Industrie attente: queste sono le sei fasi di una circular economy che funziona davvero! By Bain & Company

di Marco De' Francesco ♦︎ La circular economy? Una grande opportunità per le aziende, ma non mancano le sfide. A partire dalla scarsità di materie prime circolari per arrivare alla mancanza di infrastrutture per il riciclo. Bisogna anche cambiare approccio, puntando sui servizi e non più sui prodotti. Il caso Ball Corporation/Novelis. Il ruolo delle tecnologie: riciclo chimico e IA. La strategia a sei pilastri spiegata. Parla Hernan Saenz, massimo esperto della società di consulenza su supply chain, circular e dintorni

«L’economia circolare rappresenta un’enorme opportunità per le aziende manifatturiere e per le filiere in generale, perché consentirà la riduzione dei costi di produzione con l’uso di materie riciclate, la diminuzione degli sprechi e una risposta alle crescenti richieste dei consumatori e delle normative in materia di sostenibilità ambientale, migliorando la reputazione aziendale e aumentando la competitività. Tuttavia, le aziende devono affrontare diversi ostacoli, per superare i quali occorre una strategia chiara». Lo afferma Hernan Saenz, nel cda e a capo a livello globale della practice “Performance Improvement” di Bain & Company – colosso mondiale del management consulting con sede a Boston (Massachusetts). Oggi guidata dal worldwide managing partner Christophe De Vusser, Bain ha dato vita negli ultimi anni ad un approccio strategico alla circolarità.

Quanto agli ostacoli, uno dei principali problemi è la disponibilità e la scalabilità delle materie prime circolari. In passato, le aziende riuscivano a trovare materiali riciclati per progetti pilota, ma oggi, con l’aumento della domanda, è diventato molto più difficile e costoso ottenere queste risorse. La competizione per le materie prime riciclate è elevata, e le aziende si trovano a dover partecipare a gare per assicurarsi i materiali necessari, una situazione ben diversa da quando venivano pagate per raccogliere i rifiuti. Un altro ostacolo significativo è la mancanza di infrastrutture adeguate al riciclo. La carenza di impianti di riciclaggio efficienti rende difficile l’adozione di materiali riciclati su larga scala, limitando così la capacità delle aziende di implementare processi produttivi circolari. Senza un’infrastruttura solida, l’intero processo di raccolta, selezione e trasformazione dei rifiuti in nuove risorse diventa inefficiente e poco pratico.







Hernan Saenz, a capo della practice “Performance Improvement” di Bain & Company

Quanto alla strategia di Bain per supportare le aziende nella transizione verso un’economia circolare, comprende sei fasi principali. Prima di tutto, Bain analizza il settore per identificare le opportunità e le sfide del passaggio da un modello lineare a uno circolare. Successivamente, prepara le aziende fornendo le risorse necessarie e stabilendo una tempistica per la transizione. Un altro punto chiave è il design dei prodotti per la riparabilità e la modularità, che ne prolunga la vita e riduce la necessità di nuove risorse. Bain facilita la creazione di partnership strategiche per raccogliere materie prime riciclate e riparare i prodotti, migliorando così l’efficienza e la sostenibilità. L’implementazione di tecnologie avanzate di tracciabilità permette di monitorare i prodotti durante tutto il ciclo di vita, migliorando la gestione e la trasparenza. Infine, Bain aiuta le aziende ad adattare il loro modello operativo per supportare l’economia circolare, ottimizzando i processi di produzione, logistica e gestione delle risorse per operare in modo sostenibile ed efficiente. Questa strategia fornisce alle aziende gli strumenti necessari per prosperare in un’economia sostenibile, migliorando l’efficienza operativa e riducendo l’impatto ambientale.

D: Quali sono i principali ostacoli che le aziende devono affrontare nell’adozione di materie prime circolari?

