Alla scoperta del Silicon Austria Labs, il laboratorio tecnologico della Carinzia che non ha nulla da invidiare alla Silicon Valley

La camera bianca del Sal è essenziale per i test dei microchip, contribuendo significativamente al settore della microelettronica in Europa

Fondato nel 2018, Sal è cresciuto esponenzialmente, divenendo un pilastro per l'industria tecnologica austriaca e un modello di collaborazione tra ricerca accademica e applicazioni industriali.

Nel cuore della Carinzia, una regione già nota per il suo idilliaco paesaggio, si erge un centro d’innovazione che sta attirando l’attenzione di tutta Europa: si tratta del Silicon Austria Labs (Sal), diretto dalla dott.ssa Christina Hirschl e situato all’interno del parco tecnologico di Villach (tpv). Fondato nel 2018, Sal è cresciuto esponenzialmente, divenendo un pilastro per l’industria tecnologica austriaca e un modello di collaborazione tra ricerca accademica e applicazioni industriali. La struttura si posiziona come catalizzatore per il progresso tecnologico, specie nei settori dell’elettronica e dei sistemi basati su software, in tutte le industrie, dall’automobilistica alla produzione di carta, dalla progettazione di chip alla sanità e l’agricoltura.

La dott.ssa Hirschl descrive l’organizzazione come un “ponte tra la ricerca di base nelle università e l’industria”. Con circa 200 progetti gestiti all’anno per un valore medio di 50 milioni di euro, Sal si distingue per la sua capacità di trasformare teorie avanzate in soluzioni pratiche che alimentano il tessuto industriale, non solo locale ma anche internazionale. L’approccio multiculturale e interdisciplinare che qui viene adottato, con un team di 330 collaboratori provenienti da 40 diverse nazioni, ha permesso di ottenere “risultati superiori” proprio grazie all’incontro di diverse prospettive. Una delle chiavi del successo di Sal è la sua gigantesca camera bianca di ricerca. Questa struttura di 1.400 mq, la più grande dell’Austria e tra le più estese d’Europa, è il luogo dove «le idee innovative si trasformano in prodotti reali”, dichiara Hirschl. La camera bianca non solo supporta la ricerca avanzata ma è anche essenziale per i test dei microchip, contribuendo significativamente al settore della microelettronica in Europa. Il laboratorio consente inoltre la produzione in piccoli lotti direttamente sul posto, colmando così il cosiddetto ‘valley of tears’ tra la produzione pilota e la produzione su larga scala.







L’importanza di Sal è ulteriormente rafforzata dalla sua rete di collaborazioni con giganti della tecnologia come Infineon, Ams, AT&S, Nxp e Tdk. Queste sinergie hanno creato un robusto ecosistema tecnologico che ha trasformato la Carinzia in un hub di attrazione per nuove imprese e talenti tecnologici, contribuendo a definire la regione come una sorta di Silicon Valley austriaca.

Hirschl sottolinea anche l’importanza della collaborazione con il tessuto imprenditoriale locale: «Il nostro lavoro non si limita a grandi nomi internazionali; è vitale anche il nostro impegno con le Pmi locali, che trovano in Sal un partner affidabile per l’innovazione e la crescita”. Questo equilibrio tra globalizzazione e supporto locale è fondamentale per il modello di business di Sal, che mira a sostenere tanto l’economia regionale quanto quella internazionale. Quando un partner si rivolge a Sal, in base al progetto, il centro di ricerca cerca sempre il consorzio più adeguato o altre istituzioni scientifiche con cui collaborare, come per esempio il Polymer Competence Center Leoben, il Material Center Leoben o l’università locale di Klagenfurt, a seconda delle competenze richieste. Svariati sono i progetti innovativi implementati, come nel caso di Soles, un progetto vincitore del Premio per l’Innovazione della Carinzia che riguarda la produzione di un soletto intelligente per scarpe, con applicazioni in ortopedia e medicina sportiva. E molto si sta facendo, soprattutto in settori come quello degli elettrodomestici, dell’illuminazione adattiva e della realtà virtuale, oltre a importanti progressi nella mobilità elettrica e nella produzione di microcomponenti più ecologici. Per Sal ciò che rende interessante un progetto non è tanto
l’investimento finanziario previsto dal partner quanto il suo impatto in termini di redditività, sostenibilità e benefici sociali. «Il tempo speso in ricerca è un elemento ricorrente nel nostro lavoro, ma vedere i risultati tangibili di questi sforzi, come i prodotti finiti sugli scaffali, continua a offrirmi grande soddisfazione” – afferma Hirschl.














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