Dal Governo filtrano indicazioni sulla volontà di riposizionamento fondi per circa 10/15 miliardi di euro dal Pnrr, così com’era stato concordato inizialmente con l’Unione europea, al piano RePowerEu. Si tratta di una decisione complessa e difficile che però non può comportare un passo indietro rispetto all’efficientamento e alla costruzione secondo nuovi criteri dell’edilizia scolastica di asili e mense.
«Da tutti gli studi prodotti in questi anni» afferma il vicepresidente di Anir Confindustria, Massimo Piacenti, «si evince che le mense fanno parte dell’offerta formativa nelle scuole, come educazione al cibo e all’alimentazione, e che, in alcune parti d’Italia, costituiscono per molti alunni l’unica possibilità di corretta alimentazione. C’è una richiesta sempre più forte, nonostante vengano serviti ogni anno undici milioni di pasti, solo una scuola su tre, in Italia, è dotata di mensa. Crediamo che rinunciare alla costruzione di nuovi edifici scolastici e spazi di refezione possa costituire un passo indietro verso una formazione completa e verso una scuola più ‘giusta’ e ci auguriamo che il Ministero su questo stia facendo un’attenta riflessione. Utilizzare i fondi del Pnrr per migliorare la funzione educativa e sociale del pasto nelle mense scolastiche crediamo sia una grande opportunità per il nostro Paese».