Umanesimo Economico: un nuovo approccio all’industria e alla vita sociale

di Piero Formica* ♦︎ La produzione umanista rientra in un ampio scenario con protagonisti l’economia della conoscenza e della condivisione, le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale. Che tendono a dematerializzare la manifattura e ad alimentare l'economia della condivisione. Artigiani digitali: creare più velocemente, a costi contenuti e anche con una qualità più elevata rispetto alle grandi imprese

L’uomo economico onnisciente, che agisce in mercati perfetti dove tutti sanno tutto, è una visione che si è rivelata staccata dal promuovere il ben-essere umano e la giustizia sociale. Si è, intanto, alzata la preoccupazione sul mettere in campo sistemi economici che riducano povertà e disuguaglianze. È balzato all’attenzione l’approccio pro-umanistico all’economia e alla vita sociale. Alla manifattura si chiede la partecipazione alla prosperità umana non sottomessa al guadagno materiale.

Con quali mappe mentali ci rivolgiamo all’Umanesimo Economico mentre siano indotti a relazionarci con l’intelligenza artificiale? Le mappe disegnate dalla nostra (super)specializzazione? Mappe perfette contenenti, grazie all’IA, tutti i dettagli possibili per prestare attenzione a tutto? In alternativa, rifiutiamo le mappe tanto dettagliate quanto limitate, consapevoli che contengono ‘nicchie di imbecillità’ (sic lo storico Yuval Noah Harari nel suo libro A Brief History of Humankind)? Esaminiamo il caso dell’accettazione e l’altro del rifiuto.







Accettazione

La nostra missione è disegnare una mappa mentale che ci permetta di orientarci al meglio per l’uso più efficace delle risorse umane e naturali. L’obiettivo è la massimizzazione del profitto su scala micro e del Pil su scala macro. L’IA sempre più potenziata ci permetterà di portare a termine la missione con alta precisione e tempi accelerati, prima irraggiungibili. Più il Pil cresce sotto la spinta impressa dall’IA, più si potrà investire.

Rifiuto

Secondo lo storico Yuval Noah Harari le mappe mentali contengono “‘nicchie di imbecillità’ .

Lintelligenza artificiale aumentata ci porta ad aumentare l’intelligenza umana. Cosa significa ‘aumentare’? Nella nostra Galleria della Mente è stata inaugurata la stanza “Umanesimo” che espone nuovi pensieri, focalizzati su persone che non sono risorse, così come non lo sono le altre specie viventi. Dire “persone” anziché “risorse” significa riconoscere il valore della loro esistenza, indipendentemente dalla utilità economica che si potrà ottenere dall’impiegarle. Supponiamo che la parola “utilità” equivalga a “sfruttamento”. In tal caso il risultato è ancora peggiore in termini di degrado mentale e fisico delle specie trattate come strumenti e di distruzione della Natura volendo ricavarne solo denaro. Nelle parole del poeta romano Ovidio, scaviamo la terra per estrarne oro massiccio, non per il cibo.

Abolendo il concetto di “risorse”, miglioriamo l’ecosistema e la biodiversità. Gli amministratori aziendali e i politici hanno la responsabilità di considerare gli esseri umani, gli animali, le piante e gli oggetti naturali (mari, laghi, fiumi, montagne, ecc.) come partner titolari di diritti la cui coesistenza avvantaggia tutti.

Per quanto riguarda il Pil, resta da stabilire se la qualità dell’economia dipende dal suo volume di crescita. La quantità non è sinonimo di qualità. Accade così, ad esempio, che la qualità degli investimenti immateriali destinati all’istruzione determini una crescita qualitativa del Pil. La scuola che educa ad esaltare i servizi resi dagli alberi, dagli insetti impollinatori e dalle greggi sollecita il cambiamento dei parametri di misurazione del Pil, nel cui computo tali servizi non rientrano.ì

Il ben-essere è il protagonista assoluto di questo percorso creativo, con il sistema sanitario in prima linea nella transizione digitale che rappresenta un cambiamento di paradigma nel segno dell’Umanesimo Economico. Passare dal trattamento della malattia alla prevenzione in modo tale da mantenere le persone in buona salute e gestire le malattie croniche a casa o in contesti comunitari piuttosto che negli ospedali è un salto culturale necessario e attuabile se cambia anche il paradigma economico nel senso di sviluppare un intenso rapporto di collaborazione tra tutti gli esseri viventi trattati con rispetto, non come strumenti o risorse da sfruttare.

L’incremento dell’Intelligenza Umana prende così il timone dell’Intelligenza Artificiale, tracciando il percorso che quest’ultima dovrà seguire per migliorarsi.

La manifattura abbraccia l’Umanesimo Economico

Il robot Optimus di Tesla è un esempio di come la tecnologia possa elimiinare i compiti faticosi, ripetitivi e alienanti.