R: La principale difficoltà oggi è legata alla disponibilità e alla scalabilità delle materie prime circolari. In passato, le aziende pionieristiche riuscivano a trovare queste materie prime attraverso progetti pilota o piccoli esperimenti. Ora, con molte aziende che cercano di adottare queste pratiche su larga scala, la competizione per le risorse disponibili è aumentata notevolmente. Un tempo le aziende venivano pagate per raccogliere i rifiuti, poi hanno potuto raccoglierli gratuitamente, e oggi devono partecipare a gare per ottenere quei rifiuti, diventati fondamentali per i loro processi produttivi. Questo incremento della domanda supera di gran lunga l’offerta disponibile, creando un significativo ostacolo per le aziende che cercano di implementare modelli di economia circolare.

D: Può fornire esempi concreti di aziende che hanno implementato con successo l’uso di materiali riciclati nei loro prodotti?

Ball Corporation, che produce lattine in alluminio con un contenuto riciclato che varia tra il 60% e l’85%. Questo non solo riduce l’estrazione di risorse naturali, ma dimostra anche come una gestione efficiente dei materiali riciclati possa essere economicamente vantaggiosa.

R: Un esempio concreto di successo è Ball Corporation, che produce lattine in alluminio con un contenuto riciclato che varia tra il 60% e l’85%. Questo non solo riduce l’estrazione di risorse naturali, ma dimostra anche come una gestione efficiente dei materiali riciclati possa essere economicamente vantaggiosa. Analogamente, Western Digital collabora con i fornitori per garantire che i loro hard disk contengano materiali riciclati, una pratica comune nel settore della tecnologia di consumo. Questo modello di circolarità sta guadagnando terreno, ma l’offerta limitata di materie prime riciclate rimane un problema significativo.

D: Quali strategie possono adottare le aziende per prolungare la durata dei loro prodotti? Come contribuisce il design modulare all’estensione della vita del prodotto?

R: Per prolungare la vita dei prodotti, le aziende possono adottare diverse strategie. La rivendita e il riutilizzo permettono a un prodotto non più utilizzato da qualcuno di trovare una nuova vita con un altro utente. La ristrutturazione e la rimessa a nuovo consentono di rimettere in circolazione prodotti con piccoli interventi di manutenzione.

È fondamentale progettare i prodotti per la riparabilità, la modularità e l’aggiornabilità. Un prodotto modulare permette di sostituire facilmente un componente danneggiato, estendendo così la vita del prodotto. Inoltre, i prodotti devono essere in grado di segnalare quando necessitano di manutenzione, grazie a tecnologie telemetriche che avvisano quando è il momento di un intervento. Questo approccio consente di mantenere i prodotti operativi più a lungo, riducendo la necessità di nuovi acquisti e l’impatto ambientale associato.

È fondamentale progettare i prodotti per la riparabilità, la modularità e l’aggiornabilità. Un prodotto modulare permette di sostituire facilmente un componente danneggiato, estendendo così la vita del prodotto.

D: Come può un’azienda passare da un modello di business lineare a uno circolare? Può spiegare il concetto di “prodotto come servizio”?

R: La transizione da un modello di business lineare a uno circolare richiede una trasformazione del sistema. Le aziende devono ripensare l’uso dei materiali e la capacità dei prodotti. Ci sono tre leve principali: smettere di utilizzare materie prime vergini, prolungare la vita dei prodotti e passare dalla vendita di prodotti alla vendita di servizi. Ad esempio, invece di vendere una macchina Mri a un ospedale, un’azienda può vendere ore di utilizzo del servizio Mri. Questo cambiamento di modello richiede un ripensamento completo del modo di fare affari, ma può portare a un utilizzo più efficiente delle risorse e a una maggiore resilienza. Questo modello, chiamato “product as a service”, consente alle aziende di mantenere la proprietà dei prodotti, offrendo servizi basati sull’uso e massimizzando l’efficienza delle risorse.

La transizione da un modello di business lineare a uno circolare richiede una trasformazione del sistema. Le aziende devono ripensare l’uso dei materiali e la capacità dei prodotti. Ci sono tre leve principali: smettere di utilizzare materie prime vergini, prolungare la vita dei prodotti e passare dalla vendita di prodotti alla vendita di servizi.

