Intelligenza Artificiale: il vero ruolo di investitori & intellettuali

di Piero Formica* ♦︎ L'unione delle competenze scientifiche e delle strategie economiche sta delineando una nuova stagione di intellettuali imprenditori e investitori della conoscenza, analoghi ai "mercanti di luce" fenici e rinascimentali. Questi pionieri navigano tra i flussi della conoscenza per creare valore superiore, promuovendo relazioni sociali e collaborative che trasformano l'innovazione in un processo dinamico e competitivo. L'integrazione di soft skills, intelligenza emotiva e capacità di negoziazione diventa cruciale per sfruttare appieno il potenziale della conoscenza nell'era dell'industria 4.0

Competenze, comprensione, esperienze e creatività delle persone, valore delle relazioni intrattenute con altri e le infrastrutture di supporto costituiscono il capitale intellettuale, che si rapporta all’intelligenza artificiale per creare asset di valore superiore. È la stagione degli intellettuali imprenditori e investitori della conoscenza, quest’ultimi assimilabili ai “mercanti di luce” al tempo dei Fenici e poi in età rinascimentale, che si aggiungono, nel panorama dell’innovazione, agli “artigiani di luce”. Tutti costoro vedono orizzonti così lontani da risultare impercettibili ai più e mostrano un’elevata propensione alla socialità per formare gruppi dove convivono eterogeneità e affinità. Quest’ultima è l’affinità elettiva di Goethe: le persone sono attratte l’un l’altra con una forza quasi irresistibile, simile al modo in cui interagiscono le sostanze chimiche.

La catena della conoscenza…

La fase di transizione alle economie caratterizzate da considerevoli (e qualche volta rivoluzionari) avanzamenti nell’ambito della scienza, della tecnologia e delle industrie correlate, unitamente ai profondi cambiamenti che ne sono conseguiti nell’economia e nella società, ha incrementato l’importanza delle fasi di produzione knowledge intensive ai fini della creazione di valore. Infatti, quando le imprese incrementano la loro dipendenza dalla tecnologia, diventano allo stesso tempo, più dipendenti dalla conoscenza. Di conseguenza, decisori e protagonisti della politica economica di un crescente numero di Paesi si interessano sempre più alla gestione dell’intera catena della conoscenza: dalla sua creazione alla sua diffusione e conversione fino allo sfruttamento imprenditoriale. La catena della conoscenza ha inoltre profonde implicazioni per le istituzioni preposte all’istruzione, le quali sono chiamate a creare conoscenza e a diventare parte dei flussi della stessa.







…si muove quando si collabora per competere

Se focalizzata principalmente sulla produzione di cose, di oggetti statici, la cultura industriale, si pone in contrasto con la natura stessa della conoscenza, che è quella di un flusso che scorre. Le nozioni industriali convenzionali portano a credere che pezzi di conoscenza, acquistati come oggetti, creino un’economia della conoscenza. Non è così. L’economia della conoscenza richiede un modo completamente nuovo di vedere il panorama economico. Ad esempio, è essenziale collaborare per competere. Ciò richiede una trasformazione delle nozioni tradizionali di concorrenza.

La convergenza tra l’homo scientificus e l’homo oeconomicus…

Studiosi imprenditoriali come Marie Curie mostrano insiemi di preferenze influenzati dalla convergenza di due profili: dell’homo scientificus e dell’homo oeconomicus. (Fonte: Wikipedia)

Nella prospettiva di costruire relazioni, gli intellettuali imprenditori e investitori svolgono il doppio ruolo di creatori di contenuti e di contesto. Sono loro i Fenici del 21° secolo contraddistinto dall’accelerazione degli scambi di idee e informazioni. Come i Fenici, apportano cambiamenti geoeconomici navigando longitudinalmente.

Studiosi imprenditoriali come Marie Curie, che era una scienziata intraprendente e partecipò lei stessa all’applicazione industriale dei suoi risultati scientifici, mostrano insiemi di preferenze influenzati dalla convergenza di due profili: dell’homo scientificus che, mosso dalla curiosità, rompe con le convenzioni per fare scoperte rivoluzionarie e dell’homo oeconomicus con un acume speciale per produrre risultati di successo dalla ricerca guidata dalla curiosità.

…apre nuove prospettive per valorizzare l’innovazione

Gli imprenditori della conoscenza attivano processi ad alta intensità di risorse immateriali che richiedono soft skills, componenti sociali e comportamentali legate all’intelligenza emotiva e opposte all’intelligenza razionale. Esse racchiudono valori, motivazioni, attitudini ed emozioni. Ovvero:

  • Capacità legate all’auto-consapevolezza (riconoscimento della propria forza e della propria debolezza).
  • Capacità legate all’auto-controllo (tenere sotto controllo le emozioni).
  • Capacità legate alla motivazione (essere ottimisti e avere fiducia in sé).
  • Capacità di leggere le emozioni e le motivazioni delle altre persone (empatia)
  • Capacità di instaurare e gestire le relazioni (capacità di trattativa).

I ‘mercanti di luce’ illuminano le zone oscure e inesplorate delle mappe cognitive

Il robot Optimus di Tesla. L’innovazione è un esperimento che fa emergere nella cultura aziendale l’importanza di scoprire nuovi mercati e trasformare radicalmente la propria organizzazione.

