Per risolvere il problema dei crediti bloccati nei cassetti fiscali di imprenditori e professionisti, il governo ha inserito nel Decreto Aiuti Quater (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 novembre 2022) la possibilità di rimodilare i tempi per i lavori derivanti da Superbonus, che è stato fissato con la nuova modifica al 90%. La decisione del governo non convince banche e imprese, da giorni in prima linea per promuovere una proposta condivisa da Ance ed Abi. «Siamo davvero in una situazione grave che rischia di innescare una pericolosa bomba sociale ed economica» afferma la presidente di Federcostruzioni Paola Marone «questa soluzione finisce per creare ulteriori costi per chi ha già acquistato crediti, che con la ridistribuzione dovrebbe registrare perdite a bilancio e dall’altra accedere a finanziamenti in una fase di crescita dei tassi d’interesse. Stiamo parlando di almeno 6 miliardi di euro di crediti da smaltire».
Secondo il decreto pubblicato in Gazzetta, in sostanza, i crediti di imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022 e non ancora utilizzati potranno essere rimodulati in 10 rate annuali di pari importo in luogo della primaria rateazione fissata in 4 anni, tramite l’invio di una comunicazione all‘agenzia delle entrate. Ricordiamo che allo stato attuale, il Dl Rilancio (art.119 comma 1 Dl34/2020) prevede che la detrazione per gli interventi che danno diritto al Superbonus va ripartita in 5 quote annuali e per le spese sostenute dal 1° gennaio 2022 in 4 quote annuali.
La presidente Paola Marone conclude «Federcostruzioni ha chiesto fin dell’avvio di questo nuovo governo la costituzione di un tavolo con la parti sociali per affrontare le emergenze dell’intero settore delle costruzioni, che ricordo contribuisce al Pil nazionale per quasi 500 miliardi di euro. Insieme al problema dell’energia, vi è la priorità di affrontare il tema dei bonus e della cessione del credito per non ritrovarci nell’inverno con cantieri bloccati e i libri in tribunale».