Industria, life science, smart city, economia circolare: Federated Innovation, l’hub di Mind che aggrega imprese, università e start-up

di Laura Magna ♦︎ Innovazione industriale a Milano! Cento progetti in 3 anni, in settori come life science, smart city, agritech, rinnovabili. Sono i risultati del progetto Federated Innovation, l'hub scientifico al centro di Milano Innovation District. Un polo che lavora secondo un modello di collaborazione pubblico-privato. E che vede la partecipazione di aziende quali A2A, Abb, Accenture, AstraZeneca, Bracco, Cisco, Daikin, Enel X, E.ON Italia, Maire Tecnimont, Mapei, Novartis, Samsung Sds, Schneider Electric. L'approccio "Collaborate to compete" nel sistema di diagnosi e cura. Il progetto District Intelligence Platform di Tim Enterprise

Mind, Milano Innovation District

A Milano prende forma Città dell’Innovazione nell’ex sito dell’Expo 2015. Si chiama Milano Innovation district (Mind) ed è un ecosistema scientifico tecnologico con specializzazione in medicina. Al cui centro c’è Federated Innovation, l’hub che aggrega università, imprese e start-up, per fare trasferimento tecnologico. Un polo che lavora secondo un modello di collaborazione pubblico-privato per mettere a terra velocemente innovazioni, in grado di cambiare le logiche produttive in due ambiti: quello delle life sciences e quello della smart city. Federated Innovation ricorda da vicino il Kilometro Rosso di Bergamo, che fa più o meno lo stesso lavoro in ambito meccatronica. E le life science sono, come la meccatronica, fra le industrie trainanti della nostra economia. E lo sarà sempre di più nel prossimo decennio.

«Rispetto a un parco scientifico Federated innovation presenza qualche differenza – dice a Industria Italiana il neoeletto presidente Fabrizio Grillo, direttore public affairs & international relations di Bracco – noi vogliamo “collaborate to compete”, dando vita a modelli di business innovativi, con impatti importanti in termini di volumi, con moltiplicatori di 10 volte rispetto a quanto investito, ma con l’ambizione di dare nuove risposte a problemi reali, attinenti a salute, socialità, alimentazione, mobilità, spazi abitativi e di lavoro. La ricerca serve anche a promuovere modelli che non possono essere prodotti nella singola azienda e a generare un movimento di ri-attrazione di talenti di ritorno. Siamo una piattaforma aperta, di condivisione».







In altre parole, questo hub milanese non si limita a fare innovazione per l’industria, ma vuole promuovere lo sviluppo culturale ed economico del Paese. Riportandolo al top dell’innovazione in Europa, indietro nel tempo alle innovazioni dirompenti alla Adriano Olivetti e Giulio Natta, papà del primo pc del mondo e del polipropilene.

Il settore delle life science: perché è un’industria trainante per l’economia italiana

L’ecosistema digitale permetterà alle aziende e agli enti del Milano Innovation District di scambiare flussi dati certificati in modo sicuro e rispettando privacy e competitività delle imprese.

Le imprese italiane delle life science hanno generato nel 2020 un valore aggiunto lordo di 166,1 miliardi di euro (terzo posto in Europa), pari a quasi l’1% dell’intera attività economica nazionale. Questo comparto include le industrie farmaceutiche, biotecnologiche e dei dispositivi medici, i servizi sanitari, i poli di innovazione, i centri di ricerca, gli Irccs e le università. Le 21.700 imprese del settore (tra le quali multinazionali di primo livello come Eli Lilly, Pfizer, Takeda, Sanofi e GlaxoSmithKline) hanno impiegato lo 0,7% della forza lavoro totale italiana (circa 150.000 lavoratori) che rappresenta il 13% dell’occupazione totale dell’Unione Europea nelle Life Sciences. I dati sono contenuti in una ricerca commissionata da QbeItalia a Oxford Economics, secondo la quale la domanda italiana di beni e servizi del comparto aumenterà nel prossimo decennio, alimentata dall’invecchiamento della popolazione (entro il 2032 gli individui di età superiore a 65 anni raggiungeranno in Italia i 16,6 milioni, in crescita del 17,3% rispetto ai 13,9 milioni del 2020). Il life science sarà probabilmente uno dei principali driver della crescita economica del Paese anche grazie alle attività universitarie.

Nei lavori sulle scienze mediche, le citazioni delle università italiane rappresentano il 9% e il 2,4% delle pubblicazioni scientifiche italiane rientra nell’1% delle pubblicazioni globali più citate.

il valore aggiunto della filiera life science in Lombardia è pari al 13% del Pil regionale, con un valore aggiunto complessivo diretto e indotto di oltre 51,5 miliardi di euro.

