Feralpi: il gigante del siderurgico italiano trema ma non cade. Per il ceo Giuseppe Pasini il futuro è roseo

di Laura Magna ♦︎ La produzione di acciaio in Europa è in calo da dieci anni. Feralpi ha visto il fatturato diminuire del 27% a causa di costi energetici, scarsità di rottame e rallentamento in Germania. Il numero uno Pasini resta ottimista e in ottica ripresa nel 2025 punta su qualità dei prodotti e sostenibilità del processo produttivo. E su un'economia circolare, con una particolare attenzione al valore del rottame

Bolletta energetica, scarsità del rottame e Germania in rallentamento zavorrano il bilancio di Feralpi, siderurgia tra le più grandi di Europa, specializzata nella produzione di acciai destinati sia all’edilizia sia ad applicazioni speciali, che trovano il loro impiego in particolare nell’automotive. Ma non è un buon motivo per interrompere i progetti di lungo periodo della bresciana e gli investimenti massicci mirati ad aumentare la produzione e a fare acciaio sempre più green. «Vogliamo farci trovare pronti e tecnologicamente avanzati quando la ripresa dei consumi, che ci attendiamo avverrà dal 2025, sarà anche accompagnata da una sempre maggiore attenzione alla qualità del prodotto e del processo produttivo in ottica green», così Giuseppe Pasini, presidente di Feralpi Group, che guida insieme ai fratelli Cesare e Giovanni, rispettivamente vice presidente e consigliere delegato.

Secondo i Pasini il calo del fatturato (-27% a 1.733 milioni di euro, ma a fronte di volumi di produzione stabili a 2,42 milioni di tonnellate) era prevedibile. I margini sono scesi invece più delle attese, ma per motivi che riguardano l’intera industria – la debolezza tedesca, un mercato che è parallelo a quello italiano per la bresciana e la carenza di rottame a fronti di costi dell’energia che non accennano a diminuire. «Al momento abbiamo messo da parte il progetto di Ipo – continua Pasini – ma non lo escludiamo: resta un’ipotesi aperta nel futuro». Le priorità sono altre: quelle di investire in maggior capacità produttiva per far fronte al calo generale del mercato e di rafforzare la decarbonizzazione, per cavalcare quello che è un trend industriale ormai chiave, soprattutto per i settori energivori. «Il mercato dell’acciaio in Europa ha registrato un calo di circa 10 milioni di tonnellate tra il 2022 e il 2023 (-7,4% a/a). Feralpi mantiene saldamente le proprie quote grazie alla capacità di visione e di execution», spiega Giuseppe.







Le ragioni di un bilancio in calo, sui ricavi ma anche sui margini: la fotografia di un’industria della produzione europea di acciaio che perde terreno da dieci anni

Giuseppe Pasini, presidente di Feralpi Group.

Dunque i numeri del bilancio del 2023 vanno inquadrati all’interno del trend della siderurgia europea e italiana degli ultimi dieci anni. L’Europa a 27 nel 2013 pesava il 9,3% sulla produzione di acciaio, oggi per il 6,7%. Negli ultimi 7 anni ha perso 40 milioni di tonnellate di acciaio, da 168 a 132. Anche gli altri paesi in Europa sono passati da un peso del 3% al 2,3%. La stessa Russia faceva il 6,6% e oggi è al 4,8%. Un trend che ha riguardato il Nord America, passato dal 7,2% al 5,8%. «Dati che ci devono far pensare. Anche perché contemporaneamente, la Cina che pesava il 49,7% oggi è al 54%. L’India è in grande spolvero: ed è passata dal 4,9% al 7,4%. C’è stato uno spostamento che indica un trend massiccio da occidente a oriente. E che proseguirà», continua il presidente. Feralpi si muove in controtendenza, investendo per aumentare la produzione. Nel corso del 2023, gli investimenti tecnici hanno raggiunto i 169 milioni (il piano industriale 23-27 prevede un impegno complessivo di 500 milioni di euro).

