Comausk. Così l’economista Alessando Aresu definisce un’eventuale Comau nelle mani dell’eclettico Elon Musk. Ma da dove nasce questa idea? In realtà non c’è nessun annuncio ufficiale, ma solo congetture. Come spiega Aresu in un suo articolo pubblicato su X (DISPONIBILE A QUESTO INDIRIZZO), il dato di partenza è che già da tempo John Elkann è intenzionato ormai da anni a cedere l’azienda di automazione che oggi fa parte di Stellantis, perché la strategia è cambiata. I media italiani contano sempre meno per Elkann, e dal punto di vista editoriale l’asset che davvero conta è l’Economist. Ma la strategia è quella di «diversificare attraverso fondi tecnologici con ottica globale». E addirittura, ipotizza Aresi, divenire azionista di OpenAI.
Sull’automotive Elkann vuole a puntare su chi ancora offre ottimi margini, Ferrari quindi, mentre Stellantis avrà sempre meno peso, perché sia Stellantisi sia gli altri carmaker europei difficilmente torneranno competitivi. Per tanti motivi. Pochi investimenti, e pure errati, secondo Aresu. AI quali si sommano le politiche europee sulle auto green, che Aresu definisce una “barzelletta” e che ipotizza saranno rivisti. Indica anche una data: dopo le elezioni tedesche. Ma anche se si tornasse indietro sullo stop alle termiche, ormai «i posti di lavoro non torneranno più come prima». E anche la filiera ne farà le spese. Comau compresa. Per lo meno, nel caso dipendesse troppo da Stellantis.
Per far prosperare il gioiello italiano dell’automazione, insomma, è meglio che questo finisca in altre mani. Non quelle cinesi, per ovvie ragioni geopolitiche. Musk, invece, potrebbe essere una buona soluzione. Il miliardario, infatti, ha già espresso un grande apprezzamento per Comau, che ha dato più di un contributo alle linee produttive di Tesla. «Comau is great», avrebbe affermato Musk sulla collaborazione manifatturiera fra l’azienda italiana e Tesla.
Se Tesla acquisisse Comau, o anche solo una sua quota, l’azienda italiana potrebbe trovarsi quindi a lavorare con un partner industriale strategico. E secondo Aresu sarebbe solo una bella notizia in quanto «Musk ha un piano sul futuro della robotica, sulla “spatial intelligence” nell’AI, gli verrà in mente come usare Comau meglio di attori puramente finanziari».
Aresu anticipa anche le critiche che inevitabilmente verrebbero fuori. Perché cedere un gioiello come Comau ad attori stranieri? Perché non mantenere la proprietà italiana? Perché, secondo Aresu, nessuna delle imprese italiane ha il denaro necessario per sfruttare il potenziale di Comau. E nemmeno le competenze. Insomma, «Comau a Musk – Comausk – può essere una buona prospettiva, anche se è improbabile».