Apre Sps Italia 2024: IA al centro e focus sugli incentivi 5.0, che sono in arrivo. Ma il mercato dell’automazione italiana rallenta…

di Barbara Weisz ♦︎ La più importante fiera dedicata all'automazione industriale cresce ulteriormente. Più di 800 espositori, fra cui Bosch Rexroth, Omron, Siemens, Keba, Rockwell Automation, Camozzi Automation, Rta, Sew-Eurodrive. Andrea Bianchi, Anie Automazione: il mercato dell'automazione italiano rallenta, e il sentiment per il 2024 è negativo. Gli incentivi 5.0? Secondo Raffaele Spallone del Mimit arriveranno entro giugno. Il focus sull'IA di Marco Bentivogli (Base Italia) e Monica Poggio (Bayer)

Fra i padiglioni della fiera l’IA è ovunque, con applicazioni per l’industria che estraggono e analizzano sempre più dati dalla produzione e facilitano l’interazione uomo-macchina, anche utilizzando il linguaggio naturale. Il paradigma è Industria 5.0, quindi tecnologie sempre più orientate alla transizione energetica e alla sostenibilità ambientale, che necessitano di nuove competenze. Ma il contesto economico è caratterizzato dall’incertezza. L’Italia cresce poco, pur in media con l’Europa, e soprattutto sono in chiaroscuro i dati sull’andamento specifico dell’automazione industriale, che dopo aver chiuso il 2023 con un progresso del 13%, ha iniziato a rallentare nella seconda parte dell’anno scorso, e sta proseguendo all’insegna della debolezza, tanto che le stime sono per un 2024 in negativo.

In vista, ci sono gli incentivi 5.0, molto attesi dalle imprese e che potrebbero contribuire a far ripartire il mercato, anche se per il momento è difficile valutarne le potenzialità in termini di impatto immediato. Ci sono invece previsioni sulle tempistiche del decreto attuativo che li farà materialmente partire, in forte ritardo e destinato a farsi attendere ancora. «Io mi auguro che sia pronto per fine giugno, e nel frattempo anche la piattaforma è già stata testata» dichiara Raffaele Spallone, dirigente divisione digitalizzazione delle imprese e analisi dei settori produttivi del ministero delle Imprese e del Made in Italy, intervistato da Industria Italiana in occasione della plenaria di apertura della manifestazione fieristica gestita dal gruppo Messe Frankfurt.







Donald Wich, ad di Messe Frankfurt Italia, ha aperto Sps 2024 coi suoi saluti istituzionali.

Al centro dell’evento inaugurale di Sps Italia 2024, Industria 5.0 e la sfida delle transizioni digitale e green per la manifattura italiana. Aperta dai saluti istituzionali dell’amministratore delegato, Donald Wich, la plenaria è proseguita con la presentazione dei dati di mercato da parte di Andrea Bianchi, presidente di Anie Automazione, e con il punto sugli incentivi 5.0 fornito dal sopracitato Raffaele Spallone, dirigente del Mimit. Infine, due panel di esperti si sono confrontati sui temi legati alla twin transition e al modo di interpretarla correttamente per produrre crescita. Monica Poggio, amministratrice delegata di Bayer Italia, Marco Bentivogli, coordinatore nazionale dell’associazione Base Italia, esperto di politiche di innovazione di industria e lavoro, Andrea Bertolini, docente alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e direttore del Jean Monnet centre of excellence on the regulation of robotics and AI (Eura), Caroline Viarouge, chief executive officer di Eit Manufacturing, una delle nove comunità di innovazione sostenute dall’Istituto europeo di innovazione e tecnologia, un organismo dell’Unione Europea, Cristina Oyon, director of technology, innovation and sustainability dell’agenzia basca per lo sviluppo imprenditoriale Grupo Spri, e Jan Pachner, segretario generale One ocean foundation.

La prima impressione di Donald Wich su Sps è «estremamente positiva». Le pre-registrazioni all’evento sono state superiori al precedente anno, come conferma il maggior numero di presenze. Più di 800 gli espositori alla fiera dell’automazione. 

I numeri e le tecnologie di Sps Italia 2024, con l’intelligenza artificiale il chatbot diventa industriale

In fiera, oltre 800 espositori, fra cui Bosch Rexroth, Omron, Keba, Rockwell Automation, Camozzi Automation, Rta, Sew-Eurodrive. All’ingresso, c’è la Mambo, barca in vetroresina interamente realizzata in 3D da una start-up, Moi Composites, che ha collaborato con diverse azione del settore nautico, e con Autodesk come partner digitale. Un esempio di innovazione, altro tema centrale quest’anno declinato anche con il debutto di un’area startup e diverse iniziative per i giovani, ai quali nell’ottica di colmare il mismatch di competenze è dedicato anche un premio, upchallenge.

