Federmeccanica, il 55,2% delle imprese ha un Ebitda inferiore al 10%

Se ne è parlato a margine del nuovo incontro per il rinnovo del contratto metalmeccanici con Assistal, Fim, Fiom, Uilm

Federico Visentin, presidente Federmeccanica.

Federmeccanica: da una nostra approfondita analisi della stessa banca dati emerge un quadro ancora più preoccupante con situazioni non isolate di estrema criticità. Il 55,2% delle imprese censite (poco più di 30mila aziende) ha un Ebitda inferiore al 10%, di queste il 19,8% (circa 11mila aziende) ha un Ebitda ompreso tra 0 e 5% mentre la situazione è ancora più drammatica per poco meno di 4mila aziende che hanno un Ebitda pari o inferiore a zero e addirittura poco più di 10mila aziende hanno un utile netto pari o inferiore a zero. In data odierna, dopo aver condiviso con il Sindacato i dati salienti della 171esima indagine congiunturale di Federmeccanica, abbiamo fatto il punto sui quattro incontri che si sono tenuti tra il mese di giugno e il mese di luglio scorso. Continua quindi il confronto con la realtà, nella quale deve essere sempre calato il confronto sul rinnovo del Contratto. Nel definire il quadro di sintesi degli incontri scorsi sono stati approfonditi alcuni aspetti, anche alla luce di elementi forniti dai sindacati su determinati punti. Abbiamo analizzato in maniera accurata i dati evidenziati dalle organizzazioni sindacali. Con particolare riferimento alla produzione di valore nel nostro Settore, occorre fare una prima fondamentale precisazione e sottolineatura che già emergeva dal documento presentato da Federmeccanica all’apertura del confronto il 30 maggio scorso. Il settore metalmeccanico è estremamente eterogeneo, ricostruito mettendo insieme varie categorie e differenti comparti, a loro volta composti da tantissime aziende diverse da ogni punto di vista.

Nel periodo 2019-2022 l’Ebitda in valore assoluto è diminuito nel 30% delle aziende metalmeccaniche

Quando si tratta dell’impatto derivante dall’incremento dei costi, non va preso a riferimento il valore complessivo dell’intero Settore, che non può essere considerato come un’unica grandissima azienda con un bilancio consolidato. Occorre andare in profondità come abbiamo fatto con le nostre indagini, e come abbiamo fatto studiando le informazioni contenute nella banca data indicata dal Sindacato durante il confronto. Ebbene, con riferimento a tale fonte dati, si evidenzia come nel periodo 2019-2022 l’Ebitda in valore assoluto è diminuito nel 30% delle aziende metalmeccaniche, mentre se si considera l’Ebitda in rapporto alle vendite la percentuale di aziende che ha registrato una contrazione sale al 40% e questo ha riguardato oltre 25mila aziende. Non solo, risulta che il 55,2% (poco più di 30mila aziende) ha un Ebitda inferiore al 10%, di queste il 19,8% (circa 11mila aziende) ha un Ebitda compreso tra 0 e 5% mentre la situazione è ancora più drammatica per poco meno di 4mila aziende che hanno un Ebitda pari o inferiore a zero e addirittura poco più di 10mila aziende hanno un utile netto pari o inferiore a zero. I dati in questione riguardano le imprese metalmeccaniche censite dalla citata banca dati che comprende anche quelle non aderenti a Confindustria e quindi a Federmeccanica. La tendenza che affiora è sostanzialmente in linea con quanto rappresentato nell’indagine che abbiamo condotto presso le nostre imprese. In questo contesto non possiamo che confermare l’oggettiva funzionalità dell’impianto basato su due livelli nel quale:







  • il Ccnl ha una funzione di garanzia adeguando i minimi tabellari all’inflazione (Ipca Nei) ex post.
  • il livello aziendale ha la funzione di redistribuire una quota di marginalità, se adeguata e crescente.
  • Abbiamo anche approfondito quanto segnalato dal Sindacato sul lavoro in somministrazione.

Da un’analisi accurata emerge che nell’universo metalmeccanico, che anche in questo caso comprende moltissime aziende non aderenti al Sistema Federmeccanica, la percentuale di contratti di somministrazione sul totale dei dipendenti metalmeccanici è pari allo 0,7%. Occorre sottolineare che trattasi del numero di contratti e non di persone, pertanto potendosi stipulare più contratti per singolo lavoratore la suddetta percentuale si ridurrebbe nettamente se fosse riferita al singolo lavoratore. Anche in questo caso pur con le necessarie approssimazioni si può affermare che le indagini di Federmeccanica presso le aziende associate sono una fedele rappresentazione della realtà.














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