Qual è l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sull’industria italiana? Il punto del Cim 4.0

Se n'è discusso nell'evento “AI e Industria” organizzato da Cim4.0 con Confindustria Umbria durante la manifestazione Orizzonti Digitali

L’inizio dei lavori è stato affidato al ceo del Cim4.0, Ing. Enrico Pisino.

Il dibattito promosso dal Competence Center Nazionale Cim 4.0 del Mimit dal titolo “AI e Industria” in occasione della manifestazione Orizzonti Digitali (organizzata nella splendida cornice dell’isola Polvese sul Lago Trasimeno) è stata l’occasione per sottolineare quanto sia importante affrontare il tema dell’accesso alle tecnologie innovative, guardando soprattutto agli effetti che queste sono in grado di generare in termini di equità sociale e giusta ripartizione dei benefici verso tutti i soggetti coinvolti, ovvero lavoratori e imprenditori, capo filiera e supply chain, grande impresa e Pmi. L’inizio dei lavori, affidato al ceo del Cim4.0, Ing. Enrico Pisino, è stato caratterizzato dalla presentazione di uno studio realizzato proprio dal Competence Center in merito alle opportunità di applicazione da parte delle imprese di questa nuova tecnologia. Un supporto concreto capace di far comprendere come l’Intelligenza artificiale sia realmente uno strumento utile alle grandi e piccole imprese, funzionale per realizzare gli ambiziosi ma necessari obiettivi del 5.0. È fondamentale però che l’AI venga percepita e utilizzata come una soluzione che implica un cambiamento sistemico del tessuto imprenditoriale, agendo sia sull’ambito tecnologico sia su quello dell’organizzazione aziendale e sociale.

Qual è la relazione tra nuove tecnologie e imprese umbre?

Secondo il Teha – Global Innosystem Index (Teha GII) 2024 presentato di recente da The European House – Ambrosetti, evidenzia come l’Umbria, rispetto al totale delle regioni italiane, si collochi solo in 14°esima posizione in termini di performance legate all’innovazione con una leggera crescita rispetto al 2020. La situazione non migliora molto prendendo come riferimento la propensione delle imprese umbre rispetto agli investimenti in Ricerca e Sviluppo, collocandosi solo in 13°esima posizione, lontanissima dal primo posto occupato dall’Emilia Romagna. Complessivamente l’Italia risulta tra gli ultimi Paesi al mondo per quanto riguarda l’ecosistema dell’innovazione, un notevole ritardo rispetto a Paesi come Regno Unito, Svizzera, Germania e Francia.







I numeri

Il mercato globale dell’AI è stato valutato pari a $150,2 miliardi nel 2023 e si prevede una sua progressiva affermazione con un tasso di crescita annuo composto (Cagr) del 36,8% sino al 2030. Si stima che l’industria manifatturiera otterrà il maggior beneficio finanziario dall’adozione dell’IA, con un guadagno atteso di $3,8 trilioni entro il 2035, alterando drasticamente l’impatto economico del settore, aprendo le porte a nuove opportunità di efficienza, innovazione e competitività. Inoltre, si prevede che l’Intelligenza Artificiale creerà circa 97 milioni di nuovi posti di lavoro, potenzialmente contrastando le preoccupazioni legate al licenziamento in massa della forza lavoro.

I gap e le motivazioni legate all’adozione dell’AI

Dai dati che emergono dallo studio del Cim4.0, si desume che l’Intelligenza Artificiale impatti in modo significativo sulla riduzione dei costi di produzione introducendo efficienze, migliorando la precisione e ottimizzando l’intero processo produttivo. Rimane forte, tra grandi imprese e Pmi, il gap rispetto all’adozione di queste tecnologie intelligenti che consentono alle macchine di apprendere da esperienze passate, adattarsi a nuove situazioni e prendere decisioni complesse in tempo reale. Infatti solo l’8% delle piccole e medie imprese utilizza l’AI nella produzione e il 6% nella logistica, mentre nelle grandi aziende tali percentuali raggiungono rispettivamente il 26% e il 32%.

