Aziende, è ora di aggiornare il mainframe e portarlo in cloud. Parola di Kyndryl

di Piero Macrì ♦︎ Il mainframe non è sparito. In Italia, lo usano una 50ina di aziende, quasi tutte nel settore bancario, per carichi di lavoro critici. L’89% delle aziende lo considera una componente di assoluta rilevanza, ma va modernizzato. Spostandolo sul cloud, così da rendere dati e applicazioni interoperabili con gli stack tecnologici degli hyperscaler. La carenza di competenze specifiche. Il ruolo dell'IA. Raffaele Bella ci spiega la strategia di Kyndryl per il journey to cloud del mainframe

Il futuro del mainframe è oggi certamente condizionato dalle esigenze di business innescate dal big bang digitale e dalla progressiva riduzione di competenze su tecnologie di vecchia generazione che spingono sempre più verso l’adozione dei paradigmi cloud. Secondo l’indagine globale sulla modernizzazione del mainframe effettuata da Kyndryl, l’89% delle aziende continua a considerare la piattaforma che ha fatto la storia dell’informatica una componente di assoluta rilevanza, ma è concorde sulla necessità di avviare un piano di modernizzazione. La posta in gioco è rendere interoperabile old e new It economy, integrare e sincronizzare workload applicativi e basi dati in un ambiente IT ibrido. Journey to cloud, dunque, operazione complessa ma non impossibile con cui si confrontano sostanzialmente tutte le aziende mainframe, circa 50 in Italia, che, per la maggior parte dei casi, appartengono al mondo bancario, settore che converge progressivamente al paradigma del cloud banking.

«Negli ultimi 10 anni le installazioni italiane si sono sensibilmente ridotte. Il residuale mainframe corrisponde oggi alla componente più a valore, quella su cui le aziende fanno girare applicazioni “core”, quelle che ad esempio alimentano le transazioni bancarie, tanto è vero che a fronte di una contrazione della base installata si è assistito a un aumento della potenza complessiva. Questo anche perchè la quasi totalità dei clienti che hanno abbandonato il mainframe lo utilizzavano per un numero basso di applicazioni e/o potenza di calcolo», afferma Raffaele Bella, core enterprise & zCloud practice leader di Kyndryl Italia. Insomma, il mainframe è oggi un cantiere aperto, soggetto a continui interventi di ristrutturazione che comprendono ottimizzazione dei carichi di lavoro, integrazione o trasferimento di applicazioni in cloud, processo, quest’ultimo, che viene perseguito dal 96% delle aziende.







Raffaele Bella, core enterprise & zCloud practice leader di Kyndryl Italia.

I risultati mostrano peraltro che questo tipo di interventi possono generare rendimenti economici con un ritorno sull’investimento compreso tra il 114% e il 225% in un anno. Le iniziative di modernizzazione vedono sempre più il supporto dall’intelligenza artificiale tradizionale e generativa tanto è vero che l’86% delle aziende dichiara già di utilizzarla o prevede di adottarla a breve. In merito alla capacità di sostenere progetti di modernizzazione, questi da un lato sono spinti dalla sempre più diffusa mancanza di competenze in area mainframe,  ma nel survey è segnalata anche la preoccupazione dei clienti per trovare un partner strategico con competenze, skills, esperienze,  adeguate ad eseguire progeti complessi ed innovativi come quelli del Journey to Cloud del mainframe. «Per le aziende è strategico individuare un consulente strategico con capacità esecutiva di system integration che possa accompagnarle nel percorso di trasformazione», dice Bella. Ed è uno degli obiettivi principali di Kyndryl, la società nata nel novembre del 2021 dallo spin-off della divisione Global Technology Services (Gts) di Ibm con un fatturato globale di 18,7 miliardi di dollari. «In questi anni abbiamo dimostrato di avere le competenze per modernizzare le infrastrutture di aziende di ogni settore, finanziario, industriale e manifatturiero. Abbiamo la capacità di integrare tutte le tecnologie abilitanti le infrastrutture a supporto di nuovi progetti di trasformazione digitale», afferma Bella. Ecco i risultati più interessanti emersi dalla ricerca che ha coinvolto oltre 500 aziende nel mondo, in Europa e in Italia, le sfide per realizzare la modernizzazione del mainframe e le tecnologie e piattaforme Kyndryl per supportare la transizione digitale al cloud.