La manifattura non è estranea al movimento culturale contraddistinto dall’Umanesimo Economico. La produzione umanista, quella incentrata sull’uomo, adotta un nuovo vocabolario. Di seguito, si sottolineano i cambiamenti più salienti passando dal vecchio al nuovo dizionario che subordina l’efficienza e il rendimento al ben-essere e alla dignità dei lavoratori:

  • Portare in alto la produzione e abbassare i costi è un esercizio da farsi in ambienti di lavoro sani e che garantiscono la sicurezza dei lavoratori il cui ben-essere contribuisce a migliorare la qualità dei prodotti.
  • Il processo decisionale dei dirigenti incoraggia la partecipazione e considera il feedback dei lavoratori.
  • Compiti faticosi, ripetitivi e alienanti vengono sostituiti da lavori progettati per apprendere nuove competenze e sviluppare la comprensione dei lavoratori.
  • L’automazione dà spazio alla creatività umana. Il lavoratore non è più un ingranaggio.
  • Si tracciano confini che assicurano l’equilibrio tra lavoro e vita privata.
  • Nella scelta dei materiali da utilizzare e lungo l’intera catena di fornitura, si tiene conto dei risvolti etici, ecologici e ambientali.

I nuovi protagonisti

L’economia della condivisione sposta l’attenzione dall’acquisto di prodotti all’offerta di servizi. Scambiare e condividere beni e servizi crea nuovi legami sociali. L’impiego di tecnologie digitali rende più conveniente la collaborazione. Un esempio è il car-sharing.

La produzione umanista rientra in un ampio scenario con protagonisti l’economia della conoscenza e della condivisione, le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale che tendono a dematerializzare la manifattura. Si progettano prodotti più leggeri, più durevoli e a più bassa intensità di materiali per produrli. L’economia della condivisione sposta l’attenzione dall’acquisto di prodotti all’offerta di servizi. Scambiare e condividere beni e servizi crea nuovi legami sociali. L’impiego di tecnologie digitali rende più conveniente la collaborazione. Si pensi al car-sharing: meno auto in circolazione e più persone che hanno in comune lo stesso mezzo di trasporto. Oppure, si osservi il fenomeno della condivisione, fuori mercato, di servizi come quelli di vicinato offerti dalle “strade sociali” che aumentano il ben-essere delle persone. A Berlino è possibile prelevare cibo e bevande dal frigorifero installato nel condominio, a disposizione di tutti i condomini. È così che si riducono perdite e sprechi alimentari, pari a un terzo del cibo prodotto per il consumo umano, come riportato dalla Fao.

L’economia della condivisione è accompagnata dal movimento culturale degli artigiani digitali. Ciascuno di noi può cogliere l’opportunità di evolvere da consumatore passivo allo stato attivo di artigiano produttore delle cose che consuma, sfruttando la combinazione tra le attrezzature digitali a basso costo e i laboratori condivisi di alta tecnologia equipaggiati con stampanti 3D, macchine taglio laser e altri dispositivi. Possiamo così creare più velocemente, a costi contenuti e anche con una qualità più elevata rispetto alle grandi imprese cose per noi stessi e da spartire in comunità.

C’è oggi tutto un mondo di novità scaturite da diverse fonti: le energie intellettuali, che muovono le scoperte in direzione dell’imprenditorialità orientata alla qualità della crescita economica; le energie produttive, che utilizzando le nuove tecnologie ridanno forza alle economie locali, orfane di pezzi interi della vecchia industria manifatturiera; le energie comunicative, che sfruttano i nuovi sensori e i nuovi materiali per connettere tra loro persone e cose; le energie sociali, che mettono in moto i motori dell’economia della condivisione. Tra eventi di questa portata le relazioni sono tutt’altro che lineari. Gli effetti che ne scaturiscono non sono proporzionali alle loro cause e possono essere anche caotici. Questo nuovo mondo esige modi di pensare rivoluzionari. Ancor prima degli strumenti di calcolo, c’è fame di concetti economici potenti, quali sono i princìpi a sostegno di un nuovo Umanesimo.

* Piero Formica, Professore di Economia della Conoscenza, è Thought Leader e Senior Research Fellow dell’Innovation Value Institute presso la Maynooth University (Irlanda) e professore presso il MOIM—Open Innovation Management, Università di Padova. Il professore ha vinto l’Innovation Luminary Award 2017, assegnato dall’Open Innovation Strategy and Policy Group sotto l’egida dell’Unione Europea “per il suo lavoro sulla moderna politica dell’innovazione”. Nel 2024 ha ricevuto il Premio Magister Peloritanus, rilasciato dall’Accademia Peloritana dei Pericolanti, fondata dall’Università di Messina nel 1729, “per l’innovazione e l’imprenditorialità”. Questi i suoi libri più recenti: One Health: Transformative Enterprises, Wellbeing and Education in the Knowledge Economy (2023), Sciencepreneurship: Science, Entrepreneurship and Sustainable Economic Growth (2023), entrambi pubblicati da Emerald Publishing Group, e Intelligenza umana e intelligenza artificiale: Un’esposizione nella Galleria della Mente (2024), Edizioni Pendragon.














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