Oracle: il futuro del cloud e come cambia la vita delle industrie

di Piero Macrì ♦︎ Per Oracle il cloud vale il 40% dei ricavi: è un leader mondiale. Propone un mondo dati e applicativo a "zero latenza": le informazioni arrivano in tempo quasi reale, invece che dopo minuti. Una novità fondamentale per la gestione di supply chain complesse, per i dati di fabbrica. E non solo. Il modello è multicloud, completo e aperto. I servizi vengono erogati anche tramite hyperscaler come Microsoft, Google, Aws. E anche le italiane Tim Enterprise e Rai Way. I servizi potenziati dall'IA. Parlano Giovanni Ravasio e Mario Nicosia

Larry Ellison fondatore, chairman e cto di Oracle

Transizione energetica, sostenibilità, personalizzazione di prodotto e servizio, disruption delle supply chain, cambiamento nelle relazioni con i clienti e i fornitori. Il nuovo scenario di mercato spinge le aziende a superare i modelli IT e di business tradizionali e a ricercare nuova produttività nell’automazione supportata da intelligenza artificiale, predittiva e generativa. La soluzione? È il cloud, che diventa infrastruttura abilitante e veicolo di innovazione per accelerare la trasformazione digitale. Oracle, gigante mondiale dell’IT da 53 miliardi di dollari di fatturato, ha deciso di sostenere adottando una strategia multicloud e di cloud distribuito.

Gli investimenti nel cloud non sono solo di tipo infrastrutturale ma anche applicativo, cioè intimamente legati alla crescita del software as a service, e nello specifico delle applicazioni Enterprise resource planning, Human capital management, Supply chain management, Customer experience ed Enterprise performance management, raccolte nella suite Oracle Fusion Cloud Applications, e alla sempre più pervasiva presenza dell’intelligenza artificiale.







«Con queste applicazioni, che hanno ormai un centinaio di Agent AI tra agenti di intelligenza generativa e contestuali che operano con i dati dell’azienda, stiamo crescendo in tutte le industry, nel manifatturiero, nel retail, nel fashion, nel food & beverage, nel telco, nel finance, in particolar modo presso tutte quelle aziende che devono gestire catene di fornitura complesse», afferma Giovanni Ravasio, cloud applications vp & country leader di Oracle Italia & Iberia.

Questi dati si riflettono sull’andamento complessivo del gigante Ict guidato dal multimiliardario Larry Ellison, fondatore, chairman e chief technology officer di Oracle. Nel periodo giugno-agosto, primo trimestre del fiscal year 2025 i ricavi cloud hanno raggiunto quota 5,6 miliardi, pari a più del 40% del giro d’affari complessivo (13,3 miliardi). Dei 5,6 miliardi, ben 3,5 sono alimentati dal cloud applicativo o SaaS (+10%) e 2,2 dal cloud infrastrutturale o IaaS (+46%). Insomma, applicazioni e infrastruttura as service sono le tecnologie che fanno volare il fatturato di Oracle.

Carlota Alvarez, vp e country manager di Oracle Italia.

«I tassi di crescita che stiamo misurando in Italia sia sulla parte applicativa che sulla parte infrastrutturale sono allineati a quelli che vengono registrati a livello globale, con performance a doppia cifra che si ripetono da ormai quattro anni», afferma Carlota Alvarez, vp e country manager di Oracle Italia.

Il nuovo assetto di Oracle nella dimensione del multicloud e del cloud distribuito, edge e di prossimità, e le potenzialità predittive e generative che nascono dall’integrazione dell’IA nelle applicazioni Fusion Cloud è chiaro. Secondo Ravasio, «gli investimenti in software e infrastruttura as a service non sono più un affare privato delle divisioni IT, ma sono una diretta conseguenza delle decisioni che vengono prese dal vertice aziendale e dalle singole linee di business con l’obiettivo di dare vita a servizi e soluzioni più flessibili e performanti». Come dire, più forte è la necessità di trasformazione digitale più forte è la domanda di applicazioni e infrastruttura in cloud. «Il nostro obiettivo – prosegue Ravasio – è sviluppare un mondo dati e applicativo “a zero latenza”, per rispondere all’evoluzione delle esigenze di molte organizzazioni che necessitano di portare le applicazioni il più vicino possibile alla fonte del dato, ottenendo così minori tempi di risposta e maggior sicurezza; parte di questo percorso è creare un modello multicloud completo e aperto che abilita la potenza del cloud in qualsiasi configurazione e scenario.

Gli accordi con Microsoft, Google, Aws, Tim Enterprise e Rai Way

Michele Porcu, VP Business Strategy Emea di Oracle.