In dialogo con il Ministero delle imprese e del Made in Italy

Nell’ambito delconvegno “Promuovere la competitività del sistema produttivo”, MInd ha aperto un dialogo con il Ministero delle imprese e del Made in Italy, l’università Cattolica del Sacro Cuore, la Rappresentanza Permanente in Italia della Commissione Europea e il Made Competence Center Industria 4.0.

Mind si inserisce in questo trend secolare. Ma il suo hub di innovazione Federated Innovation amplia la sua attività a ogni altro settore produttivo che abbai bisogno di essere digitalizzato. Così lo scorso 23 aprile nell’ambito di un convegno dal significativo titolo “Promuovere la competitività del sistema produttivo”, ha aperto un dialogo con il Ministero delle imprese e del Made in Italy, l’università Cattolica del Sacro Cuore, la Rappresentanza Permanente in Italia della Commissione Europea e il Made Competence Center Industria 4.0 diretto dal professor Marco Taisch, del Politecnico di Milano. «L’Italia ha bisogno di proseguire con forza il percorso della transizione digitale, fondamentale nel passaggio in atto da economia di prodotto a economia di processo. In questo Mind – Milano innovation district, nato da una proficua collaborazione tra pubblico e privato, è un soggetto protagonista – così Valentino Valentini, vice ministro presso il Ministero delle imprese e del Made in Italy. – Il governo e il Mimit sono ben consapevoli dell’importanza di rafforzare l’ecosistema italiano dell’innovazione e va in questa direzione, tra le altre cose, il conferimento, attraverso risorse del Pnrr, di 350 milioni di euro per la rete capillare dei centri per il trasferimento tecnologico. Continueremo a operare, in collaborazione con tutti i soggetti interessati, per accompagnare e sostenere le imprese nell’innovazione».

Federated Innovation: come funziona il modello di trasferimento tecnologico

Ci siamo fatti raccontare da Grillo come funziona Federated Innovation, qual è il suo contributo in questa trasformazione del sistema produttivo italiano e quali sono i prossimi obiettivi dopo i traguardi degli ultimi tre anni. Promossa da Lendlease in qualità di responsabile della progettazione e dello sviluppo privato di Mind, con il contributo di Cariplo Factory come soggetto catalizzatore, l’attività dell’hub è stata avviata nel 2021 aggregando 32 aziende che oggi sono diventate 40 e il cui numero continuerà a crescere: nomi come A2A, Abb, Accenture, AstraZeneca, Bracco, Cisco, Daikin, Enel X, E.ON Italia, Maire Tecnimont, Mapei, Novartis, Samsung Sds, Schneider Electric, tra le altre. Beneficiando dell’ecosistema di Mind e del continuo on boarding di startup e scale-up, le aziende hanno già sviluppato oltre 100 progetti, che danno vita a nuovi prodotti, processi e servizi. «Per andare oltre l’open innovation e l’innovazione proprietaria, nel rispetto delle normative antitrust abbiamo innovato anche sul fronte legale, dando vita a un framework unico che consente di raccogliere nuove idee, progetti e visioni, di svilupparle in maniera rapida e lineare con modalità operative e procedure predefinite, al fine di metterle a disposizione di tutti, agendo in questo modo da sviluppatore dell’innovazione», spiega Grillo.

L’ecosistema di Mind di cui Federated Innovation si avvale comprende un polo scientifico di cui fa parte l’Ircss Galeazzi-Sant’Ambrogio, il campus scientifico dell’università statale e Fondazione Triulza, insieme a Human Technopole, il nuovo istituto di ricerca per le scienze della vita che ha come focus lo sviluppo di nuovi approcci di medicina di personalizzazione e preventiva. E nella stessa area hanno eletto la propria sede aziende come Rold, focalizzata nelle soluzioni per l’industry 4.0 e un leader del pharma come AstraZeneca. E che lo abbiano fatto non stupisce: in Lombardia, secondo Assolombarda, il valore della produzione della filiera è superiore ai 74,5 miliardi di euro (+5,4% rispetto al 2020, +5,5% al 2019) e il valore aggiunto è di quasi 27 miliardi (+3,5% vs 2020, +5,8% vs 2019). Considerando sia il contributo diretto dei settori della filiera Life Sciences sia l’indotto il valore aggiunto della filiera life science in Lombardia è pari al 13% del Pil regionale, con un valore aggiunto complessivo diretto e indotto di oltre 51,5 miliardi di euro. In ambito europeo, la Lombardia continua a distinguersi tra le prime regioni farmaceutiche insieme a Cataluña, Baden-Württemberg e Île de France grazie, in particolare, a un valore aggiunto per abitante pari a 618 euro (dati 2020) superiore ai benchmark. Anche sui mercati internazionali il posizionamento è di rilievo (nel 2021 l’export farmaceutico lombardo ammonta a 7,7 miliardi di euro), con una crescita fortissima nell’ultimo decennio (+80%).

la Lombardia continua a distinguersi tra le prime regioni farmaceutiche insieme a Cataluña, Baden-Württemberg e Île de France grazie, in particolare, a un valore aggiunto per abitante pari a 618 euro (dati 2020) superiore ai benchmark.