Feralpi ha investito 169 milioni di euro nel solo 2023 per rinnovare reparti produttivi e logistica, in ottica di aumento della produttività e della sostenibilità

Forno elettrico all’intero dello stabilimento di Feralpi a Lonato del Garda

Feralpi ha proseguito i suoi investimenti sia nei reparti produttivi sia nella logistica. In particolare sono avanzati i lavori per la realizzazione del nuovo laminatoio presso lo stabilimento tedesco di Feralpi Stahl a Riesa (Sassonia) dove entro fine anno verranno avviate le prove dell’impianto in cui, per la prima volta in Germania, verranno prodotti rotoli del peso fino a 8 tonnellate destinati al mercato dell’edilizia e realizzati attraverso un processo innovativo, completamente elettrificato e a zero emissioni dirette. «Sempre in Germania, nel corso del 2023 è stata inaugurato il nuovo parco rottame che ha ottimizzato ed efficientato il processo di trattamento del rottame a vantaggio della produttività e della qualità: tutto questo di conseguenza ha generato la riorganizzazione della logistica. In Italia, nel corso del 2024, sarà invece operativo nello stabilimento di Feralpi Siderurgica il nuovo impianto spooler che, producendo rotoli, porterà a un completamento della gamma offerta ai clienti. Abbiamo rinnovato una parte del laminatoio e abbiamo rifatto quasi completamente la colata continua, oltre ad aver installato una nuova macchina per la produzione di rete elettrosaldata. A Calvisano abbiamo installato il fotovoltaico, portato a termine l’ampliamento del capannone e realizzato un magazzino billette e nuove postazioni per il trattamento LF». Ancora, entro fine anno partirà un nuovo laminatoio Garret per produzione di rotoli per aumentare la gamma anche in Caleotto. «Servono investimenti importanti e pesanti proprio nei momenti di rallentamento per la siderurgia».

Al microscopio: il dettaglio del bilancio 2023 di Feralpi Group

Vincenzo Maragliano, cfo di Feralpi.

E allora vediamo nel dettaglio il bilancio di Feralpi, i cui numeri sono in calo, ma non rappresentano una situazione di allarme. Nel 2023, a fronte di volumi di produzione stabili a 2,42 milioni di tonnellate, i ricavi hanno segnato un calo del 27% a 1.733 milioni di euro, il 61% generati dai mercati internazionali. Un dato che va inquadrato in un contesto più generale di debolezza del sistema acciaio e all’interno di un confronto con un anno eccezionale, qual è stato il 2022. La riduzione dei ricavi è stata inoltre accompagnata da un aumento dell’incidenza dei fattori produttivi sui ricavi: in particolare l’incidenza del consumo delle materie prime che è passato a valere il 63,8% sul valore della produzione dal 50,9%. Questo ha pertanto determinato una riduzione consistente dell’Ebitda a 83,2 milioni di euro (incidenza su valore della produzione del 4,8%) rispetto ai 501,7 milioni (19,8%) del 2022. Numero quest’ultimo che rappresentava un record assoluto nella storia quasi centenaria di Feralpi. Dopo aver spesato ammortamenti e svalutazioni per 64,2 milioni di euro, in crescita per effetto delle attività di investimento, il risultato netto totale scende infine a 18,9 milioni di euro rispetto ai 334 milioni del 2022. Resta positiva la posizione finanziaria netta, pur assottigliandosi a 15,3 milioni di euro. Questo per effetto degli investimenti: quelli tecnici sono ammontati a 169 milioni nell’anno. Ciò non ha impedito al patrimonio netto di sfiorare il miliardo e al valore aggiunto globale lordo di collocarsi a quota 215 milioni.

