Dopo le anticipazioni di ieri, oggi è arrivata la conferma ufficiale: Volkswagen chiuderà tre stabilimenti in Germania, mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. Le vendite di veicoli in Europa, le difficoltà dell’economia tedesca e i rapporti tesi con la Cina pesano sui conti del colosso di Wolfsburg che ha chiuso con un calo delle consegne (-2,8%) nei primi 9 mesi 2024. I vertici del Gruppo sostengono che sia necessaria una profonda ristrutturazione per poter andare avanti: una sforbiciata da 4 miliardi di euro, con una riduzione degli stipendi del 10% e aumenti bloccati fino al 2026. Entro la fine del mese verranno comunicate ai sindacati una serie di proposte e misure per ridurre la forza lavoro. Il ceo di Volkswagen, Thomas Schäfer, ha punta il dito sulla produttività: «Non guadagniamo abbastanza con le nostre auto al momento. Allo stesso tempo, i costi legati all’energia, alle materie prime e al personale continuano a salire. Non può funzionare a lungo termine. Dobbiamo trovare velocemente una soluzione congiunta e sostenibile per il futuro della nostra azienda».
Iniziano gli scioperi in Germania
Dopo l’annuncio di Volkswagen i sindacati sono passati all’azione con una serie di scioperi e assemblee: i lavoratori di undici fabbriche tedesche del Gruppo si sono astenuti dal lavoro solo nella giornata di ieri. Il sindacato IG Metall ha fatto partire la prima ondata di scioperi con azioni di protesta concentrate nel turno di notte. Sono già state programmate altre azioni di contestazione anche a livello federale. Insomma, lo scontro è appena iniziato…