I robot cinesi di Estun sbarcano in forze in Italia ed Europa

di Marco De' Francesco ♦︎ Dopo aver portato in Europa il business degli azionamenti e dei servomotori, Estun Automation approda nel Vecchio continente con il business dei robot. È il secondo produttore al mondo e ha come clienti Byd e Catl. Obiettivo: raggiungere i clienti nei settori automotive, aerospaziale, batterie, meccanica. Le acquisizioni strategiche di Trio Motion Technology, MAi e Cloos. La nuova fabbrica a Breslavia, in Polonia. In arrivo una filiale italiana, che lavorerà a stretto contatto con i system integrator. I robot Romat per la saldatura pesante. Le serie ER e CoDroid Collaborative Robots per la produzione di batterie. Ne parliamo con Marco Delaini, vp di Estun Robotics Europe

«Estun Automation punta a conquistare in soli 5 anni una posizione di rilievo tra i leader del mercato della robotica industriale europea, che vale 12 miliardi». È un obiettivo molto ambizioso quello annunciato da Marco Delaini, già vicepresidente di Fanuc Europe e ora vice presidente di Estun Robotics Europe, ceo di Estun Robotics Sud Europe nonché ad della filiale italiana. Sì, perché Estun Automation approda in Europa e in Italia con la robotica. È una notizia di grande rilievo industriale. Anzitutto perché questo grande operatore di robotica e di automazione di Nanchino è il secondo produttore per installazioni di robot nel mercato cinese (dopo la nipponica Fanuc): nel 2023 ne ha venduti 25mila raggiungendo un fatturato di 4,65 miliardi di yuan e registrando un aumento del 19,87% rispetto all’anno precedente. In secondo luogo, perché può contare su una base clienti assicurata da industrie cinesi – come Byd nell’automotive o Catl nelle batterie – che sono sempre più presenti nel Vecchio Continente e che vanno riforniti e assistiti in loco. Sotto il profilo operativo, a luglio si è data vita alla holding Estun Robotics Europe, guidata dal presidente e ceo Gerald Mies, già stato precedentemente alla guida della divisione sistemi di un’altra importante azienda di robotica industriale, Kuka. Quanto alle filiali nei Paesi più importanti (Francia, Turchia, Spagna, Italia) saranno attive in breve tempo con strutture locali orientate a servire tecnicamente i propri partner tecnologici. Infine, si sta realizzando un nuovo complesso produttivo a Breslavia, capace di realizzare 15mila robot all’anno e che sarà al contempo un centro di ricerca e sviluppo.

Perché Estun Automation “sbarca” in Europa con i robot – dopo averlo fatto con i servomotori e con gli azionamenti, fondando nel 2017 a Milano Estun Industrial Technology Europe (Eite). Lo fa per espandere la sua presenza globale e rafforzare la sua competitività: intende raggiungere nel Vecchio Continente nuovi clienti nei settori chiave e trainanti come l’automobilistico, l’aerospaziale, la produzione di batterie e la meccanica. L’azienda ha già effettuato acquisizioni strategiche, come quella di Trio Motion Technology nel Regno Unito, MAi in Germania e Cloos, per integrare nuove tecnologie e soddisfare le richieste di un mercato in continua evoluzione.







Come pensa Estun Automation di conseguire un obiettivo così rilevante e di sottrarre quote di mercato a giganti affermati nel Vecchio Continente come Yaskawa, Comau, Abb, Kuka, Fanuc? «Offriamo alle aziende manifatturiere europee la possibilità di dotarsi di robot caratterrizzati da un rapporto qualità-prezzo tra i più elevati del mercato. Ciò consente loro di ottenere tecnologie avanzate a costi vantaggiosi, migliorando la loro competitività, efficienza operativa, e mantenendo il proprio margine» – afferma Delaini. In secondo luogo e sempre per Delaini, «a differenza di altri fornitori che offrono robot più generici, Estun ha una gamma di robot tra le più ampie e complete del mercato per soddisfare ogni richiesta, ma ha anche sviluppato robot con caratteristiche e design dedicato ad alcuni processi, quali ad esempio la fonderia, l’assemblaggio di batterie, la lavorazione della lamiera inclusa la piegatura, dove la meccanica del robot viene perfettamente integrata con un sistema software di gestione del processo, rendendo la soluzione estremamente affidabile e performante oltre che accessibile ad un vasto numero di aziende. La capacità di sostenere sviluppi dedicati a realizzare un processo produttivo è il risultato della stretta collaborazione con i propri clienti, con i quali si definiscono le linee guida per l’R&D. Per Delaini, è proprio questa capacità di offrire robot altamente specializzati e realizzati assieme ai principali partners che permette a Estun di soddisfare al meglio le esigenze delle aziende manifatturiere europee, che spesso richiedono soluzioni personalizzate per migliorare l’efficienza e la qualità dei propri processi produttivi.