«Gli ultimi quattro anni sono non normali da tutti i punti di vista – commenta il cfo Vincenzo Maragliano – ma se confrontiamo il 2023 con il 2022 c’è una grande determinante che sono i prezzi di vendita. Quello medio del 2023 è stato più basso del 2022 e anche del 2021. Una riduzione tale che non è stata compensata dall’abbassamento del costo dei fattori produttivi, rottame ed energia in particolare. Questo ha determinato la forte riduzione dell’EBITDA che poi è stata più evidente nella seconda parte dell’anno. Ma la struttura patrimoniale è solida e flessibile, con un attivo fisso netto che si riduce per effetto degli investimenti che proseguono massicci, come detto. E con un patrimonio netto intorno al miliardo».

Feralpi, identikit dell’acciaieria bresciana che sta cambiando il mondo dell’acciaio

Feralpi ha proseguito i suoi investimenti sia nei reparti produttivi sia nella logistica. In particolare sono avanzati i lavori per la realizzazione del nuovo laminatoio presso lo stabilimento tedesco di Feralpi Stahl a Riesa (Sassonia),

Dalla capogruppo Feralpi Siderurgica, fondata nel 1968 a Lonato del Garda (Brescia), un percorso di crescita ha dato vita ad un Gruppo internazionale, diversificato e verticalizzato a monte e a valle della filiera produttiva e di commercializzazione. Il Gruppo Feralpi è tra i leader sul mercato nazionale ed europeo nella produzione di tondo per cemento armato in barre, vergella liscia e nervata, tondo ribobinato, trafilato e rete elettrosaldata. «Dal quartier generale di Lonato – dice il presidente Giuseppe Pasini – si dipana un gruppo globale, articolato e ampiamente diversificato, con la Germania che è un centro di produzione parallelo a quello italiano: tanto che il 39% dei 1927 dipendenti totali lavora in territorio tedesco, il 49% in Italia. Siamo presenti in 7 paesi con 25 società».

In dettaglio, Feralpi Group è attivo in tre aree di business: acciai per l’edilizia, che rappresenta il core business, dove il Gruppo è tra i leader di mercato in Italia, Germania, Francia, Svizzera e Austria; il business dei prodotti speciali e diversificati, che sono business complementari al business dell’edilizia; Energia, che riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo. Al ramo edilizia fanno capo il presidio italiano con la capogruppo Feralpi Siderurgica, dove si producono acciaio in billette, tondo per cemento armato in barre e in rotoli, vergella e derivati, e Presider, nel torinese, attiva nella lavorazione di tondo per cemento armato in barre e rotoli per i cantieri edili al servizio delle imprese di costruzione. «La società ha inoltre un sito a Nave (BS), e uno a Pomezia (RM) e uno stabilimento in Francia – dice Giuseppe – una struttura capillare che risponde alla logica di vicinanza alle grandi opere. In Germania abbiamo un secondo polo produttivo, più precisamente nella Regione della Sassonia, presso la città di Riesa».

La realtà tedesca di Feralpi è altrettanto complessa che quella italiana: dalla capogruppo Esf Elbe-Stahlwerke Feralpi GmbH (che produce billette, tondo per cemento armato in barre e in rotoli, vergella, oltre ad una vasta gamma di trafilati, tra i quali le reti elettrosaldate, sia standard, sia a misura) dipendono Feralpi Stahlhandel GmbH, che si occupa della commercializzazione e la distribuzione sul mercato tedesco, olandese, belga, austriaco e nelle aree dell’est Europeo e Feralpi Logistik GmbH possiede automezzi per la distribuzione dei prodotti di Esf e di terzi.

«Al Ramo Acciaio e Siderurgia fanno riferimento altresì le società Feralpi Power On e Feralpi Villasor e Feralpi Cellere, tutte attive nella costruzione di impianti fotovoltaici. Abbiamo anche una presenza in Nord Africa con Feralpi Algérie», prosegue il presidente Giuseppe, che ricorda infine «le Acciaierie di Calvisano, altra controllata con focus su billette e blumi di acciaio comuni e di qualità». A cui fanno capo Caleotto e Arlenico: la prima è attiva nella laminazione e nel commercio di vergelle di qualità destinate a numerose applicazioni, in particolare al settore meccanico e automobilistico. La seconda nella produzione di vergelle di qualità destinate a numerose applicazioni, in particolare al settore meccanico e automobilistico. «Abbiamo nella gamma anche prodotti diversificati che escono un po’ dalla verticalizzazione: mi riferisco alla Saexpa Industria De Expositores, società di Barcellona acquisita nel 2023 che produce scaffalature in acciaio per i magazzini».

