Valvole industriali: la strategia di Carrara per competere con Cina e India

di Laura Magna ♦︎ Le valvole industriali sono cruciali per impianti e trasporto di liquidi e gas. Carrara, azienda bresciana che opera nel settore Oil&Gas, investe l’1,5% del fatturato (45 milioni) in R&S. Per crescere punta su M&A e investimenti in tecnologia. Le acquisizioni di Planichem e Filtes International. Planigraph Esp, una grafite espansa modificata, frutto di 5 anni di ricerche. Sulla competizione con India e Cina ne parliamo con Francesco Apuzzo, R&D manager

Stabilimento produttivo di Carrara

Punta su M&A e investimenti in tecnologia per crescere Carrara, azienda che produce nello stabilimento di Adro, nel bresciano, Componenti e Sistemi di tenuta per Valvole e Flange dei settori Oil&Gas, petrolchimico ed energia. «Investiamo in R&S l’1,5% del fatturato, che nel 2023 si è consolidato per il gruppo a 45 milioni di euro, perché crediamo che la creazione del valore sia determinata dalla capacità di innovare e di trasferire ai prodotti e alla organizzazione– dice a Industria Italiana Francesco Apuzzo, R&D manager di Carrara – quel qualcosa in più che in un mercato maturo riesce a fare la differenza in termini di qualità e reputazione».

Carrara è tra le sei aziende che aderirono sin dalla prima ora all’iniziativa di Confindustria Bergamo per creare un evento internazionale dedicato alle tecnologie delle valvole industriali e alle soluzioni di flow control, quella che ora tutti conoscono come Ivs – Industrial Valve Summit. Le prime riunioni per il progetto fiera si tennero nell’autunno del 2014 «perché Confindustria Bergamo e alcune aziende percepirono la necessità di costruire una vetrina – precisa Apuzzo – che permettesse alla filiera delle valvole italiane di essere visibile, in quanto movimento, nel mondo». Filiera che, come vedremo oltre, si presenta competente, competitiva e particolarmente resiliente. Intanto basti definirne i contorni: l’industria del settore Valvole Oil&Gas, insieme a componenti e servizi attinenti, vale all’incirca 3 miliardi di euro – sui 10,6 miliardi di euro complessivi delle valvole italiane – e conta 139 imprese su circa 800 (dati dell’Osservatorio IVS-Prometeia “The Oil&Gas Valve Industry in Italy”).







Le valvole industriali sono componenti industriali cruciali per garantire il regolare funzionamento degli impianti di produzione e il trasporto di liquidi e gas in numerosi settori. Questi dispositivi non solo permettono il passaggio delle sostanze, ma svolgono anche una varietà di funzioni fondamentali per il controllo e la gestione dei flussi. Sono costruite con materiali capaci di resistere a elevate temperature e pressioni, in ambienti spesso severi dal punto di vista dell’aggressività chimica, e possono avere dimensioni e pese veramente eterogenei da pochi chilogrammi fino a svariate tonnellate. Un mondo industriale altamente hi-tech e perennemente in trasformazione per confrontarsi sempre al meglio con la concorrenza internazionale e cogliere le opportunità della transizione energetica che vedrà gli idrocarburi come elementi di rilievo ancora per un lungo ciclo.

Con quasi il 40% della produzione in Europa, l’Italia è il leader indiscusso delle valvole nel Vecchio Continente.

Nello specifico ambito (Oil&Gas), tra quelle prodotte in Europa la maggior parte sono realizzate in Italia e il nostro Paese mantiene la leadership del ranking settoriale UE, con oltre 8 punti di vantaggio sulla Germania e oltre 30 sul terzo in classifica (Francia). I numeri sono realizzati all’interno di ecosistema di 139 imprese (oltre il 90% del fatturato è realizzato in un raggio di 100 Km dalla provincia di Bergamo), che occupano oltre 10.000 addetti (in crescita rispetto ai 9.300 del 2021).

Carrara, l’identikit di un produttore integrato della filiera delle valvole per l’Oil&Gas

Francesco Apuzzo, R&D manager di Carrara.

