Philip Morris investirà 2,5 miliardi in Italia nella filiera agricola entro il 2027

La filiera coinvolge circa 8.000 imprese italiane di fornitura e servizi, con circa 41.000 persone che lavorano direttamente o indirettamente per il gruppo

Il polo produttivo a Crespellano (Bologna).

Esattamente dieci anni fa Philip Morris ha rivoluzionato il proprio business con lo sviluppo di prodotti senza combustione, scomettendo sull’Italia con il polo produttivo a Crespellano, in provincia di Bologna, il primo totalmente dedicato alle produzione di sigarette elettroniche. Riportiamo la dichiarazione rilasciata all’Ansa da Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia, in occasione della presentazione a Milano dell’ultima generazione, Iqos Iluma i Prime: «Nel 2014 ponevamo le fondamenta della nostra visione di un futuro senza fumo in Italia. Lo stesso anno, a Bologna, posavamo la prima pietra del più grande polo produttivo al mondo totalmente dedicato ai prodotti senza combustione, evidenziando come con la costruzione del polo produttivo di Crespellano, frutto di un investimento di oltre 1,5 miliardi, l’azienda ha sviluppato una filiera integrata del Made in Italy. Una filiera che coinvolge circa 8.000 imprese italiane di fornitura e servizi, con circa 41.000 persone che lavorano direttamente o indirettamente per il gruppo su tutto il territorio nazionale e contribuisce ogni anno all’economia italiana per oltre 10 miliardi, pari allo 0,5% del Pil. A ciò si aggiunge che gli investimenti complessivi nella filiera agricola arriveranno a 2,5 miliardi nel 2027 in Italia, con l’intesa con il Masaf prevede investimenti fino a 500 milioni per i prossimi cinque anni per l’acquisto di circa il 50% circa, 21.000 tonnellate, della produzione totale di tabacco greggio italiano. Il tutto per arrivare all’obiettivo, entro il 2030, di avere ricavi netti derivanti dai nuovi prodotti superiori ai due terzi del totale».














Articolo precedenteRinnovo Ccnl: da Federmeccanica e Assistal premi annui da 700 euro e benefit fino 400 euro. Troppo poco?
Articolo successivoConfindustrie del Nord: le Pmi italiane vogliono un’Unione Europea che riporti al centro l’industria






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui