Cybersecurity e safety: ecco come Pilz protegge a 360 gradi le fabbriche 5.0

di Piero Macrì ♦︎ Il futuro industriale è basato su macchine interconnesse. Per proteggere l’ambiente di produzione da attacchi informatici servono soluzioni e prodotti specifici. Lo sa bene, Pilz, multinazionale tedesca che ha fatto della safety la propria mission. Il passo successivo è estenderla alla cybersecurity. Servizi di formazione per rendere le macchine “cyber resilient”. Soluzioni basate sulla sensoristica IO-Link Safety e Safety over Ethercat. Perché l’obiettivo è garantire una sicurezza industriale a 360 gradi. Ce ne parla Marco Pelizzaro, divisional manager components di Pilz

Confident engineer using laptop in car plant. Female is working while standing in factory. Professional is wearing uniform.

Quanto è sicuro il vostro ambiente di fabbrica da un punto di vista safety e cyber? Gli operatori sono stati formati con le skill necessarie per poter lavorare in sicurezza? Macchine e linee di produzione sono state progettate per garantire un’operatività a rischio zero? Soddisfate i requisiti previsti dalle normative? Il layout dello stabilimento o dell’impianto prevede accessi limitati al solo personale che ha le competenze e l’autorizzazione per operare all’interno delle singole aree produttive? Come organizzare le applicazioni collaborative per un’operatività uomo-macchina sempre più efficiente e sicura? Gli investimenti in sicurezza sono una priorità. Safety, quindi, quell’insieme di misure, procedure e comportamenti finalizzati a garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori, prevenire incidenti e danni, minimizzando i fermi produttivi. Obiettivi che appartengono da sempre a Pilz, multinazionale tedesca pioniera della safety automation industriale, 75 anni di storia e un fatturato di 433 milioni, che ha ora esteso la safety alla cybersecurity, rendendo disponibili prodotti e soluzioni per rendere l’ambiente di produzione un’area protetta da attacchi informatici. Per Pilz il futuro industriale è basato su macchine interconnesse che si scambiano dati in tempo reale con un flusso costante di informazioni elaborato all’edge e al cloud. Un ambiente dove l’accesso è rigorosamente controllato con tecnologie di sicurezza safety e cyber che vigilano silenziosamente contro rischi imprevisti, salvaguardando informazioni, macchinari e persone. Ecco i prodotti, i servizi di formazione e le soluzioni basate sulla sensoristica IO-Link Safety e Safety over Ethercat con cui Pilz aiuta machine builder e utilizzatori finali a traguardare una nuova sicurezza industriale.

Protezione dispositivi, impianti e macchinari da accessi non autorizzati e manipolazioni. La sicurezza adattiva di Pilz

«Safety e security appartengono alla nostra filosofia aziendale, sono due lati della stessa medaglia. L’obiettivo è garantire una sicurezza industriale a 360 gradi», afferma Marco Pelizzaro, divisional manager components di Pilz. Prodotti, sistemi e consulenza con attività che spaziano dall’assesment e valutazione dei rischi al supporto ingegneristico e alla formazione. «Non può esistere sicurezza senza formazione, dice Pelizzaro.







A breve sarà in vigore la direttiva Nis 2 sulla sicurezza informatica e molte aziende dovranno adeguarsi. Pilz organizza anche corsi su come mettere in sicurezza i macchinari e proteggerli da accessi non autorizzati.

In ambito Industrial Security abbiamo introdotto l’offerta di servizi formativi Industrial Security Consulting Service per soddisfare i requisiti del nuovo regolamento macchine e della futura direttiva europea Nis 2». Sicurezza che va considerata lungo l’intero ciclo di vita del prodotto. «I nostri prodotti sono certificati secondo lo standard internazionale di sicurezza Iec 62443-4-1. Definiamo e implementiamo le esigenze di protezione del singolo prodotto, monitorando costantemente le potenziali vulnerabilità», dice Pelizzaro. Sicurezza a tutto tondo, safety e cyber, che va interpretata secondo una logica adattativa. «Le soluzioni vanno sempre studiate in relazione al contesto applicativo con due obiettivi: garantire la sicurezza del personale ed evitare inutili rallentamenti nella produzione», commenta Pelizzaro. Come dire, in fabbrica vi possono essere zone in cui si può viaggiare a bassa e alta velocità, lo stesso principio che regola un traffico urbano e interurbano

Servizi di formazione rivolti a machine builder per rendere una macchina “cyber resilient”

Marco Pelizzaro, divisional manager components di Pilz.

L’industria è sotto pressione a causa del crescente numero di attacchi informatici, dei requisiti di sicurezza previsti dal nuovo regolamento macchine e della necessità di proteggere le macchine da manipolazioni. La sicurezza è un territorio inesplorato per molte aziende: c’è un vuoto di conoscenza, mancano strategie e spesso le responsabilità non sono definite. Cosa fare? Con la digitalizzazione e la messa in rete, aumenta il rischio che i macchinari vengano colpiti da incidenti di sicurezza. Non si tratta sempre di attacchi mirati dall’esterno; anche la manipolazione interna può danneggiare le macchine. «In base al nuovo regolamento, i machine builder devono dimostrare che le loro macchine non solo sono sicure dal punto di vista funzionale, ma sono anche protette da manipolazioni. Per la prima volta viene stabilito un requisito specifico e definito un quadro di riferimento. È una buona opportunità per i costruttori e gli operatori di macchine di occuparsi di sicurezza industriale», dice Pelizzaro. Pilz ha quindi varato un servizio di consulenza che entra nel merito di quanto previsto dal Cyber Resilience Act. «Quest’ultimo mira a stabilire le condizioni limite per lo sviluppo di prodotti sicuri con elementi digitali, garantendo che hardware e software siano immessi sul mercato senza vulnerabilità note, spiega Pelizzaro. Si richiede inoltre ai produttori di monitorare la security durante l’intero ciclo di vita di un asset. È un passaggio molto importante basti pensare che attualmente oltre il 50% dei prodotti immessi sul mercato presentano vulnerabilità note. Safety e cyber. La prima è una sicurezza statica, una volta che ho fatto ho fatto una valutazione dei rischi, la soluzione è per tutta la vita. La cybersecurity è invece dinamica. Nasce una nuova vulnerabilità? Bisogna rendere immediatamente disponibile una patch».

Soluzioni di safety automation con sensoristica distribuita e controllo centralizzato. I vantaggi della tecnologia IO-Link

In un impianto di confezionamento con protezione di accesso dove è necessaria l’installazione di più sensori, soluzioni IO-Link-Safety permettono un controllo decentralizzato delle barriere fotoelettriche e delle protezioni per i ripari mobili.

Gli impianti utilizzano più sensori di sicurezza? In questo caso IO-Link Safety è la soluzione ideale per automatizzare e ottimizzare un sistema safety multisensoristico. «La tecnologia IO-Link permette una comunicazione coerente e sicura, dal sistema di controllo fino ai sensori di sicurezza, racconta Pelizzaro. L’integrazione delle componenti di campo con un cablaggio rapido come pure le opzioni di diagnostica dati offrono un potenziale per l’implementazione di un’automazione flessibile e produttiva al tempo stesso». Tra i punti di forza di queste soluzioni, la presenza del dispositivo master IO-Link. «In questo modo è possibile realizzare un sistema sensoristico distribuito con controllo centralizzato, inserire e togliere sensori in funzione delle esigenze applicative senza dover riprogrammare nulla, poiché la configurazione avviene sul master», dice Pelizzaro. Sensori IO-Link Safety che permettono di connettere i più diversi dispositivi di sicurezza, barriere fotoelettriche o altro. Altro punto di forza della nuova sensoristica è il cablaggio. In IO-Link viene infatti effettuato con cavi a 3 fili non schermati che collega i sensori al master. «In un impianto di confezionamento con protezione di accesso dove è necessaria l’installazione di più sensori, soluzioni IO-Link-Safety permettono un controllo decentralizzato delle barriere fotoelettriche e delle protezioni per i ripari mobili. Anche l’arresto di emergenza e le luci di segnalazione possono essere collegate al master IO-Link. La soluzione, nella sua completezza, prevede un master, sensori di sicurezza, cavi dedicati e tool di configurazione», afferma Pelizzaro

Le soluzioni Pilz per rendere sicura l’operatività in ambienti di produzione packaging

PITreader permette di identificare le persone che si interfacciano con la macchina o con l’impianto grazie a chiavi Rfid o sistemi badge card: la persona si fa riconoscere e la macchina adatta la propria sicurezza e consente o meno determinate operazioni.

Negli stabilimenti di confezionamento si svolgono movimenti pericolosi da cui gli operatori devono essere protetti. Il rischio è ulteriormente aggravato dalla tendenza verso il confezionamento monoprodotto e la personalizzazione. Non si trovano più biscotti confezionati insieme in un unico pacchetto, ma singolarmente. «Con packaging sempre più sofisticati, il processo di confezionamento deve diventare più veloce ed efficiente e ciò si traduce in un aumento della produttività. Ma con l’aumentare della velocità dei movimenti e il crescente livello di automazione, cresce anche il pericolo rappresentato dalle macchine e dagli impianti di confezionamento. Di conseguenza, anche la tecnologia di sicurezza deve essere adattata a queste sfide sempre più impegnative». Protezione che può essere raggiunta integrando soluzioni PItreader e PItmode. In questo modo, solo le persone con le autorizzazioni appropriate possono richiamare determinate funzioni e modalità operative, oppure aprire cancelli, sportelli e coperture. Un ottimo esempio, dunque, di come sia possibile soddisfare i requisiti di sicurezza e protezione con un unico sistema. Nello specifico PITreader permette di identificare le persone che si interfacciano con la macchina o con l’impianto grazie a chiavi Rfid o sistemi badge card: la persona si fa riconoscere e la macchina adatta la propria sicurezza e consente o meno determinate operazioni. I dati possono essere letti anche per adattare l’ergonomia della strumentazione: ad esempio, una tavola di lavoro può essere più alta o più bassa a seconda di certe caratteristiche biometriche dell’operatore. On top alle soluzioni di security, le soluzioni cyber implementabili attraverso firewall industriale Security Bridge di Pilz. Semplice da configurare, non richiede particolari conoscenze legate al mondo IT: protegge le reti di automazione da manipolazioni e accessi non autorizzati, garantendo la disponibilità della macchina e la continuità della produzione.

Safety over Ethercat per una produzione efficiente

Il nuovo modulo compatto di sicurezza configurabile Pnozmulti 2 supporta il sistema di comunicazione Ethercat, combinato con il protocollo di sicurezza Safety over Ethercat.

Il nuovo modulo compatto di sicurezza configurabile Pnozmulti 2 supporta il sistema di comunicazione Ethercat, combinato con il protocollo di sicurezza Safety over Ethercat. (FSoE). «Il modulo permette la trasmissione di informazioni cruciali per il controllo, la gestione e la sicurezza, migliorando significativamente l’efficienza produttiva. Grazie alla versione 11.3 del software Pnozmulti Configurator, può essere configurato come FSoE Master, FSoE Slave o Ethercat Slave, offrendo opzioni di espansione flessibili e convenienti», afferma Pelizzaro. Con la capacità di gestire fino a 4 collegamenti master-master e 60 master-slave, il sistema consente inoltre la realizzazione di strutture di impianti con una soluzione con un unico cavo, riducendo così l’onere di cablaggio e i costi. «La connessione sicura con sensori radar Psenradar e la tecnica di azionamento Pmc è resa semplice ed efficiente, centralizzando la supervisione di tutte le funzioni di sicurezza in un unico dispositivo», conclude Pelizzaro.

(Ripubblicazione dell’articolo del 18 luglio 2024)














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