Il gruppo Carrara è costituito da tre Aziende che operano nei mercati internazionali. Carrara, che progetta e produce sistemi di tenuta per valvole, pompe e flange, i tre elementi più comuni per realizzare una conduttura o un impianto industriale (piping components), è la capogruppo delle controllate Planichem e Filtes International, operanti l’una nel medesimo settore e l’altra in attività solo parzialmente contigue, per un totale di 220 dipendenti e un portafoglio che annovera complessivamente più di 1.500 clienti, tra cui spiccano molti brand dell’industria internazionale. «Abbiamo tenuto il controllo della produzione presso i nostri stabilimenti in Italia per garantire la qualità e la rapida disponibilità dei prodotti – dice Francesco Apuzzo – ma siamo fortemente globalizzati nelle attività di procurement per aumentare la nostra competitività. Le fabbriche sono molto moderne, ben attrezzate e informatizzate. Tutti gli investimenti dell’ultimo ciclo sono stati indirizzati al miglioramento della capacità produttiva e della flessibilità, secondo un principio di sostenibilità. Quello che farà sempre più la differenza sarà la performance organizzativa in termini aggregati ovvero nel business moderno tutte le funzioni aziendali devono concorrere al miglioramento della competitività e della performance». E l’assetto organizzativo di questo gruppo è frutto di un piano industriale che viene da lontano e si è sviluppato seguendo una visione precisa. Carrara Spa operante nel settore dei sistemi di tenuta ha acquisito nel 2018 Planichem, che è specializzata nella produzione di Ptfe modificato e di manufatti in grafite minerale espansa, perseguendo una politica di integrazione dell’offerta commerciale Carrara dei sistemi di tenuta. Filtes Internazional, la terza azienda del gruppo, è specializzata nella produzione di filati tecnici industriali.

«Filtes International è stata acquisita nella metà degli anni 90 prevalentemente per contrastare i frequenti shortage di filati tecnici che utilizziamo nelle nostre produzioni. Fu insomma una classica acquisizione per integrarci a monte – dice Apuzzo – ma molto rapidamente Filtes International si posizionò con successo in altri mercati tipici dei filati tecnici industriali acquisendo una propria dimensione di business quasi del tutto esterna agli ambiti commerciali di Carrara. Infine, ne è scaturito un gruppo che opera in termini integrati su tutti i mercati internazionali, prevalentemente quello Emea, nel settore delle guarnizioni e dei filati tecnici industriali».

Come si cresce se il core business è una commodity: le acquisizioni e le innovazioni tecnologiche

Dopo 5 anni di ricerche, Carrara ha messo a punto Planigraph Esp, una grafite minerale espansa modificata, sulla quale forti aspettative di crescita, soprattutto nel mercato Usa.

Il settore delle valvole Oil&Gas è un settore maturo in cui le strategie di crescita devono essere ben congegnate. Crescere, in altre parole, è difficile, di più da quando i produttori asiatici sono entrati nell’arena spesso con condotte commerciali aggressive e spregiudicate. «Operiamo in un contesto di concorrenza estrema perché vendiamo in definitiva commodity – continua Apuzzo – Ma dobbiamo intenderci su cosa sia una commodity, innanzitutto. Se un Oil&Gas Producer commissiona una raffineria dal circa 2 miliardi di euro, ebbene potrà sembrare strano ma essa può essere considerata una commodity perché la tecnologia per realizzarla è sostanzialmente nota e reperibile. Questo significa che una commodity può essere anche una cosa complicata perché richiede molte risorse e competenze ma non complessa perché non richiede (ragionevolmente) la risoluzione di problematiche inattese o irrisolte. Non c’è niente di nuovo, insomma! All’interno di questa categoria di mercati, la crescita che si può ottenere per miglioramento di performance non è infinita. E dunque si deve entrare in una logica di acquisizioni combinata a investimenti in R&D che possono produrre opportunità per migliorare l’offerta commerciale. Per esempio, dopo 5 anni di ricerche, di recente abbiamo messo a punto Planigraph Esp, una grafite minerale espansa modificata, per cui nutriamo forti aspettative di crescita soprattutto nel mercato Usa mirando a un incremento dei ricavi. La strategia di gioco passa per un futuro che persegua un modello di sostenibilità soprattutto in relazione alla governance aziendale perseguendo il miglioramento della performance organizzativa. Qui si gioca la partita: consegnare più velocemente, ridurre al minimo le difettosità, essere veloci e precisi nelle risposte al cliente, calibrare i magazzini sulla domanda. In definitiva le nostre vendite sono spinte dalla performance organizzativa supportata dall’introduzione ogni due/tre anni di un prodotto nuovo e con un’attenta politica di M&A e di local content nel mercato Emea».

Il valore della filiera: una storia lunga 70 anni

Stabilimento produttivo di Carrara, ad Adro (Brescia).