All’ingresso, c’è la Mambo, barca in vetroresina interamente realizzata in 3D da una start-up, Moi Composites, che ha collaborato con diverse azione del settore nautico, e con Autodesk come partner digitale.

Fra le applicazioni industriali di intelligenza artificiale generativa, assistenti virtuali come Industrial Copilot di Siemens, creato in collaborazione con Microsoft e integrato nella piattaforma digitale Xcelerator. O Robin, l’assistente di fabbrica di Miraitek. Il focus sull’intelligenza artificiale è evidente, il ceo Donald Wich la definisce «un’opportunità ancora da esplorare», in effetti in base al position paper del comitato scientifico è un target delle imprese, le quali che però spesso sono ancora prudenti quando si tratta di compiere passi concreti e in due terzi dei casi non hanno ancora adottato l’IA.

Marco Bentivogli, co-fondatore di Base Italia, ritiene che l’IA possa invece essere «un volano per favorire l’automazione spinta soprattutto delle pmi», verso le quali ritiene che di fatto l’Italia non abbia ancora un serio piano di trasferimento tecnologico.

Secondo Monica Poggio, amministratore delegato di Bayer Italia, è possibile che la prudenza su livello di integrazione dipenda dal fatto che «è ancora difficile capire cosa fa l’intelligenza artificiale». La top manager insiste però sulla centralità della digitalizzazione, a prescindere dagli incentivi. E propone l’esempio dello stabilimento di Garbagnate Milanese del gruppo farmaceutico tedesco, una fabbrica digitale in cui, ci tiene a sottolinearlo, il capo della produzione è una donna, e ci sono sensori sulle linee di produzione, il digital twin nel laboratorio di qualità, sistemi per leggere i dati, manutenzione predittiva.

Fra gli stand distribuiti sui sei padiglioni della fiera, a Parma dal 28 al 30 maggio, le ultime novità di robotica e meccatronica, industrial IT, additive manufacturing, green manufacturing.

Le imprese attendono gli incentivi 5.0 per investire, il Mimit annuncia il decreto entro la fine di giugno

L’arrivo delle agevolazioni è uno degli elementi maggiormente attesi dal mercato. Il beneficio fiscale è un credito d’imposta per l’acquisto di macchinari e software digitali che producano un risparmio energetico del 3% dell’unità produttiva o del 5% sul singolo processo su cui interviene la tecnologia acquistata. Il tax credit aumenta in base alla riduzione dei consumi energetici, va dal 35, al 40 al 45%, e si riduce quando l’investimento è superiore ai 2,5 milioni di euro.

L’attesa dei decreti sta tenendo fermo il mercato dei macchinari, e non solo. I doppi controlli ex ante ed ex post. Il Mimit tarda anche perché vuole estendere il più possibile la platea dei beneficiari. Anche quelle rientrano nei meccanismi Ets, per i quali si sta cercando di creare eccezioni ad hoc. Il Mimit ha completato il suo lavoro, ora sotto revisione al Mef. Poi, finalmente, il via. Il nodo della piattaforma che gestirà il tutto.

Il problema è che, pur incentivando gli investimenti effettuati a partire dall’inizio di quest’anno, in mancanza del decreto ministeriale attuativo le imprese non si muovono, in attesa di conoscere dettagli applicativi, criteri in base ai quali verrà calcolato il risparmio energetico, e procedure.
Il decreto attuativo avrebbe dovuto essere pronto in aprile, a 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto 19/2023 che contiene il piano, ma è costantemente slittato e ora Raffaele Spallone in apertura di Sps Italia ha fato un orizzonte temporale a fine giugno. E ha fornito altre anticipazioni. 

Il decreto attuativo potrebbe includere nel Piano 5.0 gli investimenti di alcune imprese energivore

«Abbiamo lavorato con i tecnici del Mef per interpretare la regola in modo che alcuni investimenti delle imprese Ets possano essere ammessi. Se un’impresa vuole fare investimenti su impianti non soggetti al monitoraggio Ets ed è sopra il benchmark, perché non può farlo?»., afferma Raffaele Spallone.

