Sirmax Group festeggia i primi 60 anni con un semestre da record: 215 milioni di ricavi nel 2024

Le prossime sfide del Gruppo riguardano l’internazionalizzazione. Il piano industriale 2025-27 prevede nuovi investimenti per 30 milioni euro

Da sinistra: Vittorio Pavin; Gianmarco Russo, direttore Confindustria Veneto Est; Alberto Zanatta, Tecnica Group; Paola Carron, Carron; Massimo Pavin; Leopoldo Destro, presidente di Confindustria Veneto Est; Roberto Pavin.

Nell’headquarters di Cittadella si è tenuto l’evento celebrativo per i 60 anni di Sirmax Group, azienda specializzata nella produzione di granuli termoplastici destinati a diversi settori di applicazione: dall’auto agli elettrodomestici, dall’elettronica all’edilizia, all’arredamento. L’azienda, guidata dal presidente e amministratore delegato Massimo Pavin, ha festeggiato la tappa storica con un evento a cui hanno preso parte il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, l’europarlamentare Elena Donazzan, il presidente di Confindustria Veneto Est Leopoldo Destro, assieme a Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero delle Imprese e del made in Italy, ad Antonio De Poli, questore del Senato, all’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato e a Luca Pierobon, sindaco di Cittadella.

Sessant’anni di innovazione

La mattinata è stata l’occasione per ripercorrere le tappe principali della storia di Sirmax, cominciata nel 1964 a Isola Vicentina, quando nacque Sirte. Nel 1999 l’azienda fondata da Lorenzo Coppola fu acquisita da Maxplast, realtà che già esisteva dal 1992 grazie all’intraprendenza di due giovanissimi fratelli, Massimo e Roberto Pavin, e la nuova realtà prese il nome di Sirmax. In poco tempo Sirmax divenne un player importante nel mercato globale, diversificando la produzione, affinando la ricerca tecnologica e sviluppando nuovi settori di business, come l’elettrodomestico, l’automotive e l’elettronica. È l’internazionalizzazione ad aver caratterizzato gli anni che seguirono. Dopo l’avvio di un nuovo impianto a Tombolo (PD) per la produzione di una gamma diversificata di tecnopolimeri, negli anni 2000 cominciò il processo di globalizzazione: prima, nel 2006, con uno stabilimento greenfield a Kutno, in Polonia, poi con l’apertura del plant di Jundiaí (San Paolo, Brasile) nel 2014, in seguito con la costruzione di uno stabilimento negli Stati Uniti, ad Anderson, Indiana, nel 2015. E ancora: in India nel 2017 venne firmata una joint venture con Autotech Polymers, del gruppo Tipco, azienda storica specializzata nei settori dell’elettrodomestico e dell’automotive con stabilimenti a Valsad (Mumbai) e Palwal (Delhi), alleanza che prese il nome di Autotech Sirmax e che ha permesso al gruppo di essere presente nell’area asiatica; nel 2019 venne inaugurato il secondo stabilimento polacco, sempre a Kutno, mentre nel 2022 fu ufficialmente avviato il secondo stabilimento degli Stati Uniti, sempre ad Anderson, in Indiana.







Nel 2019 sono iniziati anche gli investimenti nell’economia circolare, con l’acquisizione della veneziana Microtec, azienda produttrice di compound compostabile e biodegradabile, e di Società Europea di Rigenerazione (S.E.R.) di Salsomaggiore Terme (Parma), con un plant dedicato al riciclo dello scarto post-consumo. L’impegno nella ricerca è proseguito con la creazione di Smart Mold, uno spin-off dell’Università di Padova partecipato al 50% da Sirmax che assiste i clienti nella progettazione di componenti supportandoli nello stampaggio ad iniezione, nella scelta dei materiali e nell’ottimizzazione dei processi.

«La storia di Sirmax – dice il presidente e amministratore delegato Massimo Pavin – è una storia di occasioni inaspettate e di situazioni che si intrecciano con le specificità delle persone. Ma anche di una profonda attenzione nei confronti del mercato e del coraggio di investire. Sirmax non sarebbe mai arrivata ai risultati di oggi se non ci fosse stata la tenacia imprenditoriale e una squadra coesa in grado di mettere a terra le idee e le strategie di business».

Primi sei mesi del 2024 in crescita

Sirmax guarda al futuro forte di una semestrale 2024 dai numeri più che positivi: 215 milioni di euro di ricavi, contro i 200 del 2023, frutto anche di un aumento dei volumi di vendita del 10%, e 24 milioni di margine operativo lordo. I buoni risultati sono conseguenza degli investimenti degli ultimi quattro anni: 180 milioni di euro tra crescita interna, con il raddoppio dei siti negli Usa e in Polonia, l’aumento del 10% della capacità produttiva in Europa e acquisizioni di aziende nelle plastiche da riciclo (S.E.R., oggi Sirmax New Life) e bio (Microtec, oggi Sirmax). La diversificazione si è rivelata vincente per Sirmax: oggi la plastica bio e soprattutto quella da post-consumo rappresentano il 90% dei volumi nei nuovi progetti e valgono il 10% dei ricavi attuali. Guardando i settori, se l’automotive vale il 20% del totale, un quinto di questo 20% è fatto di prodotti green. Si è rivelata vincente anche la diversificazione geografica: se l’Europa resta ancora in stallo, in Usa Sirmax ha registrato nel primo semestre 2024 una crescita del 20%, acquistando nuove quote di mercato. Il gruppo è cresciuto del 10% anche in Brasile e in India, in quest’ultimo Paese grazie alla spinta del programma interno dello stato asiatico che sta dando un forte impulso ai consumi e alla produzione interna.

«Il nostro valore è la diversificazione sia geografica che di prodotto – commenta Pavin –. L’elettrodomestico, ad esempio, resta in stallo, ma noi abbiamo aumentato i nostri volumi acquistando quote di mercato con i prodotti circolari. Altro fattore importante che ha decretato il successo del primo semestre è il fatto di avere una catena del valore localizzata, filiere corte direttamente sui territori dove internazionalizziamo. Questo ci permette di sentire meno l’impatto delle problematiche geopolitiche, del costo dei noli o delle politiche dei dazi».

Nell’internazionalizzazione gli investimenti futuri

Il piano industriale 2025-27 prevede nuovi investimenti per circa 30 milioni di euro. Le prossime sfide a cui Sirmax sta lavorando, seguendo la strategia multi-country e multi-product, sempre nel solco della sostenibilità, riguardano l’internazionalizzazione, e sono il completamento del 14° stabilimento produttivo del Gruppo, quello di Hosur (India) entro il 2026, che si aggiunge agli altri due indiani, e la pianificazione di ulteriori investimenti nella proprietà di Anderson negli Stati Uniti.

«In questo momento – conclude il presidente – l’azienda ha ottime prospettive di crescita in Usa, India e Brasile. L’Europa resta la nostra maggiore destinazione, ma sta ancora vivendo un momento difficile e, per il nostro settore, molto dipenderà da come il governo europeo vorrà affrontare il tema della regolamentazione delle merci in entrata. Il rischio è la perdita di competitività delle nostre imprese a vantaggio delle economie asiatiche, alle quali vanno applicate le stesse regole di tutela ambientale che abbiamo in Europa. Ho molte aspettative nei confronti del documento presentato nei giorni scorsi da Mario Draghi; l’Europa continuerà a giocare un ruolo fondamentale nello scenario economico internazionale».














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