La modernizzazione del mainframe è una questione tecnologica, ma deriva essenzialmente dall’affermazione di nuovi modelli di business digitali

Un moderno mainframe z16 di Ibm. In Italia, la maggior parte delle aziende che utilizzano queste architetture operano nel settore bancario.

Nonostante il mainframe venga apprezzato perché sicuro, scalabile e affidabile, tutti vogliono modernizzare. Non è una sorpresa: il sourcing dell’innovazione è altrove, nel cloud, che offre una riduzione dei costi e una maggiore disponibilità di skill e competenze. «Assistiamo da diversi anni, ad esempio, ad una profonda trasformazione del settore bancario la cui conseguenza è quella di un’attenzione sempre maggiore verso soluzioni e approcci ai cliente più innovativi che necessitano di soluzioni e servizi sempre più all’avanguardia. Tutti gli analisti di settore indicano come vincenti sul mercato le aziende che per prime implementeranno processi supportati della Generative AI », dice Bella. Insomma, per creare una banca digitale si deve guardare anche al cloud. Una prospettiva che coinvolge tutte le aziende: tranne che per i nativi digitali, che hanno fatto decollare il business investendo direttamente nel cloud, tutti devono fare i conti con la trasformazione e modernizzazione del mainframe.

La strategia ibrida per la modernizzazione del mainframe passa dalla sinergia tra IT pubblico e privato

In Italia, Kyndryl è coinvolta in progetti di modernizzazione che interessano circa il 70% delle aziende mainframe. «Tutti hanno avviato o definito un piano di ottimizzazione. La maggior parte dei grandi clienti ha adottato una strategia IT ibrida, che combina la modernizzazione dei mainframe con l’integrazione di cloud pubblico e privato e la migrazione di applicazioni e dati dalla piattaforma». Secondo l’indagine, come detto in precedenza, è infatti il 96% delle aziende che sta trasferendo carichi di lavoro verso il cloud. «La tecnologia mainframe del futuro funzionerà perfettamente in un ambiente ibrido, che unisce i tradizionali sistemi on-premise con soluzioni basate sul cloud», dice Bella. E in un simile scenario il monitoraggio dell’infrastruttura diventa una priorità. Come racconta bella, «il denominatore comune delle iniziative che abbiamo messo in atto è la capacità di unificare e sincronizzare tutte le componenti IT per assicurare la massima produttività e resilienza delle infrastrutture che sostengono i processi aziendali».

Migrazione dal mainframe al cloud. Obiettivo è rendere interoperabili dati e applicazioni

La modernizzazione del mainframe ha un obiettivo molto preciso: migrare quelle applicazioni che sono esportabili in cloud e rendere interoperabile lo stack tecnologico con le piattaforme hyperscaler. È tutto un gioco di ingegneria informatica, che riguarda la capacità di condivisione dati tra infrastruttura on premise e in cloud: possono esserci applicazioni facilmente esportabili in una qualunque altra piattaforma, altre invece, per tutta una serie di problematiche legate all’integrazione dati, sulle quali si deve capire cosa fare per mantenere un ambiente IT il più ottimizzato possibile.

La modernizzazione del mainframe ha un obiettivo molto preciso: migrare quelle applicazioni che sono esportabili in cloud e rendere interoperabile lo stack tecnologico con le piattaforme hyperscaler.

La questione più delicata nell’affrontare la migrazione al cloud di workload on premise è quindi quella delle interdipendenze a livello applicativo e dati. «Fino a pochi anni fa la questione mainframe veniva da alcuni affrontata in modo un po’ troppo semplicistico. Si pensava di chiudere il mainframe e avere un’infrastruttura solo cloud in tempi brevi. Obiettivi che si sono ridimensionati o quanto meno modificati in ragione degli ostacoli che si devono superare», afferma Bella.

Modernizzazione mainframe, un percorso a tappe la cui meta finale è l’IT ibrido, multicloud e on premise

«Per la modernizzazione o dismissione del mainframe oggi si ragiona su orizzonti temporali di 6-10 anni. Un journey to cloud che viene definito in più fasi. Il problema è che quasi tutti clienti hanno applicazioni che interagiscono con altri dati e applicazioni gestite dal motore transazionale. La prima cosa da fare è quindi capire se il processo di modernizzazione sia fattibile, quanto costa e quanto è complesso. E soprattutto trovare il partner che possa affiancarle nel percorso», racconta Bella. Una riflessione in sintonia con quanto affermato da un importante cliente di Kyndryl: «la modernizzazione della nostra infrastruttura mainframe richiede tecnologie e metodologie all’avanguardia che solo i fornitori esterni sono in grado di fornire. Collaborando con loro, possiamo accedere a soluzioni all’avanguardia e approcci innovativi che potrebbero non essere disponibili all’interno dell’azienda. La collaborazione migliora la nostra capacità di promuovere l’innovazione tecnologica e raggiungere efficacemente i nostri obiettivi di modernizzazione».