Database@Aws, Database@Google, Database@Azure, le diverse opzioni che saranno progressivamente rese disponibili in Italia nell’arco dei prossimi mesi, consentiranno accesso alle tecnologie Oracle dalle tre differenti infrastrutture hyperscaler. Questi servizi saranno inoltre erogati anche dalla nuova seconda cloud region italiana di Oracle ospitata all’interno del datacenter Tim Enterprise di Torino. «Grazie a queste partnership, i clienti godono della flessibilità di eseguire le loro applicazioni su più cloud e di combinare tutti i vantaggi dei servizi Oracle Database con i servizi di altri cloud provider, con un’esperienza multicloud, edge e di prossimità senza soluzione di continuità», sottolinea Michele Porcu, VP Business Strategy Emea di Oracle. Per ovviare al gap di connettività delle Pmi, infatti, pensando in particolare alle aziende dei distretti industriali, una maggiore capillarità per l’accesso ai servizi verrà soddisfatta con una logica di edge computing grazie agli accordi con Rai Way, l’operatore unico delle reti di trasmissione e diffusione radiotelevisiva che veicola i segnali della Rai, che ospiterà presso propri data center, diffusi in tutta Italia, tutto lo stack tecnologico di Oracle.

Oracle Cloud Infrastructure e Oracle Autonomous Database: servizi a zero latenza e automazione con intelligenza artificiale 

Mario Nicosia, country leader per la linea technology software di Oracle Italia

Oracle Cloud Infrastructure (Oci) è basata su cpu e gpu interconnesse e oggi adotta tecnologie Zero Trust che separano il livello architetturale dal livello di gestione della sicurezza di rete. È un’infrastruttura già attrezzata per supportare l’intelligenza artificiale. Nello specifico, Oci dispone di una rete a larghezza di banda elevata e bassa latenza ottimizzata per la creazione di cluster gpu che vengono utilizzati per addestrare modelli di linguaggi generativi. Una dimensione tecnologica che ha reso Oracle la scelta numero uno tra le società all’avanguardia nello sviluppo di intelligenza artificiale, in primis Nvidia e Cohere, ma anche OpenAI e Microsoft stessa. La specificità è il valore rappresentato da un’infrastruttura ingegnerizzata per far girare database e altre applicazioni con performance che Oracle valuta superiori a qualsiasi altra soluzione cloud. Tutto questo è possibile grazie anche all’uso delle database machine e software di intelligenza artificiale che abilitano l’autonomous computing, ovvero un’automazione IT che, grazie al machine learning, riduce i costi operativi e i danni da errore umano.

Secondo Mario Nicosia, country leader per la linea technology software di Oracle Italia, «l’Oracle Autonomous Database è unico sul mercato. Ogni suo singolo aspetto è automatizzato. È in grado di autoconfigurarsi in funzione delle diverse capacità che vengono richieste: che si scali verso l’alto o verso il basso, tutte le risorse computazionali e di storage vengono assegnate automaticamente senza che sia necessario alcun intervento sistemistico. È quindi in grado di assicurare la più alta resilienza, ovvero un funzionamento always on e la conseguente continuità operativa e di business».

Fusion Cloud Applications, la suite applicativa software as service per la trasformazione digitale delle imprese

Giovanni Ravasio, cloud applications vp & country leader di Oracle Italia & Iberia.

Nel 2023, il mercato mondiale del software as a service (SaaS) è stimato a 197 miliardi di dollari e si prevede che raggiungerà i 247 miliardi entro il 2024. In questo mercato, Oracle è presente in vari ambiti, dall’human capital management al crm, dall’e-procurement all’Erp e alla  supply chain con funzionalità specifiche dedicate allo smart manufacturing, ai big data e alle analytics. Applicazioni e soluzioni che trovano oggi nel cloud una collocazione naturale per l’espansione di un business “as a service”.

«Il numero di persone che lavora all’interno dell’ecosistema di partner che si occupa dell’integrazione e implementazione degli applicativi Fusion Cloud è aumentato in modo significativo», dice Ravasio. «Nuovi progetti enterprise sono sempre più basati su nostri applicativi e sulla nostra infrastruttura. Abbiamo un ruolo sempre più importante nella cloud transformation, soprattutto quando si vanno a toccare i processi core del business, perché è lì che abbiamo il nostro dna». È il caso della supply chain, ad esempio. «La digital transformation della supply chain è un processo complesso che richiede una profonda comprensione dei processi aziendali esistenti. Ogni impresa ha processi unici e specifici. Una soluzione digitale generica potrebbe non adattarsi perfettamente alle esigenze di un’azienda. Serve una conoscenza approfondita che permetta di sviluppare soluzioni personalizzate e più efficaci a partire da applicazioni versatili come le nostre. Ed è in questo senso che intendiamo supportare le aziende», dice Ravasio.

Fondamentale in questo processo l’integrazione tra i servizi di database e l’infrastruttura per alimentare le applicazioni con dati di qualità e costantemente aggiornati. La sinergia tra queste due componenti – affermano in Oracle – permetterà di elaborare e analizzare set di dati estremamente grandi con una velocità ed efficienza senza precedenti, con una migliore comprensione dei dati a disposizione ma anche un incremento del valore offerto ai clienti finali, grazie alla possibilità di prendere decisioni basate su dati più accurati e disponibili in modo tempestivo.