La Esg Strategy: dalla riduzione delle emissioni attraverso l’introduzione dell’alimentazione elettrica negli impianti, in Italia e in Germania e l’acquisto di garanzie di origine

Stabilimento di Feralpi a Lonato del Garda (Brescia).

Feralpi ha un’anima green che le deriva dalla sua storia: nel 2004 ha pubblicato il primo bilancio di sostenibilità, in tempi non sospetti, quando la sostenibilità non era mainstream. Ma nel 2023, come ulteriore testimonianza del proprio impegno verso la sostenibilità e della sua profonda integrazione con le attività e il business aziendale, ha presentato per la prima volta la propria reportistica annuale attraverso un approccio integrato, del perimetro del Consolidato di Feralpi Siderurgica, volto ad unire la rendicontazione delle performance finanziarie con la comunicazione delle informazioni ambientali, sociali e di Governance (Esg).

«Il documento nasce con l’obiettivo di offrire agli stakeholder in un unico report una visione completa del valore generato da Feralpi e delle strategie che il Gruppo intende perseguire per continuare a generare tale valore in modo sostenibile nel breve, medio e lungo periodo. Questa scelta, deriva dalla volontà della Governance del Gruppo di anticipare i futuri obblighi normativi introdotti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD (Direttiva 2022/2464) – e dai nuovi standard di rendicontazione (ESRS – European Sustainability Reporting Standards elaborati dall’EFRAG – European Financial Reporting Advisory Group)», dice il consigliere delegato Giovanni Pasini. Ma praticamente come riduce la sua impronta carbonica un’acciaieria? «Sul fronte della riduzione delle emissioni, nelle nostre fabbriche la fusione viene fatta prevalentemente con l’elettricità, e con il metano che ha una parte importante, solo in maniera residuale con altre fonti: questo ci ha consentito nel 2023 di ridurre le emissioni scope 1 e 2 (quelle dirette relative al processo produttivo e indirette legate al consumo di energia, ndr) del 24,3%». Le emissioni dirette sono state abbattute del 40% con l’avvio del forno elettrico al posto del forno a metano nel laminatoio: le billette che arrivano alla laminazione ora si scaldano a elettricità.

Anno 2023: Feralpi inizia a lavorare anche sulla riduzione delle emissioni di Scope 3, che riguardano la filiera

In ambito Scope 2, la riduzione del 30% è attribuibile all’acquisto delle garanzie di origine. «Abbiamo iniziato a lavorare anche alle emissioni di Scope 3, che riguardano la filiera, e renderemo sistematica la raccolta di informazioni nel corso del 2024. Feralpi è tra le prime in Europa e la prima in Italia ad avere ottenuto l’approvazione da parte dell’ente SBTi (Science Based Targets Initiative, considerato scientificamente il più autorevole) degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas climalteranti di Feralpi al 2030. È stato infatti definito l’obiettivo di ridurre del 50% le emissioni specifiche di scopo 1, 2 e 3 relative al core boundary dei propri prodotti laminati a caldo. Inoltre, Feralpi ha assunto l’impegno di ridurre anche le restanti emissioni assolute di scopo 3 (non core boundary) del 25%. Tali obiettivi sono stati considerati allineati alla scienza per contribuire al contenimento del riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C».

Nello stabilimento di Lonato sono stati fatti sforzi significativi per sostituire il forno di riscaldo a gas con una serie di forni a induzione elettrica, portando all’eliminazione completa dell’uso di combustibili fossili in alcune fasi del processo.