D: Quanto sono importanti le partnership per la transizione verso un’economia circolare? Può fornire esempi di collaborazioni di successo che hanno facilitato la trasformazione circolare di un’azienda?

Ball Corporation ha collaborato con Novelis per costruire un impianto di riciclaggio di alluminio negli Stati Uniti, qualcosa che non si vedeva da decenni. Senza questa partnership, non sarebbe stato possibile.

R: Le partnership sono probabilmente l’elemento più importante per l’economia circolare. Le aziende hanno bisogno di collaborare per raccogliere materie prime riciclate e riparare e ristrutturare i prodotti esistenti. Ad esempio, Ball Corporation ha collaborato con Novelis per costruire un impianto di riciclaggio di alluminio negli Stati Uniti, qualcosa che non si vedeva da decenni. Senza questa partnership, non sarebbe stato possibile. Anche Siemens, che produce apparecchiature costose, ha creato una vasta rete di riparazione attraverso partnership, garantendo che i clienti possano ottenere rapidamente riparazioni certificate. Le partnership sono essenziali non solo per la raccolta e il riciclaggio, ma anche per la manutenzione e la riparazione, che sono fondamentali per mantenere i prodotti in circolazione il più a lungo possibile.

D: Quali indicatori o segnali dovrebbero monitorare le aziende per sapere quando è il momento giusto per implementare strategie circolari? Come possono le aziende anticipare i cambiamenti del mercato e adattare di conseguenza le loro strategie?

R: Ci sono due punti di svolta importanti che le aziende devono monitorare per sapere quando è il momento giusto per implementare l’economia circolare: la curva di penetrazione del mercato e il costo per unità. Le aziende devono monitorare quando i vari segmenti del mercato iniziano a preferire prodotti circolari rispetto a quelli lineari. Inoltre, devono considerare il costo per unità dei prodotti in un modello lineare rispetto a quelli in un modello circolare. Oggi, il modello lineare ha un costo inferiore grazie all’esperienza e alla scala. Tuttavia, con l’aumento delle normative e la scarsità di risorse, ci aspettiamo che il costo dei prodotti circolari diminuisca nel tempo, rendendoli più competitivi. Le aziende devono anche monitorare le regolamentazioni e gli incentivi governativi che possono influenzare i costi e la fattibilità dei modelli circolari. Monitorare questi fattori aiuta le aziende a identificare il momento giusto per fare la transizione, evitando rischi e massimizzando i benefici.

D: Quali sono le principali sfide nella riprogettazione delle catene del valore per massimizzare l’efficienza e la sostenibilità? Può descrivere come le infrastrutture di riciclaggio e i mercati per i materiali riciclati influenzano le catene del valore?

R: Per fare funzionare un modello circolare su larga scala, è necessario considerare l’efficienza dei costi, la sostenibilità e la resilienza. Le catene di approvvigionamento circolari sono molto più resilienti e riducono l’estrazione di risorse naturali, aiutando a preservare la biodiversità e a ridurre le emissioni di gas serra. Le aziende devono anche sfruttare gli incentivi verdi, evitare penalità per le emissioni e guadagnare quote di mercato grazie alla preferenza per prodotti sostenibili.

Riprogettare le catene del valore significa anche considerare l’intera vita del prodotto, dall’approvvigionamento dei materiali alla fine del ciclo di vita, per massimizzare l’uso delle risorse e ridurre al minimo i rifiuti. Questo richiede un approccio sistemico

Riprogettare le catene del valore significa anche considerare l’intera vita del prodotto, dall’approvvigionamento dei materiali alla fine del ciclo di vita, per massimizzare l’uso delle risorse e ridurre al minimo i rifiuti. Questo richiede un approccio sistemico, in cui ogni fase del ciclo di vita del prodotto è ottimizzata per la sostenibilità e l’efficienza.

D: Qual è l’idea realistica di ridefinire le catene del valore?