«Il sistema delle life science a Milano e Lombardia è fra i top ranked in Europa per aziende e progetti e questo ci pone in una posizione attrattiva anche per investitori e aziende esteri – dice Grillo – il prossimo passo sarà accrescere partnership con altri ecosistemi che siano il più possibile simili ai nostri, al di fuori dell’Italia. Con un faro che resta sempre lo stesso: attivare progettualità, non sottoscrivere memorandum».

Cento progetti in tre anni, dall’agritech, al proptech, alle energie rinnovabili, all’economia circolare

Fabrizio Grillo, direttore public affairs & international relations di Bracco.

E in effetti, il management ha tenuto fede a questo obiettivo, dal momento che in tre anni ha avviato ben 100 progetti all’interno di 12 aree tematiche (dall’agrifood, alle costruzioni, all’energia, al fintech, all’economia circolare, fino alla mobilità, alla proptech, al retail, alla sicurezza e alle tecnologie per moda e cultura). «In questi anni il modello di Federated Innovation ha dimostrato che si possono ottenere grandi risultati quando si creano una cornice e una struttura in cui le imprese siano facilitate a collaborare tra di loro, ma anche con le istituzioni – afferma Grillo – Tra le sfide che il nostro paese deve affrontare c’è l’utilizzo dei fondi europei e del Pnrr a favore del sistema produttivo e dell’innovazione, specialmente in un’ottica di sostenibilità. Per fare ciò in modo virtuoso sarà necessario creare sempre più opportunità di dialogo tra le imprese, le istituzioni e la pubblica amministrazione. Per questo riteniamo che il dialogo che abbiamo avviato in Federated Innovation con le istituzioni sia fondamentale per continuare a svolgere un lavoro utile all’ecosistema italiano».

Ma in pratica, in cosa consistono le innovazioni realizzati in seno a questo ecosistema? Ce lo facciamo spiegare ancora da Grillo, pescando in particolare tra quelli realizzati nel 2023, legati all’ideazione di modelli di cura digitali personalizzati, al miglioramento dei percorsi diagnostici e terapeutici, alla creazione di piattaforme di intelligenza urbana e prototipi di materiali più sostenibili per le costruzioni. Vediamo alcuni.

Collaborate to compete nel sistema di diagnosi e cura

«Un esempio di progetto realizzato lo scorso anno – racconta Grillo – è “Value Based Healthcare Framework”, avviato da AstraZeneca in collaborazione con Roche, Novartis, Bracco e Moderna con l’obiettivo di definire un framework per migliorare l’efficacia dei percorsi diagnostico/terapeutici per specifiche patologie e interventi». Nel 2023 è stata completata la valutazione tecnica del framework e nel 2024 le proposte verranno presentate presso l’Health Innovation Global Forum, in programma a Mind durante la prossima Innovation Week di maggio. Un’ulteriore iniziativa avviata nell’Area Life Sciences & Healthcare riguarda la “Sustainability & Circular Economy in Healthcare” e si occupa di identificare e integrare le tecnologie per la gestione circolare della risorsa idrica e delle acque reflue nel settore ospedaliero. L’iniziativa è stata lanciata da Bracco, Synlab, Stevanato Group e Irccs Ospedale Galeazzi (Gruppo San Donato). «Questo progetto è per noi emblematico, perché sintetizza il nostro modello – precisa Grillo – partecipano aziende che producono strumenti per il trattamento dell’acqua; c’è l’attore pubblico, c’è l’azienda privata della sanità e l’azienda tecnologica. Quindi rappresenta nella pratica la Magna Charta del partenariato pubblico-privato e l’obiettivo della nostra attività».

la quale la domanda italiana di beni e servizi del comparto aumenterà nel prossimo decennio, alimentata dall’invecchiamento della popolazione (entro il 2032 gli individui di età superiore a 65 anni raggiungeranno in Italia i 16,6 milioni, in crescita del 17,3% rispetto ai 13,9 milioni del 2020).