Le imprese che prendono decisioni per trarre valore dall’innovazione imparano ad addentrarsi nelle zone oscure e inesplorate delle loro mappe cognitive anziché limitarsi a controllare ciò che sanno. Per essere abbastanza coraggiose da avventurarsi nell’ignoto, le imprese imparano a governare l’impatto della leva finanziaria sugli asset immateriali (ad esempio: conoscenza, rete di relazioni, cultura organizzativa). Nel fare questo, si affidano agli investitori intellettuali che interpretano il ruolo dei “mercanti di luce” dell’epoca fenicia e rinascimentale, vedendo ciò che è invisibile alla maggior parte della gente.

L’innovazione è un esperimento che fa emergere nella cultura aziendale l’importanza di scoprire nuovi mercati e trasformare radicalmente la propria organizzazione. Altrimenti, il potenziale dell’innovazione non sarà pienamente messo a frutto e saranno le imprese ad alta intensità di risorse tangibili a prendere le decisioni. Esse si concentrano su ciò che sanno di non sapere. In queste circostanze, l’innovazione navigherà nel mare delle acque conosciute e previlegiate. La rotta nautica dipenderà dalla capacità di tenere sotto controllo la pressione indotta dall’innovazione sugli asset tangibili (terreni, edifici e altri beni immobili, macchinari, strumenti, materie prime, articoli in lavorazione e prodotti finiti pronti per la vendita).

Le interazioni umane trasferiscono la conoscenza dal suo punto di origine al punto di utilizzo

I vantaggi dell’innovazione sono il risultato delle interazioni umane atte a trasferire la conoscenza dal suo punto di origine (un laboratorio) al punto di utilizzo (il mercato). La mobilitazione delle capacità cognitive, creative e pratiche e delle competenze avviene in un contesto di aggregazione della conoscenza che favorisce le relazioni tra le persone intenzionate a convertire la conoscenza in innovazione e ottenerne valori economici che si traducono in benefici sociali e in sostenibilità ambientali. “Se hai una candela, la luce non diventa più fioca se io accendo dalla tua la mia candela”. Da quest’espressione attribuita al musicista Steve Tyler si ricava che la cooperazione permette alle parti di massimizzare il prodotto congiunto delle loro relazioni piuttosto che i risultati individuali.

Per il successo dell’industria italiana molto si deve alla cooperazione per innovare

La collaborazione fra Enzo Ferrari e Pininfarina diede vita alla Ferrari 212 Inter, cabriolet dalle proporzioni perfette che ebbe il suo debutto ufficiale nel 1952 al Salone dell’Auto di Parigi.

Pensiamo ai nostri “artigiani della luce”, quelli che hanno anticipato gli sviluppi della scienza. Nel suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Galileo fa dire a Giovanni Francesco Sagredo, sperimentatore e costruttore di strumenti scientifici, di aver molto imparato dagli artigiani dell’Arsenale di Venezia, a quel tempo ricca fonte di innovazioni per l’industria cantieristica navale.

Enzo Ferrari e Battista “Pinin” Farina hanno avuto l’associazione più conosciuta e più influente al mondo tra una casa automobilistica e una di design. Pininfarina, come si è chiamato dal 1961, è stato il creatore dello stile italiano nell’architettura dell’automobile. Sebbene Enzo Ferrari e Battista Pininfarina desiderassero lavorare insieme già dai primi anni ’50 del Novecento, la strada per una vera collaborazione era esitante. Ferrari era un uomo di carattere molto forte, ricorda Sergio Pininfarina. «Il signor Ferrari non veniva da Farina a Torino, e mio padre non andava a trovarlo a Modena. Così s’incontrarono a metà strada, a Tortona. Tutto è diventato estremamente facile una volta seduti a tavola». Non hanno mai parlato di prezzi. Vi darò un telaio, e voi farete una macchina, avrebbe detto Battista Pininfarina. I primi passi furono timidi e incerti, come se due ballerini eccezionali fossero stati accoppiati per la prima volta. Lo sforzo iniziale si tradusse in una bella Ferrari 212 Inter cabriolet dalle proporzioni perfette che ebbe il suo debutto ufficiale nel 1952 al Salone dell’Auto di Parigi. La stretta di mano tra i due protagonisti inaugurò l’età dell’oro delle auto sportive Made in Italy.

* Piero Formica, Professore di Economia della Conoscenza, è Thought Leader e Senior Research Fellow dell’Innovation Value Institute presso la Maynooth University (Irlanda) e professore presso il MOIM—Open Innovation Management, Università di Padova. Il professore ha vinto l’Innovation Luminary Award 2017, assegnato dall’Open Innovation Strategy and Policy Group sotto l’egida dell’Unione Europea “per il suo lavoro sulla moderna politica dell’innovazione”. Nel 2024 ha ricevuto il Premio Magister Peloritanus, rilasciato dall’Accademia Peloritana dei Pericolanti, fondata dall’Università di Messina nel 1729, “per l’innovazione e l’imprenditorialità”. Questi i suoi libri più recenti: One Health: Transformative Enterprises, Wellbeing and Education in the Knowledge Economy (2023), Sciencepreneurship: Science, Entrepreneurship and Sustainable Economic Growth (2023), entrambi pubblicati da Emerald Publishing Group, e Intelligenza umana e intelligenza artificiale: Un’esposizione nella Galleria della Mente (2024), Edizioni Pendragon.














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