Automotive: creare le condizioni per produrre in Italia 1 milione di veicoli nel 2028-2030. Lo studio di Anfia e AlixPartners

«Tra gli elementi di difficoltà da evidenziare ci sono anche le scelte di gestione e di relazione con la filiera di alcuni costruttori, come Stellantis», dichiara Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia

Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia.

All’incontro promosso da Federmeccanica e Anfia, con il patrocinio di Confindustria Veneto, presso Cuoa Business School è stato presentato il report “Piano per la competitività del settore automotive italiano”. Lo studio è stato curato da Anfia e AlixPartners e presentato da Dario Duse (partner & managing director, Emea co-leader Automotive and Industrial – AlixPartners) e Fabrizio Mercurio (director Automotive and Industrial Goods Team – AlixPartners).

«Il convegno di oggi consente di fare il cosiddetto ‘punto bussola’ nel tragitto verso la neutralità carbonica che il settore automotive, anche quello italiano, ha intrapreso con convinzione – commenta Roberto Vavassori, presidente di Anfia e chief public affairs officer & board member di Brembo – A partire dai due studi presentati, sia pure per sommi capi, visto il tempo a disposizione, si comprende come vi siano scenari complessi di fronte alle nostre aziende, che vanno affrontati in assenza di mappe dettagliate, ma in territori in gran parte inesplorati; mi riferisco al tema enorme della necessità di disporre di energia pulita nella quantità e tempistica richiesta dal sistema e a costi competitivi con il resto dei concorrenti, alla necessità imperativa di snellire molti processi burocratici autorizzativi a tutti i livelli, inclusi quelli regionali, alla opportunità di ripensare modelli organizzativi del lavoro che sappiano coniugare l’attrattività di talenti per il nostro settore con schemi retributivi incentivanti e che garantiscano la necessaria competitività e flessibilità per le nostre produzioni, al supporto legislativo nazionale ed europeo per garantire condizioni eque e paritetiche di competizione internazionale. E, per i nostri imprenditori, la necessità di abbracciare con lo sguardo creativo e propositivo il mondo intero della produzione di veicoli, che per una parte molto rilevante ha spostato il baricentro al di fuori dei confini consueti; oggi l’Europa deve andarci stretta, e la necessità di competere con attori industriali non più emergenti ma affermati rappresenta il nocciolo della sfida che le aziende del nostro settore devono affrontare e vincere».







«Lo studio che abbiamo realizzato insieme ad AlixPartners – afferma Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia – raccoglie i contributi dei partecipanti ai lavori del Tavolo Sviluppo Automotive gestito dal Ministero delle imprese e del Made in Italy e ora in fase conclusiva, ovvero Anfia, Stellantis, i rappresentanti delle regioni in cui si trovano gli stabilimenti del Gruppo e le parti sociali. Il lavoro traccia i possibili impatti della transizione energetica sulla filiera a livello regionale, analizza i gap di competitività delle imprese italiane rispetto ai principali competitor e, infine, identifica quattro aree di intervento – produzione locale, competitività produttiva (Oem e fornitori), attrazione di investimenti e tecnologia, riconversione e sviluppo occupazionale – e una ventina di misure di sostegno proposte per guidare e supportare l’evoluzione della filiera produttiva, che puntano principalmente ad incoraggiare l’incremento dei volumi della produzione locale di autoveicoli e a potenziare la competitività della nostra componentistica rispetto ai competitor. In questo momento così sfidante, tra gli elementi di difficoltà da evidenziare ci sono anche le scelte di gestione e di relazione con la filiera di alcuni costruttori, come Stellantis, che prevedono di dare sempre maggior spazio alle low cost countries, mettendo sul tavolo un confronto impari delle condizioni di fornitura rispetto alla supply chain europea e italiana».

Lo studio Anfia – AlixPartners si concentra su due obiettivi principali. Il primo è analizzare ed identificare in maniera puntuale i gap di competitività tra il sistema produttivo automotive italiano e quello di altri Paesi europei come Francia, Germania, Spagna e Paesi dell’Est – in particolare sulle maggiori voci di costo per le imprese, ovvero energia, lavoro e logistica – per poi elaborare una serie di proposte di politica industriale che il Governo dovrà mettere in campo nel breve e nel medio e lungo periodo per cercare di colmare queste differenze, in modo che si creino le condizioni per arrivare a produrre in Italia, nel 2028-2030, almeno 1 milione di autoveicoli, coinvolgendo in misura crescente il sistema della componentistica italiana e mantenendo e sviluppando le competenze in ricerca e sviluppo sul territorio. Il secondo obiettivo è analizzare l’impatto sul fatturato e sulla forza lavoro della filiera della componentistica italiana della transizione ecologica e, nello specifico, degli obblighi regolamentari imposti dall’UE e orientati all’elettrificazione del settore dell’auto.














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