Un caso non unico. Secondo la ricerca il 77% delle aziende utilizzare un provider esterno per modernizzare il mainframe. «Per sostenere questo percorso prevediamo di far crescere ulteriormente la catena del valore delle competenze, che non può più essere confinata alla sola gestione dell’infrastruttura ma deve entrare nel merito della modernizzazione applicativa, delle nuove logiche di sviluppo software, ed estendersi alla data analytics e all’intelligenza artificiale», afferma Bella.

Intelligenza artificiale, il servizio applicativo AIOps per il monitoraggio e automazione dell’infrastuttura IT

«Iniziano ad esserci tool, guidati dall intelligenza artificiale, che riescono a dare una mappa applicativa di dettaglio, identificando quali siano le relazioni tra applicazioni e dati, e questo è fondamentale per supportare al meglio la strategia operativa del Journey to Cloud» dice Bella, Ma certamente, guardando ad una infrastruttura hybrid cloud, dove per molti anni dovrà coesistere il mainframe e il cloud, l’IA giocherà in ruolo sempre più importante guardando a diversi ambiti di applicazione.

L’IA tradizionale e generativa possono trasformare l’ambiente mainframe, offrendo insight su dati non strutturati complessi, potenziando il lavoro degli operatori umani con progressi in termini di velocità, efficienza e riduzione degli errori, aiutando a comprendere e modernizzare le applicazioni esistenti. È con questa logica che è stata sviluppata Kyndryl Bridge, la piattaforma di delivery services per gli operatori dell’information technology.

L’IA tradizionale e generativa possono trasformare l’ambiente mainframe, offrendo insight su dati non strutturati complessi, potenziando il lavoro degli operatori umani con progressi in termini di velocità, efficienza e riduzione degli errori, aiutando a comprendere e modernizzare le applicazioni esistenti. È con questa logica che è stata sviluppata Kyndryl Bridge, la piattaforma di delivery services per gli operatori dell’information technology. Tra le prime soluzioni rese disponibili, AiOps, il servizio applicativo di decision making, supportato da algoritmi di IA che abilita l’observability ovvero la capacità di monitorare, misurare e comprendere in modo completo e dettagliato il funzionamento e le prestazioni di sistemi informatici complessi, multicloud e ibridi. «La logica con cui è stata progettata la soluzione va oltre il semplice monitoraggio delle risorse e dei componenti. Offre una vista real time end-to-end del sistema It, informazioni dettagliate per la risoluzione dei problemi e un aggiornamento continuo e dinamico delle prestazioni», spiega Bella.

Come procedere alla modernizzazione del mainframe mantenendo intatte le performance finora assicurate dal mainframe? Il cloud di prossimità a latenza zero non è più un’utopia

 «Nel processo di modernizzazione un aspetto rilevante, che incide sulle decisioni e sulla tipologia di interventi da adottare sono le performance. In applicativi che vedono un accesso concorrente di migliaia di utenti, il mainframe assicura tempi di risposta che difficilmente vengono riscontrati sul cloud». Uno dei problemi che possono impattare in modo non sostenibile le Performance delle applicazioni su architettura hybrid cloud distribuita è la latenza che inevitabilmente viene introdotta fra mainframe e public cloud, problema che si va però attenuando in considerazione della disponibilità di cloud region dedicate che sono state realizzate negli anni da tutti gli hyperscaler per avere una riduzione della latenza e assicurare tempi di risposta allineati alle esigenze di applicazioni enterprise. «Il vincolo della latenza è molto inferiore rispetto al passato, il cloud su infrastruttura hyperscaler viene sempre più incentivato dal fatto che ormai iniziano ad esserci più data center di prossimità», dice Bella. È il risultato degli investimenti realizzati da parte di Aws, Google, Microsoft con i quali fra l’altro Kyndryl ha in essere strettissime partnership commerciali e tecnologiche al fine di portare ai clienti una progettualità end to end per la modernizzazione della infrastruttura IT.














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