R: Ridefinire le catene del valore creerà enormi opportunità di mercato. Oggi c’è una carenza di materie prime riciclate in molte catene del valore, ma questo potrebbe portare alla creazione di nuovi settori economici dedicati alla raccolta, pulizia, selezione e trasporto dei rifiuti per trasformarli in input di produzione. Questi nuovi settori non solo creeranno nuovi posti di lavoro, ma anche nuove fonti di profitto. Immaginiamo un’economia in cui aziende specializzate gestiscono interi flussi di rifiuti, trasformandoli in risorse preziose per altri processi produttivi. Questa ridefinizione delle catene del valore richiede un approccio sistemico e collaborativo, in cui ogni attore della catena ha un ruolo nel garantire la circolarità. Le aziende che riusciranno a sviluppare queste capacità avranno un vantaggio competitivo significativo, poiché potranno offrire prodotti più sostenibili e a minor costo.

D: Come percepiscono i consumatori i prodotti circolari rispetto a quelli tradizionali? Come può l’economia circolare influenzare la competitività a lungo termine e la resilienza delle aziende?

R: I consumatori iniziano con una preferenza per i prodotti circolari, ma due fattori sono cruciali: il prezzo e la disponibilità. Una piccola parte dei consumatori è disposta a pagare un prezzo premium per i prodotti circolari, ma la maggioranza è influenzata dalla disponibilità e dalla convenienza. Inoltre, devono fidarsi delle affermazioni sul carattere circolare dei prodotti, cosa che oggi è ostacolata dal greenwashing. Le aziende devono quindi lavorare non solo sulla qualità e sulla disponibilità dei loro prodotti circolari, ma anche sulla trasparenza e sulla comunicazione per costruire fiducia nei consumatori. Quando un prodotto circolare è disponibile e conveniente quanto un prodotto lineare, e quando i consumatori credono realmente che sia sostenibile, è molto più probabile che scelgano l’opzione circolare.

D: Quali tecnologie stanno guidando la trasformazione verso l’economia circolare? Come possono l’intelligenza artificiale e altre tecnologie avanzate supportare la gestione circolare dei materiali?

R. Oltre alle partnership, la tecnologia è fondamentale per l’economia circolare. La tracciabilità digitale è probabilmente la tecnologia più importante, permettendo alle aziende di sapere dove si trovano i loro prodotti e quando necessitano di manutenzione. Altre tecnologie, come il riciclo chimico, stanno emergendo per affrontare casi d’uso specifici. La connettività e l’intelligenza artificiale consentono di implementare modelli di business come il car sharing e il ride sharing, che massimizzano l’uso delle risorse e riducono la necessità di nuovi prodotti. Queste tecnologie non solo migliorano l’efficienza operativa, ma contribuiscono anche a ridurre l’impatto ambientale complessivo.

D: In sintesi, quali sono i pilastri della strategia di Bain per aiutare le aziende a passare a modelli circolari?

De Vusser succede a Manny Maceda, che ha appena concluso il suo secondo mandato triennale come Worldwide Managing Partner di Bain.

R: La strategia di Bain per aiutare le aziende a passare a modelli circolari si basa su diversi pilastri. Iniziamo analizzando come un’industria può passare da un modello lineare a uno circolare e quando avverrà questa transizione. Aiutiamo i nostri clienti a prepararsi con le informazioni e i materiali necessari per agire al momento giusto. Parte della strategia include anche il design per la circolarità, la costruzione di partnership, l’implementazione di tecnologie di tracciabilità e l’adattamento del modello operativo. La chiave è avere una chiara visione di come scalare le operazioni.

D: Quali sono le prospettive future per l’economia circolare?

R: Le prospettive per l’economia circolare sono in crescita. Tre anni fa, prevedevamo un’accelerazione della circolarità e ora quasi il 60% delle grandi aziende ha preso impegni seri in questa direzione. Ci aspettiamo che la regolamentazione e la scarsità di risorse continuino a spingere questo trend, con normative sempre più severe in Europa, Stati Uniti e Cina che favoriranno l’adozione di modelli circolari.














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