La filiera, in questo contesto, diventa importante e strategica perché è ciò che consente di offrire un full service a un Audience costituita da Oil&Gas Producer Companies e da Epc che trovano in un’unica regione tutto ciò che serve per questo campo di attività.

«Nell’immediato dopoguerra – racconta Apuzzo – nel Nord Italia furono fondate alcune Aziende di valvole grazie a investimenti e competenze provenienti dall’estero. Poi come spesso è successo in Italia, sono nate altre aziende tanto di fornitori di componenti e servizi quanto di valvole. Passo dopo passo è nata la filiera territoriale, che coinvolge metalmeccanica, metallurgia, forge e fonderie, progettazione, verniciatura, saldatura, collaudi e ispezioni». E poi il settore si è configurato in cluster molto diversificati. «Noi operiamo prevalentemente nell’Oil&Gas, ma poi c’è la power generation per la gestione del vapore e il grande mondo dell’acqua, che comprende sia le valvole per le condotte che quelle della rubinetteria. Il nostro è tutto un mondo rivolto alle forniture di primo impiego per impianti nuovi nel mondo Oil&Gas. Su dieci valvole vendute, più di nove finiscono in un impianto nuovo, il pezzo di ricambio rappresenta un mercato minore». Questo, da un punto di vista commerciale, obbliga chi vuole essere in questo mercato a essere in relazione con gli Epc, le società di Engineering Procurement and Construction a cui le Oil&Gas producer Companies commissionano gli impianti nuovi. «L’Epc provvede all’acquisto di tutti i beni e servizi. Chi vuole vendere questi prodotti deve pertanto essere nelle vendor list di entrambe le aziende, Oil&Gas producer e Epc».

Il valore aggiunto delle valvole italiane: la personalizzazione, che non può essere fagocitata da India e Cina

Filtes Internazional, azienda acquisita dal Carrara, è specializzata nella produzione di filati tecnici industriali.

I cicli di vita della valvola sono lunghi e mediamente di 20, ma non è raro rintracciare valvole in esercizio per più tempo. L’ambito tecnico delle valvole industriale e completamente normato da standard internazionali o da specifiche tecniche redatte direttamente dalle Oil&Gas producer Companies. «In questo contesto molto codificato la capacità delle aziende di offrire prodotti customizzati o con design rispondenti a specifici requisito del progetto, derivati da motivi di carattere tecnico e specificità di servizio – spiega Apuzzo – è diventata sempre più rilevante e fattore critico di successo. È un capitolo molto importante e tutto italiano che spiega perché la filiera lombarda e italiana delle valvole abbia saputo competere con i produttori Asiatici, emergendo nel mercato delle valvole high performance. L’abilità della nostra filiera è quella di offrire adeguata flessibilità, eccellenti servizi d’ingegneria unitamente a lead time di fornitura che sono apprezzati dai clienti». Una competizione che è stata affrontata utilizzando le leve che possono essere usate nei mercati ad alto valore di offerta: flessibilità, customizzazione, lead time contenuti e prezzo che resta in un range molto attraente. «Tutte le fabbriche del mondo occidentale, e quelle italiane in particolare, sono state capaci di adeguarsi ai nuovi input, seguendo quelle che sono le richieste del mercato in termini complessivi. Carrara, in qualità di fornitore dei valvolieri, ha saputo adattarsi al mutato contesto, perseguendo strategie precise per attribuire maggiore contenuto e valore ai propri prodotti e servizi».

Una storia che caratterizza in qualche misura tutte le manifatture italiane che sono famose per la loro capacità di reazione e proposizione. Per il prossimo futuro le prospettive paiono favorevoli poiché il settore Oil&Gas ha ripreso a investire. «In atto c’è un cambio di strategia mondiale sulla manifattura – dice Apuzzo – Stiamo assistendo sempre più a un reshoring, per motivi strategici e di convenienza, ma anche per motivi di ordine etico e sociale. Ci vuole programmazione per continuare a progredire in un presente mutevole che richiede decisioni da prendere gettando lo sguardo sia a un orizzonte di medio e lungo periodo senza perdere di vista il prossimo trimestre. È sempre più importante una gestione integrata delle aziende governando tutti i processi con la massima capacità di coordinamento per esprimere il massimo risultato. La filiera delle valvole ha dimostrato di essere molto resiliente e capace in questo e possiamo pertanto confidare in ottimi risultati anche per i prossimi anni».

(Ripubblicazione dell’articolo del 5 giugno 2024)














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