Il decreto ministeriale attuativo del Piano 5.0 potrebbe contenere eccezioni alla regola che esclude le cosiddette attività Ets. Si tratta di imprese ad alte emissioni di CO2, e che in base alle legislazioni europee devono compensare l’impatto inquinante acquistando quote per ogni tonnellata di anidride carbonica che emettono. Il Piano Trasformazione 5.0 le esclude dai crediti d’imposta per la transizione digitale ed energetica. Fra i motivi del ritardo ci sarebbe proprio il tentativo di rendere gli incentivi disponibili per il maggior numero di imprese possibili, cercando di prevedere delle eccezioni alla clausola del “do no significant harm”. Il punto è che questi benefici fiscali sono finanziati dal Pnrr, e il piano nazionale di ripresa e resilienza esclude la possibilità di far arrivare risorse a imprese che provocano danni all’ambiente. Il decreto legge 17/2023 prevede che gli incentivi per la transizione 5.0 non spettino alle seguenti tipologie di attività: direttamente connesse ai combustibili fossili, che rientrano nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (Ets) e generano emissioni di gas serra non inferiori ai pertinenti parametri di riferimento, connesse alle discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico, oppure con processo produttivo che generi un’elevata dose di sostanze inquinanti classificabili come rifiuti speciali pericolosi.

Ebbene, sulle imprese Ets il Governo sta lavorando «per allargare le imprese beneficiarie». In realtà, ci spiega Spallone, «il Pnrr impedisce di finanziare chi impatta negativamente sull’ambiente, e quindi anche le imprese che sono oltre i limiti consentiti. Ma il Piano Transizione 5.0 «può avere tanto più impatto quanto più sono coinvolte le imprese energivore. Per questo abbiamo lavorato con i tecnici del Mef per interpretare la regola in modo che alcuni investimenti delle imprese Ets possano essere ammessi. Se un’impresa vuole fare investimenti su impianti non soggetti al monitoraggio Ets ed è sopra il benchmark, perché non può farlo?».

Con il decreto, annuncia Spallone, uscirà una «corposa circolare operativa» che fornirà tutti i dettagli su come utilizzare gli incentivi.

In ogni caso, Anie Automazione ha presentato a Sps 2024 un vademecum Transizione 5, con una sorta di guida all’utilizzo dell’incentivo e alle tecnologie che abilitano il risparmio energetico.

Il mercato italiano dell’automazione sta rallentando, il sentiment sul 2024 è negativo

Nel frattempo, come detto, il mercato ristagna. Il 2023 per il settore dell’automazione si è chiuso intorno agli 8 miliardi di euro, in crescita del 14%, dato leggermente inferiore alle previsioni. L’anno scorso l’associazione confindustriale ipotizzava una stima più alta, con una crescita compresa fra il 16 e il 21, ma dopo un primo semestre coerente con questo ritmo c’è stato un rallentamento nella seconda metà dell’anno, proseguito nel 2024. Tanto che le previsioni per la fine di quest’anno vedono una flessione del 6 per cento.

Il 2023 per il settore dell’automazione si è chiuso intorno agli 8 miliardi di euro, in crescita del 14%, dato leggermente inferiore alle previsioni. L’anno scorso l’associazione confindustriale ipotizzava una stima più alta, con una crescita compresa fra il 16 e il 21, ma dopo un primo semestre coerente con questo ritmo c’è stato un rallentamento nella seconda metà dell’anno.

I dati sono contenuti nell’Osservatorio dell’Industria italiana dell’automazione 2024, presentati da Andrea Bianchi. Si inseriscono in un contesto di bassa crescita, +0,9% nel 2023, sostenuta prevalentemente dalla domanda interna, con l’aspetto positivo determinato dall’andamento migliore rispetto alla media UE e a grandi economie come la Germania.

L’analisi per aree geografiche vede l’86% del fatturato concentrato nelle regioni del Nord, con l’Emilia-Romagna in testa (22%), seguita dalla Lombardia al 31%. Per quanto riguarda i segmenti tecnologici, prevalgono le tecnologie nell’ambito di meccatronica e innovazione, e del software industriale. Fra i settori di destinazione, sul podio meccanica, alimentare e packaging, mentre in coda alla top ten il tessile ha sostituito il legno.

Il report individua fra gli obiettivi prioritari la necessità di continuare a promuovere la consapevolezza sull’importanza della twin transition, soprattutto fra le piccole e medie imprese. E per quanto riguarda le tecnologie abilitanti della transizione, dedica un focus al metaverso industriale e al digital twin.














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