Nucleare: la Commissione Europea punta sul progetto di Ansaldo Nucleare ed Enea per i reattori di IV generazione

Fanno parte del consorzio Falcon anche l’Istituto romeno per le ricerche nucleari-Raten e l’ente di ricerca belga Sck-Cen

Daniela Gentile, amministratrice delegata di Ansaldo Nucleare.

Tra le proposte di reattore veloce raffreddato a piombo selezionate dalla Commissione Europea nell’ambito dell’European Industrial Alliance on Small Modular Reactors c’è anche il progetto Alfred/EU-Smr-Lfr. A presentare il progetto, lo scorso giugno, era stato il consorzio Falcon, guidato da Ansaldo Nucleare in collaborazione con Enea, l’Istituto romeno per le ricerche nucleari-Raten e con la partecipazione dell’ente di ricerca belga Sck-Cen. Il progetto Alfred prevede lo sviluppo di un reattore nucleare avanzato di quarta generazione, modulare e di dimensioni più contenute rispetto alle generazioni attualmente in esercizio, a neutroni veloci e raffreddato a piombo, il cui primo esemplare potrebbe essere messo in esercizio a partire dal 2040. Il percorso di sviluppo, oggetto del riconoscimento della Commissione Europea, prevede la realizzazione di due prototipi dimostrativi (Leandrea e Falcon) destinati a validare le scelte tecnologiche, che saranno realizzati rispettivamente in Belgio e in Romania.

«La scelta della European Industrial Alliance on Small Modular Reactors costituisce un riconoscimento importante che conferma le competenze di Ansaldo Nucleare e dei suoi partner. – commenta Daniela Gentile, amministratrice delegata di Ansaldo Nucleare – Questo risultato premia gli sforzi di sviluppo tecnologico che la nostra azienda, all’avanguardia in questa tecnologia, ha portato avanti e rafforzato negli anni, gettando le basi per un futuro sostegno economico dell’Unione Europea al nostro progetto».







I reattori veloci raffreddati a piombo, che rientrano nella cosiddetta IV generazione, promettono importanti vantaggi rispetto alle tecnologie esistenti, con un rendimento del combustibile significativamente maggiore, alte temperature di esercizio che consentiranno di fornire energia termica oltre che elettrica, e sistemi di sicurezza passivi capaci di intervenire senza l’intervento umano. Questa tecnologia permetterà inoltre di chiudere il ciclo del combustibile, riutilizzando il combustibile esausto delle centrali di generazione precedente e minimizzando la quantità di rifiuti.














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