annuale in laboratori certificati.

I lavori sotto tensione non servono a risolvere i guasti ma a prevenirli con un’attività di manutenzione volta ad assicurare il perfetto stato della rete ed a evitare così i disservizi per gli utenti: gli utenti sono le grandi centrali di generazione che immettono elettricità in rete, tutta la rete di distribuzione che la porta nelle case e verso le imprese, e le grandi industrie collegate direttamente in alta tensione. Terna, infatti, ispeziona più di 3.500 tralicci l’anno sia scalando i sostegni che attraverso l’utilizzo di droni, e 2,5 volte l’intero parco di linee elettriche aeree (175.000km) sia in elicottero che attraverso ispezioni a piedi, e poi classifica i punti critici individuati. A quel punto, se necessario, inizia l’intervento degli operatori sotto tensione.














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