Lo aveva annunciato e lo ha fatto. Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, rispondendo ai primi di ottobre a un question time alla Camera aveva detto: “È mia intenzione convocare un tavolo automotive per favorire la transizione tecnologica verso la mobilità elettrica e a basse emissioni in maniera equilibrata e senza creare effetti distorsivi sul mercato”, sottolineando poi la necessità di una “graduale riconversione della filiera produttiva nazionale in un’ottica di condivisione e confronto con tutte le parti interessate, in piena sintonia con il parlamento che potrà fare le proposte che riterrà necessarie nella prossima legge di bilancio anche attraverso un’indagine conoscitiva”.
E infatti il prossimo venerdì 18 ottobre imprese e sindacati dell’automotive sono stati invitati da Patuanelli a partecipare alle prime fasi di quello che da oggi in poi chiameremo Tavolo della mobilità elettrica
Un cambiamento di stile
Siamo dunque a una svolta ad U rispetto a un anno fa quando l’ecobonus fu inserito in assoluto sottotono nella prima versione della legge di bilancio, senza coinvolgere corpi intermedi del settore. E i risultati si sono visti: i 60 milioni di euro stanziati per quest’anno, infatti, sono in gran parte inutilizzati. Dopo sette mesi, più del 50% dei fondi è ancora nelle casse dello Stato. E sarebbe un miracolo se nell’ultimo trimestre dell’anno il mercato attingerà a 10-12 dei 30,4 milioni ancora in cassa.
Inoltre la decisione di Patuanelli di procedere “in maniera equilibrata e senza creare effetti distorsivi” puntando a una “graduale riconversione della filiera” sembra indicare lo stile che verrà seguito in futuro per ragionare su un vero piano pluriennale che affronti le trasformazioni hi-tech del settore.
Piano nazionale per le colonnine
Il tavolo probabilmente potrebbe affrontare la questione della piattaforma unica nazionale di colonnine di ricarica e l’avvio di misure per favorirne la diffusione. Una misura, quest’ultima, peraltro già prevista dalla legge di bilancio 2019 per i condomini o le aree private: le spese per la posa in opera di un’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici, infatti, possono essere detratte dalla dichiarazione dei redditi in dieci quote annuali di pari importo nella misura del 50% e nel limite di 3 mila euro della spesa sostenuta nel periodo compreso tra l’1 marzo 2019 e il 31 dicembre 2021.
IPCEI: l’unione (europea) fa la forza
Sicuramente sullo sfondo delle azioni di Governo c’è il Projects of Common European Interest (IPCEI) microelettronica – promosso e finanziato dall’Italia unitamente ad altri Stati membri della UE (Francia, Germania e Regno Unito), che ha individuato tra le sei catene strategiche di valore (CSV) quella destinata ai veicoli connessi verdi e autonomi. In questo ambito l’Italia con Fca potrebbe giocare un ruolo decisivo per la produzione di batterie a ioni di litio per contrastare il dominio cinese.
La strada da fare verso la mobilità elettrica è ancora tanta, ma misure e proposte di questo tipo permettono di fare dei grossi passi in avanti. Speriamo in un 2020 più eco-sostenibile!