AstraZeneca, Gemelli Digital Medicine & Health e Innovation Sprint, ancora, hanno realizzato “Azimuth in Musa Spoke 2”, per testare il modello digitale Azimuth che personalizza il piano di cura ottimizzando i benefici per il paziente. «Si tratta – spiega Grillo – di una piattaforma di gestione per il monitoraggio da remoto del paziente. Con il coinvolgimento di questo ultimo e della famiglia, vengono trasmessi via app i dati al team clinico: è stata completata la fase di scale-up in 7 siti con più di 300 pazienti coinvolti. Per quest’anno è previsto un test in Lombardia per verificare l’interoperabilità dei dati dei pazienti con la rete di dati implementata dall’Università di Milano». Si polemizza spesso di una sanità pubblica inefficiente: Federated Innovation nel 2022 ha avviato un progetto di Value Based Medicine con Stevanato Group e Nippon Gases, che si chiama Femur e “mira a definire e proporre nuovi protocolli e percorsi di cura per i cittadini, grazie alla collaborazione stipulata con l’Irccs Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio (Gruppo San Donato)”. La finalità è l’offerta di una migliore copertura dei bisogni dei pazienti. Nel corso del 2023 sono stati avviati studi sui pazienti con frattura al femore, per raccogliere dati concreti sulla loro gestione in modo da contribuire a implementare e migliorare la loro presa in carico.

Urban Digital Tech: modificare la città con la digitalizzazione

Lendlease ha inaugurato a Mind, Milano innovation district, il cantiere per la costruzione nella zona ovest di edifici nuovi.

Non solo medicina, si diceva. L’area tematica Urban Digital Tech si occupa di creare processi d’innovazione dedicati al miglioramento delle infrastrutture urbane attraverso la tecnologia digitale. Ed è proprio in questa ottica che nasce il progetto “District Intelligence Platform”, sviluppato da Tim Enterprise – la business unit del Gruppo Tim dedicata alle aziende e alle pubbliche amministrazioni – con la collaborazione di Schneider Electric e Cisco. Il primo esperimento è stato realizzato per la gestione del distretto Mind e migliorare i servizi che saranno proposti nell’Area, tra cui le soluzioni di smart mobility e healthy building. Il progetto si basa sulla piattaforma di intelligenza urbana Tim Urban Genius, che consentirà attraverso la raccolta di dati dall’ecosistema e la loro analisi dei dati di effettuare le scelte migliori e più convenienti. «Nell’ambito della Città del Futuro – suggerisce Grillo – riteniamo strategiche le aree construction tech e proptech: un approccio che trasforma gli edifici in “mattoni” di città intelligenti, abilitati dalla tecnologia con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità, le condizioni di lavoro, aumentare l’efficienza».

Allora, all’interno dell’Area construction tech stati sviluppati progetti come “Perception of Timber”, promosso da Lendlease, Waugh and Thistleton Architects (Wta), Politecnico di Milano, Eit Climate Kic (l’organizzazione sull’ambiente dell’agenzia comunitaria Eit) e dalla rete “Built by Nature”, un’organizzazione nata con la missione di accelerare la trasformazione degli edifici in legno in Europa. L’obiettivo è incentivare l’adozione del legno nelle opere strutturali in Italia: si cerca di farlo attraverso un prototipo fisico di una struttura in legno a più piani all’interno di Mind (l’iniziativa si chiama “Perceptions of Timber”) e attraverso numerosi workshop e attività di collaborazione per interagire con l’industria. Nel “Timber Perception Lab” si promuove la collaborazione e la condivisione delle conoscenze. Per minimizzare l’impatto ambientale delle costruzioni, nasce il progetto “Modular prefab construction systems” promosso da Mapei, Podium, Wood Beton, Saint-Gobain Italia. Il progetto spinge l’impiego di soluzioni tecniche miste per l’edilizia, basate su prefabbricazione, modularità e digitalizzazione. In particolare è stato realizzato un elemento ibrido prefabbricato per solai strutturali che combina legno e calcestruzzo di ultima generazione, e che viene completato con strati superiori posati a secco, in modo da dare un prodotto completo in termini di funzioni e prestazioni. Nel 2023 è stato redatto un report tecnico, è una stata effettuata una serie di test in scala reale (per valutare performance strutturali, acustiche e di resistenza al fuoco). Nel 2024 si prevede l’avvio delle prime adozioni di queste soluzioni. Altro elemento chiave della smart city è l’efficienza energetica. Nell’area Proptech ha visto la luce “Optimised and Integrated Energy Management” un’iniziativa di Schindler, Schneider Electric, Lendlease e Abb che mira a creare un sistema di scambio dati di energia/potenza tra le apparecchiature di un edificio per ottenere un consumo energetico più regolare e bilanciato.

«Siamo partiti con 30 aziende e oggi siamo 40 – conclude Grillo – Intendiamo attrarne sempre di più, di volta in volta con competenze e tecnologie diverse in base ai progetti che realizziamo. Vogliamo diventare un nodo di un sistema di innovazione europeo e globale, coinvolgendo soggetti globali, pubblici e privati. E creeremo opportunità per attivare leve economiche di finanziamento, attraverso il Pnrr e anche attraverso operatori specializzati come Cdp venture. Per dirlo in un’unica frase: vogliamo essere un motore».














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