D: Come nasce Estun Robotics Europe AG?

Marco Delaini, vice presidente di Estun Robotics Europe, ceo di Estun Robotics Sud Europe e ad della filiale italiana. (Fonte: LinkedIn)

R: È nata di recente: è stata fondata a luglio in Svizzera. È la holding guidata dal presidente e Ceo Gerald Mies. A partire da questa e sotto diretto riporto, si sta dando vita alle prime filiali nel Vecchio Continente: Estun Robotics Germany, che avrà come direttore lo stesso Mies; Estun Robotics Italy, Estun Robotics France e Estun Robotics Turkey, che saranno guidate dal sottoscritto; Estun Robotics Central Europe, che sarà guidata da Konrad Grohs. Per capire perché è stata fondata la holding europea bisogna però fare un passo indietro nel tempo.

D: Qual è la motivazione della nascita di Estun Robotics Europe AG e delle filiali, dunque?

R: Estun Automation nasce 31 anni fa; inizialmente, realizza quadri elettrici e sistemi di piegatura della lamiera; poi, dal 2001, servosistemi e motori; e infine, dal 2011, robot. Dal 2015 è diventata una public company quotata a Shenzhen. In questo contesto, l’azienda ha portato avanti un’importante strategia di internazionalizzazione, orientata a crescere e stabilirsi al di fuori dei confini della Cina.

D: Quale strategia di internazionalizzazione?   

R: Il primo passo è stato quello di acquisire aziende strategiche al di fuori della Cina, in grado di offrire tecnologia, soluzioni all’avanguardia. L’esempio sono Trio, MAi e Cloos, aziende ben conosciute nel mercato Europeo per i loro prodotti. Inoltre, la consapevolezza che per diventare un leader globale è necessario avere una rete di assistenza capillare e dislocata in tutto il mondo.

D: Chi è Trio? Perché è stata acquisita?

R: Trio Motion Technology è un produttore britannico di controller di movimento, una componente chiave per il controllo preciso e coordinato dei movimenti nei sistemi di automazione. L’acquisizione di Trio ha permesso a Estun di integrare le tecnologie avanzate di controllo del movimento di Trio nel proprio portafoglio di prodotti, migliorando la sua capacità di offrire soluzioni di automazione complete e altamente integrate. Inoltre, Trio ha fornito a Estun un punto d’appoggio più forte nel mercato europeo.

Robot piegatore di Estun. Due le caratteristiche che differenziano i prodotti dell’azienda da quelli della concorrenza: il rapporto qualità/prezzo e il catalogo di robot altamente specializzati per specifici compiti.

D: MAi, invece?

R: MAi è un’azienda specializzata in sistemi di produzione robotizzata, quello che spesso viene definito system integrator o Line Builder. L’acquisizione di MAi ha permesso a Estun di potenziare la sua capacità di fornire soluzioni di automazione robotizzata avanzate, particolarmente per l’industria automobilistica e altre applicazioni complesse. L’acquisizione ha inoltre consentito a Estun di rafforzare la sua presenza in Germania, un mercato chiave per la robotica industriale e l’automazione.

D: E Cloos, infine?

R: Carl Cloos Schweißtechnik GmbH è un’azienda specializzata in tecnologie di saldatura e robotica per la saldatura. L’acquisizione di Cloos ha ampliato le capacità di Estun nel campo dei robot di saldatura, un segmento in crescita nel settore dell’automazione industriale. Cloos ha una solida reputazione in Europa e nel mondo per le sue soluzioni avanzate di saldatura pesante, e l’integrazione delle sue tecnologie ha permesso a Estun di espandere ulteriormente la sua offerta di robotica industriale.

D: Dunque si può dire che queste acquisizioni fanno parte di una strategia più ampia di Estun per accelerare la sua crescita internazionale, diversificare la sua offerta di prodotti e migliorare la sua posizione competitiva nel settore dell’automazione e della robotica industriale a livello globale?

R: Sì, ma senza dimenticare la Cina, però: lì Estun è prima tra i marchi cinesi di robotica industriale, e seconda dopo la giapponese Fanuc. In Cina l’anno scorso abbiamo venduto e installato 25mila robot.

D: Sì, ma ora c’è questa importante attenzione per l’Europa. Si torna alla domanda iniziale: perché?