Le motivazioni che rimarcano la distanza applicativa degli algoritmi intelligenti da parte soprattutto delle Pmi sono da ricondurre a una difficoltà/impossibilità di misurazione del valore monetario dell’AI; a una complessa percezione del valore finale della tecnologia in termini di efficientamento della produzione o dell’ottimizzazione dei processi; alla scarsa confidenza rispetto alla digitizzazione, ovvero la conversione di informazioni e dati analogici in digitale, processo necessario prima di trasferire i dati agli algoritmi intelligenti. Queste criticità rappresentano quasi il 62% della totalità dei problemi che l’industria affronta quando considera l’avvio di iniziative legate all’Intelligenza Artificiale. L’adozione tempestiva delle tecnologie emergenti, con l’AI generativa in prima linea, è essenziale per mantenere una posizione competitiva e preservare quote di mercato. Per raggiungere questi obiettivi lo studio – attraverso una roadmap analitica e la narrazione di casi applicativi di successo – definisce il percorso più adeguato da compiere: digitizzazione, digitalizzazione, trasformazione dei processi verso Industria 4.0 già proiettata al 5.0.

Le raccomandazioni per una corretta applicazione dell’AI

Proprio in tema di raccomandazioni alle imprese rispetto all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale si è dibattuto durante l’evento alla presenza di Michele Fioroni – assessore sviluppo economico Regione Umbria; Gianpaolo Malizia – presidente Nts Project; Andrea Pagnin – head of Innovation IIT; Silvio Pascolini – ceo Icom, moderati da Lorna Vatta – senior advisor Udih.

La dichiarazione dell’Ing. Enrico Pisino

Tra le raccomandazioni evidenziate dal ceo del Cim4.0 verso tutte quelle imprese umbre che desiderano adottare l’Intelligenza Artificiale nei loro processi industriali, vi è in primo luogo l’avvio di un processo di trasformazione digitale. A seguire è importante puntare su una formazione specialistica e sull’aggiornamento continuo delle competenze dei lavoratori sempre più focalizzate a progettare, implementare e gestire sistemi di Artificial Intelligence. Completano il quadro la scelta di corrette e competitive infrastrutture tecnologiche (approccio cloud versus edge) flessibili soprattutto nell’ambito dell’implementazione. Su questo particolare aspetto, unitamente ai processi di upskilling e reskilling del capitale umano delle aziende locali, elementi fondamentali per applicare correttamente le transizioni digitali e green, il Competence Center si è reso disponibile per affiancare gli imprenditori e, in collaborazione con le istituzioni, le università, gli Its e le organizzazioni datoriali, fornire servizi e supportare il processo innovativo della regione.

«Siamo molto felici di aver promosso, grazie alla collaborazione di Confindustria Umbria, un evento all’interno della manifestazione Orizzonti Digitali, focalizzato sull’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nell’industria. L’obiettivo, dopo aver raccontato il nostro studio, pensato per fornire alle piccole e medie imprese umbre uno strumento concreto di conoscenza e di puntuale orientamento rispetto all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, era proprio quello di confrontarci con i tanti imprenditori presenti cercando di sfatare i falsi miti di questa nuova tecnologia, ridimensionando i timori e andando a generare una nuova e coraggiosa ondata di realismo funzionale allo sviluppo della competitività del nostro Paese. Abbiamo raccontato perché e come è importante, come Industria, cavalcare l’onda dell’AI per essere ancora più forti nel mercato manifatturiero globale e per sviluppare, tutti assieme, in molteplici settori e filiere, quella produttività necessaria alla nostra economia industriale basata sul 5.0 e sulle metodologie del World Class Manufacturing. Lo possono e devono fare anche le Micro, Piccole e Medie Imprese del territorio ispirandosi ai casi di successo che sono stati esplicitati nello studio e rimarcati durante il dibattito. Ovviamente non basta la volontà imprenditoriale: occorre un supporto continuo da parte dell’ecosistema economico, industriale e territoriale, mettendo al centro la transizione digitale e green» ha dichiarato a margine dell’evento il ceo del Cim4.0, Ing. Enrico Pisino.

 














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