L’Italia si regge sulle fabbriche. Eppure se ne parla troppo poco oppure male, addirittura come luoghi di schiavismo. Perché allora non istituire un marchio di garanzia per le fabbrica «belle»? Un po’ come la bandiera blu per le spiagge pulite o il Docg per i vini di qualità. Anzi, a ben vedere per le fabbriche, che sono oggetti complessi, servirebbe qualcosa di più: un bollino capace di certificare i processi di miglioramento continuo, l’organizzazione del lavoro a zero fatica e in totale sicurezza, la collaborazione feconda con i dipendenti e con il sindacato. Il bollo Fabbrica Bella come certificazione di un luogo dove si lavora con soddisfazione.
Un’utopia? «In realtà in Italia di fabbriche così ce ne sono tantissime», spiega Gabriele Caragnano, ingegnere, esperto di organizzazione del lavoro. «Ma non parlano all’esterno, non trasmettono la loro positività alla società. Per questo è nato BellaFactory, un sistema di certificazione lanciato in Italia ad aprile con l’obiettivo di aiutare le piccole e medie imprese italiane ad aumentare la loro produttività partendo dal basso, dall’organizzazione del lavoro».
Ridurre i costi, lavorare meglio
In parole povere, BellaFactory è un metodo che attraverso la misurazione computerizzata dei processi di lavoro e un audit esterno di un ente neutrale consente all’azienda di ridurre i costi, ai dipendenti di lavorare meglio, e all’impresa e ai lavoratori di stabilire assieme il miglioramento dei processi di lavoro e come progettare meglio i loro prodotti. Un metodo win-win che ha il grandissimo pregio di produrre risultati tangibili con investimenti relativamente bassi.
Le prime tre BellaFactory sono state «laureate» a Torino con una premiazione pubblica. Si tratta della Maserati di Grugliasco, della Magneti Marelli di Melfi e della Denso di Avellino. Il premio, che ha ottenuto il patrocinio gratuito di ministero del Lavoro, Regione Piemonte e Regione Lombardia, è stato consegnato ai direttori delle fabbriche dalla Fondazione Ergo, organizzazione senza scopo di lucro diretta da Caragnano, che da anni si occupa della diffusione in Italia delle metodologie di misurazione del lavoro Mtm. La Fondazione Ergo, in quanto ente neutrale, non interagisce solo con le imprese ma assicura, gratuitamente, corsi di formazione ai delegati sindacali cui viene dato un patentino che ne certifica la capacità di verificare la buona taratura dei processi di lavoro.
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