R: Direi che c’è un’importante considerazione da fare, che peraltro si lega a quanto detto a proposito delle acquisizioni: oggi rilevanti gruppi industriali cinesi nell’automotive, nell’elettronica e nelle batterie hanno deciso di investire nel Vecchio Continente. Noi seguiamo queste aziende in Cina, e di certo non possiamo trascurarle in Europa. Tanto per citare un nome di peso, Byd nelle quattro ruote e Catl negli accumulatori. Estun vuole essere al fianco dei propri partner cinesi anche al di fuori della Cina.

D: Produrre in Cina per l’Europa o fabbricare direttamente in Europa?

R: Con l’attuale situazione economica e con l’esperienza fatta a seguito della pandemia, non possiamo più pensare che i mercati globali siano come li avevamo immaginati agli inizi degli anni 2000. Essere locali e avere una visione a lungo termine sono fattori che nei prossimi anni faranno ulteriormente la differenza. A sostegno di questo, stiamo investendo nella realizzazione di un nuovo complesso produttivo di 36mila metri quadrati a Breslavia, in Polonia, che a regime produrrà 15mila robot e avrà ulteriori importanti compiti riguardanti il territorio Europeo.

Eston ha fra i suoi clienti alcuni big del settore automotive, a partire da Byd. Il settore auto è fra quelli su cui punterà con le sue filiali in Europa, insieme all’aerospaziale alle batteria, alla meccanica.

D: Quali compiti?

R: Si punta a creare un centro di ricerca e sviluppo dedicato all’innovazione nell’automazione industriale e nella robotica. L’azienda mira a sviluppare tecnologie avanzate in collaborazione con talenti locali e istituti di ricerca Europei, concentrandosi sul controllo del movimento, servomeccanismi e soluzioni robotiche. La sede polacca fungerà anche da hub per rafforzare la presenza di Estun in Europa centrale e orientale, mercati in rapida crescita per l’automazione. Con questa mossa, Estun intende migliorare il supporto tecnico e i servizi post-vendita per i clienti europei, incrementando la vicinanza con i propri clienti e di conseguenza la reattività, oltre ad offrire soluzioni molto più vicine alla mentalità e modo di operare europeo. La scelta di Breslavia, un’area nota per il suo dinamico ecosistema industriale e la disponibilità di una forza lavoro qualificata, permette inoltre all’azienda di collaborare con altre realtà innovative locali e attrarre professionisti specializzati, consolidando così la sua posizione nel mercato europeo e accelerando la sua strategia di sviluppo globale.

D: A che punto siamo con Estun Robotics Italia?

R: Siamo in fase di registrazione; ma di fatto la filiale esisterà già a fine settembre e sarà operativa poco dopo. Il nostro modello, peraltro, non è quello di acquisire distributori, ma di collaborare direttamente con gli integratori di sistemi. Già lo facciamo, ad esempio, con alcuni system integrator che lavorano con i principali Tier 1 di Stellantis. Ciò comporta, peraltro, l’individuazione e la formazione di esperti che possano supportare i system integrator nella vendita e nel supporto tecnico. Non è un passaggio semplice, anche se fondamentale: la formazione avverrà in Cina ed in Germania dove stiamo preparando un centro di formazione. In ogni caso, la filiale italiana sarà collocata a Nord Ovest di Milano e disporrà di un personale tecnico che potrà arrivare a circa una dozzina di operatori già entro la fine del 2025.  Non mancherà la presenza di uno show room, di un’area tecnica per test, di un’area training per la formazione e di un magazzino ricambi.

D: In Europa non mancano aziende di robotica. Qual è l’asso nella manica di Estun?

La Qwas Automatic Welding Workstation è una cella dedicata all’Arc Welding caratterizzata da una struttura compatta e da una programmazione facilitata.

R: Come già sottolineato, la nostra offerta è diversa da quella della concorrenza “classica”. Infatti, Estun non si occupa solo di robot “generalisti”, ma offre anche modelli specifici, realizzati per particolari applicazioni. In Cina siamo leader nel settore della piegatura lamiera; i nostri robot vengo integrati anche su macchine italiane come Prima Industrie e Salvagnini. Altri robot studiati e realizzati ad hoc per essere impiegati nei processi di saldatura ad arco. Si pensi alla nostra Qwas Automatic Welding Workstation, una cella dedicata all’Arc Welding caratterizzata da una struttura compatta e da una programmazione facilitata per gli operatori, ma nel contempo estremamente performante. Si presta ad essere utilizzata in varie industrie, come l’automobilistica, la costruzione navale, l’aerospaziale e molte altre, dove la saldatura è un’attività fondamentale. Peraltro, noi eravamo già da subito molto “diversificati” con i robot industriali: ora disponiamo di oltre 70 modelli, robot a sei assi e scara, con una capacità di carico da 3kg a 600 kg, con clienti leader nei settori delle nuove energie, dell’elettronica, dei macchinari per l’edilizia e altri di altri sotto-settori. Con le acquisizioni, siamo diventato ancora più specializzati con prodotti che includo il braccio robotizzato, il software di processo e in alcuni casi anche periferiche totalmente integrate. Prima si citava Cloos: per la precisione, è specializzata proprio nella produzione di robot per la saldatura pesante.