Intelligenza artificiale integrata nelle applicazioni: la nuova automazione predittiva e generativa

Le applicazioni progettate per essere integrate tra loro e supportate da Oracle Cloud Infrastructure vengono costantemente aggiornate con nuove funzionalità di intelligenza artificiale. Saranno presto rese disponibili più di 50 nuove funzionalità, che vanno sotto il nome di AI Agents o “Agenti AI”, oltre alle 50 funzionalità e casi d’uso basate su AI annunciati un anno fa. L’intelligenza artificiale è integrata nelle applicazioni, con agenti software che compiono delle azioni per conto del cliente e lo aiutano nell’operatvità. Le nuove funzionalità vengono rese disponibili con gli aggiornamenti trimestrali delle applicazioni e offrono il potenziale di un’intelligenza artificiale che combina machine learning e AI generativa.

Le applicazioni progettate per essere integrate tra loro e supportate da Oracle Cloud Infrastructure vengono costantemente aggiornate con nuove funzionalità di intelligenza artificiale. Saranno presto rese disponibili più di 50 nuove funzionalità, che vanno sotto il nome di AI Agents o “Agenti AI”, oltre alle 50 funzionalità e casi d’uso basate su AI annunciati un anno fa.

«Integriamo all’interno della nostra suite-as-a-service degli Agenti AI con processi pre-disegnati al meglio a seconda dei ruoli aziendali, per dare consulenza a supply chain manager, direttori commerciali, responsabili finanziari, amministrativi e delle risorse umane», afferma Ravasio. «L’intelligenza artificiale è una grandissima opportunità. Il nostro impegno consiste nel renderla fruibile all’interno delle nostre applicazioni SaaS e nelle piattaforme IaaS e PaaS, facendola diventare un elemento abilitante dell’innovazione in tutti i processi di business». Integrando l’IA generativa nel portafoglio di applicazioni cloud, Oracle vuole dare ai clienti l’opportunità di sfruttare le ultime innovazioni all’interno dei processi aziendali esistenti. «Funzionalità GenAI integrate nelle Fusion Applications capaci di operare in modo contestuale e “ragionato” valorizzeranno il patrimonio dei dati aziendali, coniugando produttività e creatività», spiega Ravasio. Insomma, quante volte ci siamo chiesti “se potessi avere un assistente, qualcuno che lavorasse per me liberandomi dalle attività più ripetitive e noiose, che leggesse al posto mio pagine e pagine di tabelle e numeri e mi fornisse un estratto o una sintesi intelligente delle sole informazioni che mi servono?”. Ecco, la GenAI Oracle punta anche a tutto questo. «Gli algoritmi di nuova generazione sono in grado di svolgere in autonomia una vasta serie di attività. All’utente rimane il compito di rivedere, modificare, e approvare il risultato,  e dedicarsi ad attività a maggior valore” dice Ravasio.

Supply chain, dati e intelligenza artificiale per una business intelligence on demand

Con i miglioramenti apportati a Oracle Fusion Cloud Scm è possibile creare una supply chain più intelligente e reattiva, ottimizzando così la pianificazione e l’esecuzione dei processi. Si migliorano supervisione e monitoraggio della produzione, manutenzione, order management, product lifecycle management.

Una schermata di Oracle Fusion Cloud Scm. Integrando l’IA generativa nel portafoglio di applicazioni cloud, Oracle vuole dare ai clienti l’opportunità di sfruttare le ultime innovazioni all’interno dei processi aziendali esistenti.

«L’intelligenza artificiale, tradizionale e generativa, entra ormai nel merito di tutti i processi legati all’intera catena dal valore, aumentando le funzionalità, consentendo analisi avanzate dei dati, esperienze personalizzate e automazione delle attività di routine”, racconta Ravasio. “Le tecnologie digitali offrono una visibilità end-to-end della supply chain, permettendo di monitorare in tempo reale lo stato degli ordini, gli inventari e le prestazioni dei fornitori». Si tratta di soluzioni collegate al manufacturing che permettono di pianificare la domanda, la fornitura, l’evasione degli ordini e la produzione in modo intelligente lungo tutta la supply chain, con un approccio collaborativo, end-to-end, che può migliorare il servizio al cliente, diminuire le interruzioni dell’attività e ridurre al minimo i costi. Nello specifico, è anche possibile implementare soluzioni di manutenzione predittiva, che aumentano l’affidabilità e il tempo di attività delle apparecchiature riducendo i costi di manutenzione. L’analisi predittiva che può essere realizzata con la tecnologia Oracle di nuova generazione – e che si avvalgono di funzionalità AI addestrate su una base dati aziendale unica, comune e integrata, come in tutte le applicazioni Fusion Cloud – permette, quindi, di prevedere i guasti e monitorare il ciclo di vita dei singoli asset, macchinari o impianti, generando informazioni in tempo reale per intervenire in una logica di manutenzione e ottimizzazione preventiva.














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