Acciaio: Gruppo Marcegaglia si aggiudica il sito Ascometal di Fos-sur-Mer. Investimento da 600 milioni

Il sito, attualmente in amministrazione controllata, assumerà la denominazione di “Marcegaglia Fos-sur-Mer”

I prodotti lunghi, destinati principalmente alle costruzioni, hanno continuato l’espansione produttiva con un aumento dell’11,2%.

Il Gruppo Marcegaglia è stato scelto come acquirente del sito Ascometal di Fos-sur-Mer: è arrivata oggi la sentenza della Camera Commerciale del Tribunale giudiziario di Strasburgo. Attualmente in amministrazione controllata, il sito assumerà la denominazione di “Marcegaglia Fos-sur-Mer”. Il Gruppo si è impegnato ad assumere tutti i dipendenti e a investire in un nuovo, importante progetto di trasformazione industriale circa 600 milioni di euro (capex), cui si aggiungerà il fabbisogno di capitale circolante. Tale progetto porterà ad un aumento significativo della produzione del forno elettrico sino a 1-1,2 milioni di tonnellate di acciaio, cui verranno aggiunti un impianto di colata continua bramme (invece degli attuali lingotti) e un impianto all’avanguardia per la laminazione in coils a caldo, per una capacità di produzione totale compresa tra 1,6 e 2 milioni di tonnellate. All’esito della trasformazione, il sito di Fos-sur-Mer soddisferà circa il 30% del fabbisogno di acciaio del Gruppo Marcegaglia e utilizzerà metodi di produzione efficienti e sostenibili.

«Questa importante acquisizione si inserisce nella strategia globale del Gruppo, con l’obiettivo di integrare l’intera catena del valore nella nostra produzione – spiegano Antonio ed Emma Marcegaglia – Inoltre, il Grand Port di Marsiglia è collocato in una posizione strategica quanto a materie prime e logistica. Il significativo progetto di trasformazione industriale e le tecnologie innovative utilizzate, renderanno il sito di Fos-sur-Mer uno degli asset più rilevanti del nostro Gruppo. Tale investimento si inserisce nella più ampia strategia di sviluppo e decarbonizzazione delle attività del Gruppo: l’acciaio prodotto a partire da rottame e da “Green Dri” sarà, infatti, in grado di ridurre le emissioni di gas serra dell’80% rispetto alla produzione da ciclo integrale».




















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