D: Che cos’è la saldatura pesante?

R: Si riferisce alla saldatura di componenti di grandi dimensioni, di spessore elevato o di materiali ad alta resistenza, utilizzati principalmente in applicazioni industriali pesanti. Questo tipo di operazione è caratterizzato dalla necessità di un’elevata penetrazione e resistenza della giuntura saldata per garantire la sicurezza e la durata dei componenti così associati. E Cloos è leader proprio in questo campo, con soluzioni robotiche complete e specifiche. La serie Romat comprende diversi modelli, ciascuno progettato per specifiche esigenze di saldatura. Questi robot possono essere utilizzati in una varietà di applicazioni industriali, tra cui la saldatura di componenti di grandi dimensioni e materiali spessi, tipici della saldatura pesante. Sono dotati di tecnologie avanzate come il controllo adattivo del processo di saldatura, la compensazione automatica degli errori di posizionamento e l’integrazione con software di simulazione e programmazione offline per garantire efficienza e precisione.

D: Quali altre applicazioni?

R: L’azienda ha ampliato la sua gamma di soluzioni per l’automazione industriale includendo robot e sistemi automatizzati specificamente progettati per il settore delle batterie, in particolare per l’assemblaggio di quelle al litio utilizzate nei veicoli elettrici (EV) e in altri dispositivi. Si pensi alla serie ER e CoDroid Collaborative Robots (Cobot). Il vantaggio di avere un design dedicato, caratteristiche di pulizia come richiesto espressamente dal settore ed un software di integrazione del sistema robotico, ci colloca in una posizione di leader e ci permette di essere scelti dai principali produttori del settore, differenziandoci dall’offerta dei competitor che rimane più generalista.

D: Ci sono altri motivi per cui in Italia e in Europa un’azienda manifatturiera dovrebbe riferirsi a voi?

Lo stabilimento di Estun. L’azienda sta investendo nella realizzazione di un nuovo complesso produttivo di 36mila metri quadrati a Breslavia, in Polonia, che a regime produrrà 15mila robot e avrà ulteriori importanti compiti riguardanti il territorio Europeo.

R: Le aziende manifatturiere italiane ed europee soffrono molto la concorrenza internazionale, soprattutto quella cinese, coreana ma anche turca. C’è di mezzo una questione di costi di produzione, che non sempre dipende dalle imprese; ma utilizzando il nostro know-how unico e integrando i nostri robot, estremamente competitivi nel rapporto qualità-prezzo, tutte le aziende possono incrementare la loro competitività. Penso poi ai system integrator e agli impiantisti: arrivano dalla Turchia e dalla Cina, e costano di meno. Questo significa che anche le imprese italiane ed europee che fanno questo mestiere devono necessariamente ridurre i loro costi per potersi confrontare con offerte più competitive.  A mio avviso, noi siamo una soluzione concreta e di alto livello per soddisfare queste necessità ormai sempre più reali.

D: Quali sono i vostri obiettivi in Europa e in Italia?

R: Puntiamo ad acquisire in 5 anni il 5% del mercato europeo e italiano della robotica. In Italia, questo significa vendere 500 robot all’anno. Si tratta di obiettivi molto sfidanti, ma a mio avviso raggiungibili.

D: Pensa che esistano ancora pregiudizi sulle aziende cinesi in Europa?

R: Quando ho visitato Estun a Nanchino, sono stato sorpreso di trovare un livello di automazione paragonabile a quello delle migliori multinazionali di settore. E ciò sia nella produzione dei componenti sia nell’assemblaggio dei robot, arrivando a un punto in cui i robot costruiscono altri robot. Estun ha investito significativamente nei centri di ricerca e sviluppo, nel controllo qualità e soluzioni per l’industria 4.0, dimostrando un impegno reale e concreto in questo campo. Questo a conferma del fatto che Estun punto a diventare uno dei top player del mercato e a rimanerci per lungo tempo.














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