Le leve per lavorare ancora sulla riduzione delle emissioni sono, prosegue Pasini: «l’elettrificazione dei processi e l’uso di carburanti verdi per lo scope 1– lo abbiamo fatto sul laminatoio di Lonato e anche il nuovo in Germania sarà scaldato con l’elettricità: sono i primi due laminatoi in Europa con questa caratteristica. Per lo Scope 2 le leve sono l’autoproduzione di rinnovabili, i Power Purchase Agreements, le garanzie di origine e la decarbonizzazione della rete nazionale. Ci sono provvedimenti del governo che rendono incerto il contesto: il Decreto su aree idonee, per esempio, che blocca tutte le autorizzazioni in corso e dà potere alle regioni per individuare le aree idonee dove installare i parchi fotovoltaici e pale eoliche. Questo crea incertezza e viscosità nelle procedure amministrative con allungamento dei tempi e mette a dura prova anche i nostri progetti, in particolare quello importante in Sardegna, dove c’è una moratoria della regione che mette a rischio le tempistiche di approvazione e di realizzazione stessa. La moratoria vale 18 mesi. Il governo dovrebbe emanare norme che consentano di avere certezza alle aziende».

E nel futuro, a tutta dritta sull’economia circolare. Con una particolare attenzione al valore del rottame e un messaggio chiaro e forte al governo che dovrebbe impedire la vendita massiccia di questa preziosa risorsa alla Turchia

Per Feralpi il rottame ferroso, che è il punto di partenza dell’economia circolare. Una risorsa preziosa, soprattutto per chi, come l’azienda, utilizza forni elettrici.

Parallelamente alla riduzione delle emissioni, Feralpi lavora in termini di economia circolare. «Già per il 98,6% il prodotto deriva da materiale riciclato, questo è nel nostro dna dalla nascita. Stiamo spingendo sui sottoprodotti che ricaviamo dal ciclo produttivo: il Greenstone ricavato da scoria nera, il Greenline da scoria bianca e il Greeniron dal recupero della scaglia. Produciamo materiali che sostituiscono quelli vergini e aumentano la nostra circolarità. La quota di rifiuti recuperati sta aumentando anno dopo anno e nel 2023 ha raggiunto il 90%», afferma Giovanni.

E c’è un altro elemento chiave, come sottolinea l’ad Cesare Pasini, ovvero il «rottame ferroso, che è il punto di partenza dell’economia circolare. Per noi, che siamo produttori di acciaio da forno elettrico in Italia è risorsa preziosa. Cogliamo l’occasione per denunciare che l’esportazione del rottame da UE e da Italia è in continua crescita. Oggi è un problema pressante ed è un fenomeno a cui bisogna porre rimedio. Dall’Europa 19 milioni di tonnellate nel 2023 hanno preso la via dei paesi che non possono godere di questa risorsa in maniera efficiente, perché non hanno le tecnologie per poterlo consumare a basse le emissioni in linea con gli standard europei. Nei primi 5 mesi del 2024 dall’ UE sono stati esportati 7,3 milioni e dall’Italia oltre 231mila tonnellate (+16,7% anno su anno).

Abbiamo vissuto rallentamenti produttivi per scarsità di materie prime disponibili. Chi acquista il rottame? Dall’Asia arriva la domanda: ma in particolare il 62% del rottame europeo esportato e l’83% di quello italiano finisce in Turchia che fa razzia di materiali a prezzi per noi insostenibili. L’Europa ha avviato un processo di decarbonizzazione che solo il rottame può alimentare. La produzione a ciclo integrato ne richiede sempre più e se noi lo vogliamo trasformare in materia prima strategica abbiamo bisogno di misure che lo trattengano altrimenti il processo di decarbonizzazione si interrompe».

Un messaggio forte e chiaro. Di cui Feralpi, che vuole guidare il cambiamento nel settore siderurgico incoraggiando le imprese della filiera ad adottare politiche sostenibili, si fa portavoce assoluto.

(Ripubblicazione dell’articolo del 29 luglio 2024)














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